NORBERTO BOBBIO

31 agosto 2004

NORBERTO BOBBIO

La notizia della sua morte forse prevedibile appare comunque per tutti noi come inaspettata e persino prematura. Tutti ci sentiamo più soli. Ci manca un pilastro importante. Al paese e alla sua democrazia è venuto a mancare un riferimento che per anni abbiamo pensato eterno. Morto l'uomo rimangono i suoi scritti, il suo lavoro e il suo pensiero. Utilizzabile e prezioso. Adesso come da agenzia è giusto ripercorre le fasi fondamentali della sua vita. Norberto Bobbio è nato a Torino il 18 ottobre 1909. Il padre Luigi, originario della provincia di Alessandria, era uno dei piu' noti chirurghi della citta', primario all'ospedale San Giovanni. Gli anni della sua formazione vedono Torino come centro di grande elaborazione culturale e politica. Al Liceo Massimo D'Azeglio conosce Vittorio Foa, Leone Ginzburg, Cesare Pavese. All'Universita' diventa amico di Alessandro Galante Garrone. Si laurea in legge e filosofia. Dopo aver studiato Filosofia del Diritto con Solari, insegna questa materia a Camerino (1935-38), a Siena (1938-40), e a Padova (1940-48). Il suo peregrinare per l'Italia lo porta a frequentare vari gruppi di antifascisti. A Camerino conosce Aldo Capitini e Guido Calogero e comincia a frequentare le riunioni del movimento liberalsocialista. Da Camerino si trasferisce a Siena, dove collabora con Mario delle Piane, e infine, nel 1940, a Padova, dove diventa amico di Antonio Giuriolo. Collabora anche con il gruppo torinese di Giustizia e Liberta', con Foa, Leone e Natalia Ginzburg, Franco Antonicelli, Massimo Mila. Nel '42 aderisce al partito d'azione. A Padova collabora con la Resistenza, frequentando Giancarlo Tonolo e Silvio Trentin. Viene arrestato nel 1943. Nel dopoguerra insegna Filosofia del Diritto all'Universita' di Torino (1948-72) e Filosofia della politica, ancora a Torino, dal 1972 al 1979. Dal 1979 e' professore emerito dell'Universita' di Torino. Una storia, quella di Bobbio, caratterizzata dalla scelta di non essere protagonista della vita politica attiva anche se e' sempre stato presente e partecipe, diventandone un punto di riferimento, del dibattito intellettuale e politico degli ultimi trenta anni. Nel 1966 sostiene il processo di unificazione fra socialisti e socialdemocratici. Ed e' del 1984 la polemica che il filosofo apre con la 'democrazia dell'applauso' varata da Craxi nel Congresso di Verona. Bobbio la attacca apertamente e Pertini, in una lettera alla moglie del filosofo Valeria Cova, scrive: ''Glielo dica, glielo dica, i suoi giudizi sono anche i miei''. Nel luglio dello stesso anno Pertini lo nomina senatore a vita. Bobbio ha ricevuto la laurea ad honorem nelle Universita' di Parigi, di Buenos Aires, di Madrid, di Bologna, di Chambery. E' stato a lungo direttore della Rivista di Filosofia insieme con Nicola Abbagnano. Il suo testamento filosofico e politico e' contenuto nella sua vasta produzione intellettuale classificata dal Centro Studi Pietro Gobetti di Torino in circa 5000 titoli tra volumi, saggi, lezioni, articoli, recensioni e interviste. Il volume piu' significativo soprattutto per i suoi risvolti politici e' considerato 'Destra e Sinistra' (1994). Andando a ritroso nel tempo troviamo 'L'eta' dei diritti'; 'Thomas Hobbes'; 'Il terzo assente'; 'Maestri e compagni'; 'Il futuro della democrazia'; 'I problemi della guerra e le vie della pace'; 'Quale socialismo'; 'Una filosofia militante: studi su Carlo Cattaneo'; 'Saggi sulla scienza politica in Italia'; 'Profilo ideologico del Novecento Italiano'; 'Da Hobbes a Marx' del 1965. Titoli che documentano il cammino del pensiero del filosofo torinese che ha dedicato la prima parte della sua produzione al diritto e alla scienza giuridica.

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