PARTE DA COMO LA LEOPARDIANA “SOCIAL CATENA” di Giuseppe Nigro

31 luglio 2019

PARTE DA COMO LA LEOPARDIANA “SOCIAL CATENA”  di Giuseppe Nigro

A Como rimane vivo un luogo fisico che ha nella storia politica della città una sua importanza: si tratta del Circolo Willy Brandt. La denominazione completa è Circolo culturale europeo. Il richiamo al leader socialdemocratico tedesco e all’Europa evocano parecchio. Siamo nella sede che fu un tempo la Federazione dei socialisti comaschi, in un quartiere operaio, all’interno di un edificio pensato per lavoratori.
Sabato, 27 luglio 2019, un gruppo di compagni  con storie diverse, insofferenti del presente, si è ritrovato per  discutere del futuro del Paese non delle proprie biografie e del passato. Quasi commovente l’insistenza dei più al richiamo che rinasca in Italia una forza che nel socialismo abbia il suo riferimento. Altrettanto forte la consapevolezza che in Italia il termine socialismo non goda di riconoscimento come in Europa (nonostante la crisi che lo attanaglia)
Eppure, oggi, è il termine sinistra, quanto mai abusato, ad aver perso di senso. Collocarsi geograficamente in un settore dello schieramento politico piuttosto che un altro è insignificante.
Con gravi lacune, in giro per l’Europa, vi sono ancora singoli, settori di partiti storici che si richiamano al socialismo, perché ne ravvisano l’utilità come cultura politica capace di mobilitare valori e orientare la critica al sistema capitalistico, purtroppo, acriticamente accettato dai settori liberal democratici che hanno egemonizzato le sinistre negli ultimi anni.
L’idea di rivisitare Leopardi per pensare lontano è servita ai presenti per uscire dagli schemi consueti del dibattito politico. Quando il poeta di Recanati denunciava il distacco, il disinteresse della natura verso le sorti dell’umanità e i suoi drammi, vide come possibile superamento della disperazione lo stringersi degli uomini in una social catena, la scelta della solidarietà per riscattare la specie umana. Nobile natura è quella che a sollevar s’ardisce contro il fatalismo deterministico. Qualcuno parlò di un Leopardi “sovversivo”, sicuramente non rassegnato.
Con piacere troviamo su “L’Espresso” di domenica 28 luglio 2019 l’articolo di Antonio Moresco,  Compañero Leopardi, dove si legge che abbiamo bisogno di uno sguardo insurrezionale.   L’insurrezione di Moresco si riferisce alla necessità di radicalità del pensiero, non è aplogia della violenza. Egli vuole insorgere contro i punti di non ritorno che potrebbero portare all’estinzione della specie.
Il grido di Leopardi disperato e combattivo contro la natura oppressiva e fatale si è, oggi, ribaltato  nei richiami alla necessità di salvare il pianeta, prima che il riscaldamento climatico lo desertifichi e metta a rischio la stessa stirpe umana. In Italia si è teso a ironizzare molto su Greta Thunberg. A vivere la battaglia ambientalista della giovane svedese contro il riscaldamento del pianeta con una certa insofferenza. A coglierne soprattutto la dimensione mediatica, melodrammatica, e sottovalutarne i contenuti, le ragioni del suo mobilitarsi.
Colgo nelle parole di Greta toni accorati e anche disperati quando dice ai politici del pianeta: Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi. È un’accusa contro una società indifferente verso le degenerazioni climatiche e i danni che la umana specie sta facendo al pianeta e soprattutto a se stessa. Greta denuncia: Molti soffrono per garantire a pochi di vivere nel lusso.
Non c’era modo più semplice e diretto per denunciare le profonde ingiustizie di un modello di sviluppo sperequato e pericoloso. La consapevolezza che le risorse del pianeta non sono infinite è un’acquisizione recente e soltanto individui e caste asociali ciniche e indifferenti possono pensare di fruirne in modo indiscriminato senza pensare alle generazioni future.
L’Italia è un Paese fratricida: nella politica, nella vita sociale, in ciò che resta del mondo culturale,
sostiene Moresco nel suo articolo. Un’accusa terribile! Come sanno lanciare soltanto gli scrittori morali.
Per questo non basta di fronte alla cupezza del tempo presente una indistinta sinistra… Mi accontenterei almeno ad una social catena...

Vai all'Archivio