PER UNA LINEA M6 UTILE A MILANO di Roberto Biscardini e Marco Figura da SvegliaMilano dell’8 novembre 2023
08 novembre 2023
Negli
ultimi anni, e in particolare negli ultimi mesi, si è aperto un interessante dibattito
sul tema della nuova M6 di Milano. A fine 2019 fummo i primi, dopo la
cancellazione di quest’opera nel 2009 da parte del Governo nazionale (ciò
nonostante fosse definita, a ragione, "essenziale" nel dossier EXPO
2015), a lanciare l'idea di una nuova metropolitana M6 automatica, con il risultato
di risvegliare l’attenzione sul tema, fino ad allora pressoché ignorato, di
dotare di una metropolitana la parte sud della città.
Visto
il florilegio successivo di altre ipotesi di tracciato della nuova linea - alcune
veramente bizzarre - crediamo che occorra fare un po' di ordine.
A
fine marzo 2022 il Ministero delle Infrastrutture decise di finanziare lo
studio di fattibilità di una M6 da Ponte Lambro alla Barona, passando per il
Parco Agricolo Sud: spezzando in due il Parco della Vettabbia, tra Ortles e
quartiere Fatima, e il Parco del Ticinello, tra Ripamonti e piazzale
Abbiategrasso. Una proposta del tutto illogica con un tracciato che attraversa
molte aree libere, forse con l’obiettivo di renderle presto edificabili ed
aumentare i valori immobiliari delle aree verdi. Un tracciato che tocca certamente
alcuni quartieri degni di attenzione, ma che non vengono collegati al centro.
Inoltre, come ci ha fatto presente l’ex Assessore Giorgio Goggi: “non esiste
grande città al mondo con una linea metropolitana inter-quartiere che non
attraversi il centro della città”.
Questo,
peraltro, in contraddizione con il PUMS del Comune di Milano approvato nel 2018
che prevedeva un collegamento da nord-ovest verso sud, anch’esso caratterizzato
da molte criticità, tra cui la presenza di due biforcazioni (sempre da evitare
sulle linee metropolitane, poiché dimezzano la portata complessiva sui rami
esterni), una tratta Conciliazione - XXIV Maggio (stando al grafico pubblicato)
che pare evitare il centro, con l’effetto di riversare un ulteriore carico di
passeggeri sulle linee già esistenti dirette verso la zona più attrattiva
compresa tra Duomo, Cordusio, Missori e San Babila, e soprattutto le dimensioni
del progetto: una lunghezza di 20 chilometri e 40 fermate con conseguenti tempi
e costi di realizzazione esorbitanti. Un’ipotesi, anche questa, difficilmente sostenibile.
La
nostra proposta di M6 riprende, invece, l’idea contenuta nel dossier EXPO -
quindi già analizzata tecnicamente ed economicamente - che contempla lo
sbinamento e riutilizzo del ramo M1 Pagano - Bisceglie, la cui presenza,
provoca da sempre un dimezzamento dei treni sulla stessa tratta e sulla Pagano
- Rho Fiera. Il tracciato da Bisceglie - dove sono già previsti il
prolungamento per Baggio e un nuovo deposito di linea - a Pagano proseguirebbe
poi per Sempione, Cadorna, Borsa, Missori, Porta Ludovica, Tibaldi FS, Scalo
Romana, Ripamonti/Fatima e Selvanesco/Macconago (IEO) in direzione di Opera,
dove può attestarsi un ulteriore prolungamento.
Questa
soluzione raggiunge tre obiettivi fondamentali: il primo è che la Zona 5, popolata
da circa 125mila abitanti e oggetto di numerosi progetti di rigenerazione urbana
(su tutti Scalo Romana) disponga finalmente di un asse metropolitano in grado
di alleggerire il traffico in ingresso in città (principalmente dalla
direttrice Pavia/Lodi - Landriano - Locate - Opera) e di garantire ai residenti
un’accessibilità verso i punti nevralgici della città in pochissimi minuti,
cosa impensabile col solo trasporto di superficie; il secondo è il notevole
abbattimento dei costi della nuova linea, dato dal riutilizzo del ramo
Bisceglie di M1 che richiede solo un adeguamento alla tecnologia di metropolitana
leggera automatica; il terzo, altrettanto o addirittura più importante, è che le
tratte dell’attuale M1 Pagano - Bisceglie e Pagano - Rho Fiera con questa
soluzione potranno garantire una
risposta adeguata all’evoluzione della domanda di trasporto delle due aree
urbane attraversate da queste linee, e una
capacità di passeggeri rispettivamente triplicata (ramo Bisceglie come nuova M6
automatica, con un treno ogni 90 secondi) e raddoppiata (ramo Rho Fiera M1
senza più biforcazione) rispetto a quella odierna.
L’importanza
di quest'ultimo punto è presto descritta: la linea M1 è destinata ad essere sempre
più gravata di nuovo traffico, con una capacità ormai al massimo delle proprie possibilità.
Infatti, il tratto M1 verso Rho Fiera vedrà presto un aumento sensibile di
passeggeri a seguito della nuova urbanizzazione di Arexpo (area EXPO 2015), con
decine di migliaia di persone che vi lavoreranno o risiederanno e che vorranno
raggiungere il centro di Milano con un mezzo di trasporto diretto e veloce. Inoltre,
la “rossa” avrà a breve un ulteriore incremento di passeggeri derivante dal
prolungamento in costruzione verso Monza. Pertanto, la soluzione di rendere
autonomo il ramo Pagano-Bisceglie da M1 è fondamentale. Del resto, non è più
pensabile che aree attrattive della città, tra cui i poli fieristici, abbiano
una metro con metà treni del normale, con una frequenza nelle ore di punta di
una corsa ogni quattro minuti (contro la frequenza di una corsa ogni due minuti
presente sulla tratta Pagano - Sesto San Giovanni).
A
proposito dell’ex area EXPO, una breve nota su Cascina Merlata che rimarrebbe
esclusa dalla M6 da noi proposta: recentissimamente è stata approvata la
realizzazione di una nuova fermata ferroviaria di superficie tra Certosa e Rho
Fiera (denominata “Mind-Merlata”) proprio a servizio dei nuovi quartieri della
zona, che a quel punto sarebbero collegati al centro città con almeno dieci treni
all’ora (da orario Trenitalia), tra regionali e suburbani.
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