NRW vs. GRECIA, di Felice Besostri, dall’Avvenire dei lavoratori

01 giugno 2010

NRW vs. GRECIA, di Felice Besostri, dall’Avvenire dei lavoratori

Non è un caso che il vertice europeo per il salvataggio della Grecia fosse stato convocato per il giorno 10 maggio, cioè all'indomani delle elezioni nel Land della NRW (Renania Settentrionale Vestfalia), appena 8 giorni prima del fatale 19 maggio, il giorno della scadenza di obbligazioni greche, che il governo ha dichiarato di non essere in grado di rifinanziare con ricorso al mercato finanziario. L’aggravarsi della situazione dei mercati finanziari ha costretto la UE a riunirsi lo stesso giorno delle elezioni nella NRW.
Il Land NRW è il più popoloso della Germania, con i suoi 18 milioni di abitanti: se fosse uno stato indipendente nella Unione Europea sarebbe l'ottavo tra gli stati più grandi. Gli abitanti totali di Piemonte, Lombardia e Veneto corrispondono a un dipresso a quelli della NRW. Quel Land costituisce il primo test elettorale della coalizione giallo nera, FDP e Union CDU-CSU, della Merkel, la cui popolarità è in calo : i partiti al governo sono divisi sulla politica economica, sui tagli al welfare e/o alle tasse e la Merkel appare più propensa a barcamenarsi. piuttosto che di esercitare una leadership. Le incombenti elezioni nella NRW avevano contribuito alla paralisi, perché, come ha denunciato la SPD, non si sarebbero fatte scelte significative prima delle elezioni, con il rischio di scontentare i più e di aumentare i dissensi interni alla coalizione La posta in gioco non è solo il governo del Land, ma anche la maggioranza nel Bundesrat, la seconda Camera della RFT, espressione degli esecutivi regionali: senza la NRW la maggioranza di governo dipende anche dai Land governati dalla CDU-SPD. La coalizione governativa dispone di 37 voti su 69, 6 dei quali sono quelli attribuiti alla NRW.
Senza l'incapacità della Sinistra (SPD e Linke) e dei Verdi di trovare un'intesa nella Saar e in Turingia e senza i mandati suppletivi e perequativi dello Schleswig-Holstein il governo sarebbe già in minoranza nel Bundesrat.
La NRW rappresenta quasi il 22% della popolazione tedesca e uno dei Land, che, malgrado la crisi della Ruhr, maggiormente contribuisce al PIL tedesco e le sue vicende politiche hanno caratterizzato la Germania del secondo dopoguerra.
La competizione tra CDU e SPD è sempre stata alta. Nelle 14 tornate elettorali dal 1947 al 2005 la CDU è stata per 8 volte il primo partito. La SPD e sempre stata sopra il 45% dal 1966 al 1995 e sopra il 40% dal 1962 al 2000, conquistando la maggioranza assoluta dei voti e dei seggi nel 1985 e nel 1990 e dei soli seggi nel 1980: la CDU conquistò invece la maggioranza dei voti e dei seggi una sola volta nel 1958. La NRW era fino alle elezioni federali del 2005 uno dei bastioni rossi e che ha espresso leader carismatici e popolari della SPD come Johannes Rau, che è stato Ministerpresident della NRW (1978-1998) e Presidente federale (1999-2004), un dirigente purtroppo scomparso nel 2006, uno dei periodi più difficili per la SPD: scissione di Lafontaine, formazione della Linke, elezioni anticipate e Grosse Koalition nel fatidico 2005.
Il governo regionale uscente è una coalizione CDU- FDP eletto nel 2005 dopo che la coalizione uscente SPD- Verdi è stata battuta e con la CDU, che con il 44,8% conseguì il suo 5° miglior risultato dal 1947. La SPD passò da 102 seggi su 231 a 74 su 187 e i Verdi da 17 a 12; una sconfessione della coalizione rosso-verde, neppure imputabile ad un'accresciuta concorrenza a sinistra: la PDS ottenne un modestissimo 0,9% e la WASG di Lafontaine un 2,2%, bensì all'astensione di importanti segmenti elettorali 3 milioni di voti nelle regionali del maggio del 2005 e 4 milioni nel settembre dello stesso anno, calati a 2.678.956 nelle elezioni federali del 2009. Nei sondaggi la SPD era data in ripresa rispetto alle elezioni federali, ma ancora lontana dai pur negativi risultati delle regionali precedenti.
