PER UNA COSTITUENTE DELLE COMUNITÀ SOCIALISTE CREMONESI relazione di Tommasio Anastassio Cremona 5 ottobre 2019

05 ottobre 2019

PER UNA COSTITUENTE DELLE COMUNITÀ SOCIALISTE CREMONESI relazione di Tommasio Anastassio Cremona 5 ottobre 2019

Pubblichiamo con grande interesse questa realzione a testimoninaza della vivacità dei socialisti italiani, in una fase particolare della possibile ricostruzione di un nuovo Partito Socialista

Amiche e Amici, Compagne e Compagni,

PERCHÉ’ SIAMO QUI

Permettetemi di iniziare questo mio intervento con una domanda: perché siamo qui, oggi? ...Perché crediamo nei valori di libertà, giustizia sociale e laicità, ovvero, siamo socialisti, senza ulteriori aggettivi. Ma c’è anche chi tra noi, pur ispirandosi agli stessi valori si definisce radicale, repubblicano, cattolico...

Oltre tutte le possibili declinazioni dell’agire secondo il contenitore valoriale sopra citato, mi piacerebbe che tutti noi pensassimo in grande anziché soffermarci sui particolarismi; che guardassimo alle nove cose su dieci che ci uniscono, piuttosto che a quell’unica che ci vorrebbe dividere!

Non siamo qui per smerciare tessere od a perseguire un’operazione elettorale, a tempo, o, fine a se stessa.

Siamo qui, per libera scelta, come già stiamo facendo informalmente. Crediamo nella democrazia e vogliamo semplicemente tornare a dire la nostra. Interagire con le teste pensanti del territorio, per “contare” di nuovo nella vita sociale e politica della provincia.

Abbiamo tutti noi le idee chiare, su chi siamo e da dove veniamo, ma oggi, qui e adesso occorre fare una serie di riflessioni su come vogliamo stare insieme e quale azione mettere in campo nella nostra provincia.

Permettetemi, dunque, una prima riflessione, su noi stessi: il mondo non è migliore ad oltre vent’anni dalla diaspora e dall’affermazione dei nuovi movimenti e partiti politici formatisi e affermatisi durante il “principio della nostra fine”, gli anni ‘90. La storia, non solo si è fermata, ma sembra pure essere tornata sui suoi passi. Da allora, quel che rimaneva del PSI si è via via impoverito di donne e di uomini, di linfa vitale e preziosi ricordi, fino (al canto del cigno) ai giorni nostri.

È emblematico come nel tempo i Compagni, che per mille ragioni diverse si sono trasferiti armi e bagagli in altri partiti, di destra e di sinistra, simboleggiano la nostra forza e contestualmente la nostra debolezza che sintetizzando potrebbe essere: “a tutti facciamo comodo ma non riusciamo ad esserlo per noi stessi, magari in una casa tutta nostra”. Qualcuno (forse in troppi) confonde la bellezza e la purezza dei valori sopra citati con la presunta verità delle loro idee. Altresì, credo che l’affermazione di quei valori sia conseguibile solo con i giusti Compagni di viaggio nella consapevolezza che “il mondo è trasformabile”, anche se non sarà mai perfetto!

Abbiamo così perso la Trebisonda, dimenticandoci dei lavoratori e dei pensionati dei giovani, e, in senso più ampio, di tutti i diritti sociali! Le nostre battaglie. Essere una Comunità, oltre tutte le possibili declinazioni del Socialismo, significa discutere interpretando i nostri ideali; criticare ma sempre all’interno della dialettica; fare sintesi per via democratica ed infine proseguire uniti.

Dei massimalisti ad oltranza, dei “socialisti di destra” (un ossimoro) e di chi è perennemente in disaccordo sulla linea tracciata, mirando a dividere, piuttosto che ad unire, possiamo farne a meno. Serenamente.

La pluralità di idee va considerata una risorsa, perché arricchisce i dibattiti, ma se viene utilizzata, pretestuosamente, per non partecipare al progetto o addirittura per dividere, beh, allora qualcuno ha sbagliato sport e gli consiglio di darsi all’ippica!

Seconda riflessione, sul panorama socio-politico intorno a noi: Le derive populiste (Lega) e sovraniste (Fratelli d’Italia) il ricorso a nuove forme di democrazia interna di dubbia efficienza/efficacia/trasparenza (M5S) vanno considerate, come conseguenza del “post-ideologico” nello smarrimento più totale, trasversalmente a tutti gli schieramenti politici, da destra a sinistra, i quali non sono più in grado di esprimere delle caratteristiche proprie, ma ancora di più, hanno smarrito lo spirito critico. Questi partiti, sembrano svolgere il “compitino”, senza una visione o una prospettiva di ampio respiro, al pari di una lista civica su scala nazionale (con tutto il rispetto per le liste civiche). Anche i soggetti politici che si dichiarano “antisistema” nella pratica sono omologati al pensiero unico dominante, secondo i desiderata degli oligarchi della finanza globalista. Accettando il mondo così com’è, fare politica secondo le regole del “nemico”, ignari, sconfortati o rassegnati all’idea che il mondo non sia più trasformabile, senza più riuscire a pensare altrimenti. Ecco, come secondo questa logica, ad esempio, una battaglia per l’affermazione di alcuni diritti, senza un retro-pensiero critico, ideologico, e magari Socialista, rischia di mantenere lo status quo, se non peggiorare le cose.

