NIENTE SCONTI ALLA LEGA, di Peppino Caldarola, da Il Riformista del 22 giugno 2010
22 giugno 2010
Si sono sprecati gli elogi alla Lega in questi ultimi mesi. Sta sul territorio, ha buoni amministratori locali, è un elemento di stabilità del governo. Anche a sinistra crescono gli ammiratori dei nordisti che spesso vengono indicati come un esempio da imitare. Tuttavia quando la Lega esce al naturale, come è accaduto a Pontida, ci si accorge che il suo impianto culturale fa veramente schifo. Cori anti-meridionali dalla platea, appelli alla secessione da parte di Castelli, caccia agli immigrati nelle parole del governatore del Veneto Zaia. Sono ormai decenni che la Lega domina la vita pubblica italiana ma nessuna forza politica ha mai avviato una seria riflessione fra questo mix di governismo e di pulsioni xenofobe e anti-italiane. Il partito di Bossi ha avviato una vera e propria strategia di occupazione del potere con l’ambizione di penetrare persino nel profondo del sistema bancario. Lottizza dovunque arrivi e piazza uomini suoi dappertutto. Alimenta campagne anti- politiche ma collabora con tutte le cricche senza arrossire né mai avere un ripensamento. I suoi alleati di governo pensano che sia un prezzo giusto da pagare per tenere in piedi questa armata Brancaleone guidata da Berlusconi. La sinistra spera che ancora una volta Bossi stacchi la spina lasciando il PDL alla sua solitudine. Per anni la Lega al Nord è stata costretta a risultati elettorali modesti perché è stata contrastata la sua impostazione culturale. Oggi non lo fa più nessuno. Quando ci toglieremo il bavaglio?
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