La sfida a sinistra è rappresentata dal recupero della SPD e dal risultato della Linke, soprattutto se avviene non a spese dirette della SPD, ma con la conquista di nuovi elettori e il recupero dell'astensionismo di sinistra. La Linke deve confermare il superamento della Sperrklausel del 5% poiché non è immaginabile che conquisti uno dei 128 mandati diretti su 181: l'elettorato di sinistra è molto più maturo dei dirigenti dei suoi partiti: nei collegi uninominali maggioritari vota SPD per battere il candidato democristiano, cioè vota utile col cervello, riserva il voto di cuore al Secondo voto, (ZwSt), quello proporzionale alle liste bloccate a livello di Land, che è quello che determina la composizione definitiva del Landtag, grazie ai mandati aggiuntivi alle liste penalizzate nelle elezioni dirette: nel 1990 furono addirittura 58.
Sulla base dei risultati delle Europee del giugno 2009 la Linke, con il 4,6%, è sotto la soglia del 5%, che aveva superato con le elezioni federali del 2005 con il 5,2% e con quelle del settembre 2009 con lo 8,4% del Secondo voto e lo 7,1% del Primo voto. Il vero termine di paragone per la Linke è lontano nel tempo ed è costituito dai risultati del KPD, il Partito Comunista di Germania, che nel 1947 ebbe una percentuale del 14%, affermandosi come il terzo partito del Land. La Linke è, invece, al 5° posto. La Linke ha affrontato queste elezioni senza il carisma di Oskar Lafontaine, che si è sostanzialmente ritirato dalla vita politica federale sia per ragioni di salute, che per il disastroso esito finale della vittoria nella Saar, a lui in gran parte imputabile, oltre che all'allineamento al potere dei Verdi. Nella NRW vi è lo stesso problema: nei sondaggi vi è una maggioranza rosso-rosso- verde che oscilla, tra il 51 i il 52%, ma le maggioranze si fanno con la politica, prima che con i numeri, così è stato nelle elezioni federali del 2005 e nelle regionali nella Saar e in Turingia del 2009, maggioranze di sinistra sulla carta si sono tradotte in una Grosse Koalition a guida democristiana a livello federale e in Turingia e in una coalizione CDU-FDP-Verdi nella Saar, chiamata Jamaika dai colori di quella bandiera, nero giallo verde. Una tale soluzione soluzione non è esclusa a priori per la NRW, perché la marcia verso il centro dei Verdi non è finita in Germania e in Europa, anzi è appena all'inizio. La SPD con il Congresso di Dresda nel 2009 sembra aver tratto un qualche insegnamento dagli errori del passato: lo spostamento dell'asse politico a sinistra appare chiaro, anche se con qualche ambiguità segnalate dal risultato di Andrea Nalles, storica esponente della sinistra socialdemocratica per la segreteria generale e dalla riconferma nel Parteivorstand di Christoph Matschie, il protagonista del sabotaggio di un governo di sinistra SPD-Linke in Turingia a guida di una donna socialdemocratica. Per la SPD non è più tempo di calze rosse in scarpe nere, ma di perseguire con determinazione e coerenza un'alternativa alla CDU. La Linke a sua volta deve decidere se la SPD è un avversario da battere o un alleato da conquistare. Nella Linke ci sono 4 componenti quella della ex SED, quella socialdemocratica di sinistra, la sinistra extraparlamentare e quelli che son arrivato direttamente prima alla PDS o poi alla Linke. Una preminenza dei primi è di ostacolo ad un'espansione elettorale fuori dalle zone ex DDR. Lafontaine ha occidentalizzato la Linke, ma anche teso i rapporti con il partito di provenienza. Gli extraparlamentari sono portatori di una visione settaria. Nuovi rapporti a sinistra possono nascere dall'iniziativa del quarto gruppo, che si incontri con una generazione politica della SPD non segnata dalla divisione della Germania e dalla contrapposizione socialismo democratico-comunismo sovietico.