E ancora: aneliamo una società più giusta, più equa e più libera. La nostra progressiva assenza, dagli anni ‘90 in poi, ha contribuito all’arretramento sulle conquiste sociali; allo smarrimento del significato del “fare politica” ed al suo imbarbarimento, e non solo nel linguaggio. Viviamo nell’epoca della perdita di autorevolezza perfino del CSM il quale porterà inevitabilmente ulteriore insicurezza e mal di pancia fra i cittadini. Il nostro è il Paese dove l’evasione fiscale non ha eguali fra quelli più avanzati, così come la pressione fiscale, iniqua ed ingiusta, nei confronti dei cittadini, ma anche delle imprese.

Viviamo nel paradosso per cui il lavoro a tempo determinato, la somministrazione e l’esternalizzazione costano meno rispetto ai cosiddetti “posti fissi”! Invece, è proprio il precario ad avere bisogno di più protezione sociale, il somministrato rischia di essere precario a vita, mortificato nel mancato sviluppo della propria sfera famigliare, così come va ricordato che nelle aziende che fanno outsourcing ci sono altri lavoratori portatori di conoscenza e competenza ancor prima della mano d’opera specializzata a basso costo. Il “valore aggiunto” contrasta ancora oggi con gli interessi dei Lavoratori che vogliamo rappresentare...

Il sistema scolastico che pur tra mille difficoltà, sforna menti eccelse, va ad arricchire i paesi esteri. Una situazione deprimente che influisce sulle tante carriere morte sul nascere, nel conflitto fra gerontocrazia e giusto ricambio generazionale, ovvero un’uscita progressiva dal mondo lavorativo ed un contestuale, graduale, inserimento di forze fresche senza dispersione di conoscenza e di esperienza, favorendo così i giovani che avanzano sulle proprie gambe. Con merito e non per pura paraculaggine!

Questione immigrazione: il buonismo acritico delle sinistre è collimato col volere dei potentati, col duplice effetto di importare mano d’opera a basso costo (i nuovi schiavi) e di comprimere i diritti duramente conquistati a caro prezzo e col sangue dai lavoratori.

Il popolo africano, in particolare, è oggi ancora più sfruttato dalle tante multinazionali grazie anche alla complicità di alcuni politici corrotti (se non nella indifferenza più totale della politica tutta).

Un vero Socialista lotterebbe per loro emancipazione e non per favorirne la fuga dalle proprie terre.

Per tutto ciò, non possiamo fare un’analisi onesta della situazione sociale, politica ed economica odierna, senza uno spirito critico nei confronti della modernità, dell’ideologia unica, imperante e più pervasiva della storia.

Siamo già oltre quel “vecchio capitalismo” come lo conoscevamo e che tentavamo di governare o, nella migliore delle ipotesi, di correggere.

Il centro-sinistra odierno, annichilito e prono ai desiderata dei gruppi di potere, non è più in grado di elaborare programmi di governo che non siano stilati su mere basi tecniche, secondo la logica dei freddi numeri (i famosi “saldi invariati”) o in base all’utilitarismo di parte, sempre opposto a lavoratori ai giovani ed ai pensionati...

Equilibrio fra meriti e bisogni, la tutela dei più deboli, delle minoranze, delle diversità e delle libertà, il sostegno alle famiglie, sempre più svilite, cellule fondanti di una comunità degna di questo nome, la logica dell’interesse comune, il contrasto alla disgregazione degli stati sovrani in favore della globalizzazione deregolamentata.

Rispetto a quest’ultimo punto è sicuramente compiuta la libera circolazione delle merci, piuttosto che delle persone.

Il mainstream dell’informazione, la neo lingua e i gli anglicismi Orwelliani contribuiscono alla confusione nell’opinione pubblica e alla distorsione a senso unico della realtà. Un esempio: “sovranismo” o “sovranità popolare” non sono parolacce!

L’Europa esiste solo come BCE e moneta sovranazionale che basa il suo sistema sul debito (con tutte le sue contraddizioni) il consumismo e il concetto di illimitatezza.

Non siamo per la decrescita felice, ma nemmeno per la crescita come parametro di riferimento per la qualità della vita, o precondizione per il sostentamento delle classi più deboli. La redistribuzione di una consistente parte della ricchezza è imprescindibile: c’è chi ha troppo e chi a troppo poco. E qui i meriti non c’entrano nulla, semmai c’entrano i favori, in primis, di natura fiscale e altro ai soliti noti. Si pensi alle multinazionali, all’e-commerce, etc...

