POVERO AVANTI, TUTTA COLPA DEL CAVALIERE, intervista a Bobo Craxi, di Alessandro De Angelis, da Il Riformista del 5 ottobre 2010

01 novembre 2010

POVERO AVANTI, TUTTA COLPA DEL CAVALIERE, intervista a Bobo Craxi, di Alessandro De Angelis, da Il Riformista del 5 ottobre 2010

Bobo Craxi. «Era il giornale dei socialisti, oggi è quello di Santa Lucia. Ma Lavitola è solo il braccio».
«Un furto. Sì, quello di Lavitola, dal punto di vista politico e morale è un furto». Bobo Craxi, figlio di Bettino, più volte parlamentare socialista, è amareggiato e non poco, dalla vicenda dell'Avanti!, storica testata socialista, ora nelle mani di Valter Lavitola.
Onorevole Craxi, tutta questa storia è colpa del Cavaliere?
In un certo senso sì. Non sono tra quelli che gli attribuiscono tutti i mali ma la sua responsabilità nella vicenda dell'Avanti è chiara.
Ripartiamo dall'inizio.
Dopo le tormentate vicende di tangentopoli, alla fine degli anni '90, noi socialisti organizzammo una cooperativa editoriale, rilanciammo il giornale, l'Avanti appunto, con cui collaboravano tutti i socialisti che non si erano venduti al miglior offerente della seconda repubblica. La direzione fu affidata a Giancarlo Lehner, vecchio giornalista dell'Avanti. Mentre Craxi firmava i suoi elzeviri non più come Ghino di Tacco, come accadeva negli anni Ottanta, ma come Edmond Dantes, il celeberrimo conte di Montecristo desideroso di organizzare il proprio rientro per consumare le dovute vendette.
E Lavitola che c'entra?
Lavitola, che aveva depositato la testata negli anni in cui il giornale non usciva, approfittò della malattia di Craxi, per fare del giornale un foglio sempre più vicino a Berlusconi.
Craxi lo notò?
Lo notò eccome. Ricordo quando mi diceva che andava sistemato l'assetto proprietario del giornale, affidandolo a mani più sicure e affidabili, ma il tempo non glielo consentì.
Finisca il racconto.
A una sola settimana di distanza della sua scomparsa, i membri del consiglio di amministrazione della cooperativa, compreso il sottoscritto, furono defenestrati, e l'Avanti divenne un foglio di obbedienza berlusconiana, col mandato di impedire la ricostruzione di una qualunque casa comune dei socialisti.
Ricapitolando: il mandante è il Cavaliere, e il lavoraccio lo fa Lavitola.
Le do un altro elemento. Quando siglammo l'accordo politico con Berlusconi nel 2001, inserimmo tra i punti proprio la restituzione della testata. Berlusconi acconsentì, ma poi non ha mantenuto la parola, mantenendo sotto la sua ala protettiva il malleabile Lavitola.
E ora il giornale che fu di Nenni si occupa di cose caraibiche.
Roba da matti. Indecente anche per un foglio di centrodestra.
Spera in un bel gesto dei socialisti del Pdl?
Appellarsi a loro non serve a nulla. Ce l'ha anche con sua sorella Stefania. Sa poco della vicenda dell'Avanti. E poi vedo che va alle feste di Assunta Almirante e di Ignazio La Russa. Tutte persone rispettabili, per carità, ma mi chiedo: la nostra tragedia che c'entra con quella gente?
Quali sono i suoi rapporti con Lavitola?
Gli ho tolto il saluto da tempo.
Chi riscatterà l'onore dell'Avanti?
Noi. Faremo di tutto per rieditare un Avanti vero, che faccia dimenticare questa giornale di Santa Lucia. Magari ripartiremo dall'Avanti della domenica. Bisogna evitare che le tragedie finiscano come sempre in farsa. Ed è giusto, che anche alla luce dell'interesse suscitato in questi giorni dal dibattito sulla testata, che i socialisti abbiamo un giornale in continuità con la loro storia»

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