Il 22 marzo è scaduto il termine per la presentazione delle liste per le elezioni nel Land della Renania Settentrionale- Vesfalia (NRW) del 9 maggio 2010. In Germania ricorsi e impugnazioni si possono fare ed esaurire senza interferenze sulla campagna elettorale vera e propria, a differenza dell'Italia, come nel caso del Lazio.. In Germania i partiti rappresentati nel Parlamento nazionale sono soltanto cinque, nei Länder spesso solo quattro, eccezionalmente sei, quando entra l'estrema destra , eppure tale risultato è raggiunto consentendo l'ammissione di un numero elevato di liste e non con artificiose barriere come in Italia.
I partiti già rappresentati nel parlamento del Land non devono raccogliere firme: ma per quello non rappresentati ne bastano 1.000, un decimo di quelle necessarie in Lombardia. Per accedere al finanziamento delle campagne elettorali in Germania basta lo 0,5%, mentre in Italia bisogna aver eletto almeno un consigliere regionale, cioè in alcune regioni il 4%, sempre alla faccia dell'art. 51 della Costituzione. La Corte Costituzionale deciderà sulla questione il prossimo 6 luglio in relazione alle elezioni europee, ma la questione giuridica è la stessa.
La campagna elettorale nella NRW è incentrata sulle questioni specifiche del Land, malgrado la sua valenza di test nazionale della popolarità della Merkel e la sua proiezione sui destini della Grecia.
In Italia le politiche delle regioni, con le accresciute competenze derivante dalla riforma dell'art. 117 della Costituzione, sono state le grandi assenti dalla campagna elettorale.
Un altro insegnamento potremmo trarre dall'esperienza tedesca, quella di evitare che le regionali si tengano quasi tutte nelle stessi giornate. Soltanto le regioni a statuto speciale e per loro vicende particolari l'Abruzzo e il Molise non hanno votano il 28/29 marzo 2010, in Germania votano contemporaneamente, nello steso giorno, al massimo 3 Länder. In Germania 4 Länder hanno votato nel 2008, 5 nel 2009, nel 2010 solo la NRW e forse le elezioni anticipate nello Schleswig-Holstein e nel 2011 altri 5 La discussione sulle competenze specifiche della Regione e di come sono state esercitate prevalgono allora sui temi di carattere generale come deve essere in uno stato veramente federale e non in quella caricatura di federalismo, che la Lega Nord è riuscita a contrabbandare. In uno stato federale, ma anche in uno stato dalle forti autonomie come la Spagna, il giuramento dei candidati presidenti di regione nelle mani del Capo del Governo avrebbe fatto indignare, ancor più che ridere.
Le resistenze della Merkel si spiegano con l'opposizione, stando ai sondaggi, del 57% dei tedeschi alla concessioni di prestiti alla Grecia. E' una scelta miope in un'ottica europea, che rischia di far costare di più l'intervento di salvataggio ovvero di mandare la Grecia in default con effetti domino sui paesi con un elevato deficit di bilancio, Italia compresa. L'incapacità dell'Europa, per scelte tedesche, non è la prima volta, che ha effetti tragici. Alla vigilia della crisi jugoslava c'è stato un mancato prestito alla Banca centrale della RFJ. La Germania di Kohl (e il Vaticano) avevano scommesso sulla disintegrazione jugoslava, infatti riconobbero subito l'indipendenza slovena e croata. I costi umani, sociali ed economici delle guerre civili inter-jugoslave non sono mai entrati ufficialmente nei nostri bilanci politici. Il governo socialista greco e il suo popolo stanno pagando le colpe del governo conservatore e dei truffatori internazionali della Goldman Sachs senza la solidarietà internazionale, di cui hanno bisogno e diritto. Un'intesa è stata raggiunta in extremis e non è detto che alla lunga funzioni.
