PERCHÉ SALVINI SPOSA LA CAUSA DELLA DESTRA ESTREMA? di Roberto Biscardini da Jobsnews.it
19 maggio 2019
Due considerazioni. La prima, la piazza. Certo rispetto alle
aspettative di centomila, “un milione o un miliardo” le persone in piazza erano
molto meno. A detta di chi se ne intende non erano di più di ventimila, anzi
meno, tutti insieme. Il popolo della
Lega, i curiosi come me e i contestatori. Molti, urlanti e fischianti. Tante o
poche a secondo dei punti di vista. Certo poche per Salvini che se ne aspettava
molte di più,
Secondo, questa non è stata la manifestazione della Lega
fatta anche per rassicurare, forse solo tatticamente, sulla sorte del governo.
E’ stato molto di più. E’ stata la manifestazione della destra europea che
Salvini ha voluto portare a Milano, al suo seguito. Quindi non uno dei tanti
comizi che Salvini ha fatto in questi mesi, girando l’Italia in lungo e in
largo, per raccattare nuovi voti e per mobilitare i “suoi”. Non una
manifestazione nazionale per giocarsela dopo il 26 maggio, nella speranza di
avere un peso contrattuale tale da condizionare qualunque governo possibile,
con la Lega in posizione egemone e magari potersi giocare anche la carta della
Presidenza del Consiglio. Non solo tanti voti in più per umiliare il M5S o per
annientare il Pd. No, per essere il primo partito in Italia e in Europa ed
essere il capo della destra europea. Lo ha detto a chiare lettere alla presenza
dei suoi alleati.
Come? Con tutto il vecchio armamentario fascistoide di “Dio,
patria e famiglia”, con l’auto del buon Dio e un rosario in mano, e con la vittoria
assicurata dall’intervento diretto del “cuore immacolato di Maria, della
Madonnina che ci guarda dall’altro”, offrendo al suo popolo la ricostruzione di
una nuovo pantheon leghista, fatto di santi, papi e cardinali, da Ratzinger a
Wojytila, contro l’attuale papa Francesco, e da grandi uomini del passato di
centro e di destra, da De Gasperi a De Gaulle. Per combattere “le Merkel, i
Macron, i Soros, gli Juncker che hanno costruito l’Europa della finanza e
dell’immigrazione incontrollata”.
Salvini è con la destra estrema e si candidata ad essene il
capo “che difenderà i confini d’Europa”. Con coraggio, “Se serve per voi, per
l’Italia e per i miei figli, io do la vita. Non mi fermo davanti a niente e
nessuno”. Stuzzica la sua gente
lasciando intendere di essere in pericolo, “Ogni tanto qualcuno mi dice
rallenta, stai attento, non metterti contro la mafia, la camorra, la ndrangheta.
Ma, più mi dicono rallenta, più vado avanti come un treno per difendere il mio
paese”. E ancora “Sicuramente nei confronti miei e della Lega c'è un clima di
intolleranza, io sono l'aggredito.”
Ma perché Salvini ha voluto sposare la causa della destra estrema?
Aveva bisogno di spostare così tanto a destra l’asse politico della Lega?. Ce
n’era bisogno? Pensa di catturare tutto
il disagio e il bisogno di leadership che staziona nella pancia degli italiani?
O questo cambio di passo rischia addirittura di danneggiarlo?
Lo vedremo dopo il 26 maggio. Certo un’alternativa convincente
non c’è, l’unica è al momento nelle mani
del M5S. E la ricomposizione sic et simpliciter del centrodestra, con
l’auto dei cani sciolti, sembra improbabile.
Da sinistra arriva poco. Il Pd risponde alla forza dirompente
della Lega con una debolezza. “Noi, patrioti europei.” Con Pisapia e Calenda. Come un anno fa,
quando in occasione del 25 aprile a Milano tutti i militanti del Pd, insieme al
loro stato maggiore, si misero la maglietta azzurra per rendere chiaro che
stavano dalla parte di Macron. Errore fatale. E ad oggi il Pd potrebbe tornare
al governo solo con un ruolo marginale e aggiuntivo. Il ruolo della ruota di
scorta.