 

QUALE ORGANIZZAZIONE

L’inesorabile declino di Forza Italia, direttamente proporzionale a quello del suo leader e fondatore, molto probabilmente porterà ad un rimescolamento e riequilibrio delle forze di centro-destra con in primis i “partiti-personali” di Lega-Salvini e Fratelli d’Italia-Meloni oltre a ciò che rimarrà del partito fondato da Berlusconi. Nel centro-sinistra rimane il PD con ancora tutte le sue contraddizioni (e forse pure di nuove) ora al governo con un ondivago M5S privo di anima, che ha costruito le sue fortune (come la Lega) sui molti delusi, soprattutto del centro sinistra e appartenenti ai ceti più sofferenti.

Noi siamo altro. Non agiamo nel nome di un capo, non ci interessa redigere un contratto di governo (termine infelice) ma pensiamo a qualcosa di più grande e più nobile, basato sulla progettualità incardinata sui nostri ideali, in coerenza con i valori e col quadro generale della nostra visione di società e di libertà individuali.

Dobbiamo, umilmente, riaffermare la nostra cultura, prima ancora della nostra storia. Non possiamo e non vogliamo tornare ad essere quelli di un tempo.

Cambiamo noi stessi ed il nostro modo di fare per affermare le stesse, valide, ragioni del passato. Abbracciamo le istanze di chi per vari motivi persegue i nostri stessi obiettivi e penso ai Radicali, ai Repubblicani, alle associazioni politiche e culturali che si rifanno ai nostri stessi ideali, facendo sistema con tutti loro.

Dobbiamo riavvicinarci ai giovani e non il contrario. Essi sono i più colpiti da questa crisi di valori, soffrono del più alto tasso di disoccupazione di tutti i tempi, smarriti, senza ideali né obiettivi. I più non conoscono nemmeno il sindacato.

Contribuiamo alla condivisione della conoscenza in campo amministrativo con sindaci, consiglieri ed assessori di tutta la provincia.

Realizziamo Forum tematici nei quali ci si possa aggiornare o si possano formare nuovi quadri, nuovi rappresentanti politici degni di questo nome. Che possano fare esperienza, fin dalle liste civiche, comune per comune, e così a salire, con pazienza e soprattutto con coerenza che vuol dire anche mantenendo aperto il dialogo con tutte le forze di sinistra, evitando di cadere in un inutile e controproducente isolazionismo.

L’autonomia è ben altra.

Ci riteniamo, altresì, autonomi rispetto all’evoluzione dello scenario nazionale, ovvero, senza apparentamenti a questo o a quel Partito, a questa o a quella associazione. Per contare occorre una certa massa critica e ad oggi nessuno è in grado di produrla.

Quale possibile futura soluzione, dunque?

Proponiamo un patto federativo di tipo “amministrativo” su base regionale tra partiti politici locali, associazioni politico-culturali e chiunque creda nell’aggregazione e nell’organizzazione sul territorio per ricostruire la base e la partecipazione della nostra gente e non solo.

Parimenti, proponiamo una costituente nazionale, prettamente “politica”, generata dalle espressione e delle sensibilità regionali (già sintesi dei vari territori) ripartendo con l’azzeramento delle attuali cariche dei dirigenti che vorranno farne parte, che rinunciano al mantenimento delle vecchie rendite di posizione, spesso derivanti da troppe stratificazioni che nel tempo li hanno condizionati in peggio.

 

QUALE AZIONE

Torniamo a noi e a cosa possiamo fare oggi, nel nostro territorio.

Costituiremo una Rete di Comunità che dibatta sulle varie tematiche e si esprima pubblicamente in piena autonomia. Avremo un portavoce ma non necessariamente un segretario, un Consiglio Direttivo e un’”Assemblea Aperta” ai tesserati della nostra Comunità, oltre ai tesserati di Partiti affini al nostro movimento e ai non iscritti, con diritto di parola ma non di voto. Aperta al confronto con tutti i cosiddetti “corpi intermedi”.

Una Comunità predisposta ad integrare in sé le testimonianze di ispirazione laica, civica e riformista che attualmente, o non sono sufficientemente accreditate nell'attuale struttura partitica del centro-sinistra, o sono relegate in una minorità di solitudine o di marginalità.

Tra questi ultimi, se volessero chiedere di entrare come membri effettivi dell’Assemblea o candidarsi in liste che godranno del nostro appoggio, dovrà necessariamente assumere pieni diritti e doveri con l’effettivo tesseramento alla nostra Comunità.

Saremo snelli, ma non a discapito della trasparenza interna.

Saremo agili, ma sempre coerenti con le linee decise dai vari gruppi di lavoro.

Per fare ciò i gruppi di lavoro territoriali (cremasco, cremonese e casalasco)

condivideranno ogni tipo di informazione o comunicazione da e verso l’esterno, agendo però autonomamente nella propria area territoriale.

 

CONCLUSIONI

Poiché oggi, per quanto precedentemente affermato, il centrodestra e il centrosinistra, nella prassi, sono quasi intercambiabili, noi ci proponiamo di pensare e fare cose Socialiste, ovvero, secondo la chiave di lettura odierna, né di destra né di sinistra, ma bensì, noi intendiamo tornare per essere La Sinistra!

Grazie

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