La novità di queste elezioni è rappresentata anche dalla nuova legge elettorale, che introduce per la prima volta in un Land il doppio voto, con il primo( Erststimme) si elegge un candidato nel collegio uninominale maggioritario, con il secondo(Zweitstimme) si votano le liste regionali con distribuzione proporzionale. I collegi uninominali sono 128e gli altri 53. Tuttavia se un partito ottiene mandati diretti in numero superiori a quelli spettanti in base alla percentuale ottenuta nel secondo voto, li conserva, ma gli partiti ottengono mandati compensativi, in modo che nella assemblea del Land abbiano un numero di seggi pari alla percentuale ottenuta nel secondo voto.
I partiti o gruppi di elettori in lizza sono 25, ma di essi ne sono entrati nel Landtag soltanto 5,cioè SPD (34,5%), CDU (34,3), Verdi (12,6%), FDP (6,5%) e Linke (6%) con una partecipazione al voto al minimo storico del 59,1%(-3,9% rispetto al 2005). SPD, Verdi e Linke ottengono più del 53% dei voti. La distribuzione dei seggi non sarà confrontabile con quella del Landtag precedente, a causa della nuova legge elettorale, nel caso fossero attribuiti seggi aggiuntivi e compensativi e, comunque, dal numero di partiti che superano il 4%. Nel Landtag uscente la CDU aveva 89 seggi, la SPD 74 e i Verdi e Liberali 12 ciascuno.
La sconfitta della coalizione liberal-democristiana uscente era stata preannunciata dai sondaggi. La Merkel ha pagato la paralisi decisionale motivata da queste elezioni, tuttavia la crisi greca, per i suoi riflessi sulla stabilità dell’Euro, non poteva aspettare e la sofferta adesione al piano di salvataggio ha dovuto essere votata dal Bundestag, prima delle elezioni. Sul piano parlamentare la decisione ha mostrato le divisioni dell’opposizione, perché i Verdi e 4 socialdemocratici hanno votato a favore della proposta governativa. Con questo i Verdi hanno lanciato un segnale di disponibilità, come già nella Saar ad un governo di coalizione con liberali e democristiani, nel caso che una maggioranza rosso-verde dovesse dipendere dalla Linke. La Linke è in piena polemica precongressuale, poiché il Forum del Socialismo Democratico ha liquidato la proposta di Programma Fondamentale, come “neo-comunista” per la sua semplificazioni nel presentare il capitalismo contemporaneo. La candidata alla presidenza del Land della SPD, Hannelore Kraft aveva dichiarato alla vigilia del voto, che la Linke “ né è capace di governare, né ne ha la voglia”. Per le soluzioni il tempo è do trenta giorni, nella seduta del Landtag del 9 giugno prossimo si dovrà eleggere il Ministerpresident, la cui posizione costituzionale è molto forte e può governare anche con una maggioranza relativa.
In Germania, come nei paesi scandinavi, è considerato politicamente immorale che le opposizioni convergano unicamente per abbattere un governo, senza avere un candidato alternativo ed un programma comune. Nella attribuzione provvisoria dei seggi SDP e CDU sono in parità con 67 seggi a testa, i Verdi ne hanno 23, la FDP 13 e la Linke 12. SDP e Verdi hanno 90 seggi su 181. L'unica formula autosufficiente è una Grosse Koalition, salvo che i Verdi non si imbarchino in una coalizione di centro-destra. A meno di clamorosi colpi di scena la socialdemocratica Hannelore Kraft sarà la Ministerpresidentin della Renania Settentrionale-Vestfalia, malgrado che la SPD abbia conseguito il suo peggior risultato degli ultimi 50 anni, perdendo 130.000 voti verso l’astensione e 70.000 verso la Linke.

Vai all'Archivio