MONDO MUSSULMANO: TRASMIGRAZIONE E TERRORISMO - di Giancarlo Meda, 11 ottobre 2005
18 ottobre 2005
PREMESSA
Il mondo mussulmano è diventato oggetto di grande interesse per due fenomeni che si sono manifestati nei tempi recenti: trasmigrazione massiccia di mussulmani nei Paesi dell’Europa Occidentale e negli Stati Uniti e il terrorismo che ha origine nel mondo mussulmano nei confronti principalmente di questi Paesi e di Israele.
Questi due fenomeni, che pur diversi hanno talvolta dei punti d’intersecazione, stanno creando problemi e mutamenti di carattere sia religioso sia politico sia economico-sociale nei Paesi di provenienza e nei Paesi di destinazione della trasmigrazione e nei Paesi oggetto di terrorismo.
La trasmigrazione e il terrorismo hanno in comune come obiettivo, la convivenza nel caso della trasmigrazione e la lotta nel caso del terrorismo, il mondo occidentale, che è prevalentemente cristiano.
MONDO MUSSULMANO E MONDO OCCIDENTALE
Importante è sia fotografare sinteticamente lo status religioso, economico-sociale e politico del mondo mussulmano prima che iniziassero i suddetti due fenomeni sia confrontare gli aspetti religioso, economico-sociale e politico tra il mondo mussulmano e il mondo cristiano, soggetti e oggetti dei due fenomeni.
Il mondo mussulmano, antico di quasi 1400 anni, dal punto di vista religioso è diviso principalmente in due interpretazioni del testo sacro ed entrambi non hanno una gerarchia religiosa ufficialmente istituzionalizzata.Il potere religioso è quindi decentrato anche se esistono scuole e uomini religiosi autorevoli di riferimento. Anche se tutti i mussulmani devono conoscere il testo sacro, che viene loro insegnato nell’infanzia, e professano esteriormente, come in ogni religione, esistono fra di loro diversi gradi di sensibilità religiosa dal fondamentalismo alla passività.
Dal punto di vista economico-sociale il mondo mussulmano è prevalentemente costituito da persone dedite all’agricoltura, alla zootecnia e al commercio e in numero molto ridotto alle attività industriali e alle nuove tecnologie con basso impulso a un’autonoma innovazione, anche se nel lontano passato fondamentali contributi siano stati dati dal mondo mussulmano. La ricchezza e la cultura, nella maggioranza dei casi, è posseduta da una bassa percentuale della popolazione e la classe media è praticamente assente.
Inoltre alcuni Paesi mediorientali, nella sfera del mondo mussulmano sia sciita che sunnita, posseggono significative riserve di petrolio, fondamentale per la produzione di energia nei Paesi Occidentali, da essa ancora dipendenti per il loro benessere.
Politicamente il mondo mussulmano, essendo la religione nata in Medio Oriente e diffusa in molti Paesi dall’Estremo Oriente all’Africa, vive situazioni assai diverse in base al Paese d’appartenenza.
Vi sono Paesi in cui il potere politico si basa sulla religione e Paesi in cui il potere politico laico riesce a far convivere religioni diverse. Nei Paesi in cui il potere politico si identifica con la religione, il potere religioso è istituzionalizzato e l’espansione della religione coincide con l’espansione dell’influenza del Paese. Tali Paesi tendono a diffondere la religione mussulmana. Tranne rare eccezioni, i Paesi del mondo mussulmano non hanno istituzioni basate su una costituzione e metodi democratici nell’elezione della classe politica.
Dal punto di vista strettamente religioso il mondo occidentale-cristiano, antico di quasi 2000 anni, è anch’esso composto da diverse interpretazioni del suo testo sacro e da persone aventi gli stessi diversi gradi di sensibilità religiosa. Ciò che contraddistingue le due religioni è il differente peso nella politica, essendo, ad esclusioni di casi più unici che rari, i Paesi non influenzati legislativamente da alcun credo convivendo credenti diversi e non credenti. Occorre ricordare che nella storia della cristianità vi sono stati però periodi in cui direttamente o indirettamente la religione ha gestito o influenzato praticamente il potere politico.
Nell’aspetto economico-sociale il mondo occidentale-cristiano è prevalentemente l’opposto del mondo mussulmano: tendenza all’innovazione, diverso rapporto tra industria, servizi e attività agricole e zootecniche. La distribuzione della ricchezza e della cultura nella maggioranza dei Paesi è più equilibrata per una più estesa presenza di una classe media. Questo status a seguito della globalizzazione e all’affacciarsi di nuove potenze economiche in particolare Cina e India, laiche dal punto di vista religioso, sta regredendo per un minor equilibrio nella distribuzione della ricchezza e per una più diffusa povertà.
Politicamente i Paesi sono praticamente laici per quanto concerne l’influenza della religione, i principali diritti del cittadino sono inseriti nelle singole Costituzioni, e sono tendenzialmente democratici, cioè presenza di partiti politici ed elezione dei rappresentanti nelle istituzioni attraverso libere elezioni.
TRASMIGRAZIONE
Il benessere essendo più sviluppato nei Paesi Occidentali è il fattore principale che spinge persone anche del mondo mussulmano a trasmigrare.
L’elevata maggioranza di tali persone non è costituita da fondamentalisti religiosi o politico-religiosi e quindi tendono ad inserirsi lentamente nei Paesi occidentali avendo quale obiettivo essenzialmente il miglioramento del tenore di vita.
La loro convivenza è più rapida e completa in funzione delle modalità e delle resistenze attuate dai Paesi che li accolgono.
Paesi dotati di leggi severe e chiare in tema di immigrazione e rispettosi dell’applicazione delle leggi, indipendentemente se cittadini o immigrati, hanno un’elevata capacità di convivenza, operando in modo organizzato e trasparente e riconoscendo i principali diritti umani, religiosi, politici e sociali, senza creare una forte competizione fra poveri del luogo ed immigrati.
L’Italia in particolare non avendo una solida tradizione nel rispetto delle leggi e una non univoca e chiara posizione nei confronti del riconoscimento per gli immigrati dei diritti umani, religiosi, politici e sociali rende il processo di convivenza arbitrario e incomprensibile, destabilizzando ulteriormente la pace sociale. Un esempio sta nel non dare un permesso a tutti gli immigrati presenti sul territorio in modo da avere una certa e trasparente conoscenza di dove risiedono e con quali fonti di guadagnano vivono e nell’esistenza di un rilevante mondo sommerso e di malavita organizzata a cui non conviene tale trasparenza. Analogamente l’assegnazione di una casa è impraticabile non avendo risolto lo stesso problema in modo corretto per gli stessi italiani, creando uno scontro tra italiani e immigrati. Lo stesso diritto di cittadinanza è legato non al luogo di nascita ma nell’avere genitori italiani.
Una frazione sempre presente ma minoritaria è costituita da immigrati che tendono a propagandare la religione mussulmana e a conservare le tradizioni religiose e dei Paesi di provenienza, principalmente provenienti da Paesi in cui la religione è alla base o influenza fortemente il potere legislativo, e tende a resistere alla convivenza pur senza arrivare a forme estreme di terrorismo. Nell’incontro svoltosi a luglio mi ha sorpreso, se ho inteso correttamente, la dichiarazione del relatore mussulmano che i mussulmani quando accettano la legge del Paese ospitante lo fanno per rispetto alla legge di Dio e ciò non è coerente con il riconoscimento dello stato laico.
L’influenza di tale frazione di immigrati sulla loro totalità è tanto più bassa quanto più il Paese che li accoglie è laico, democratico e rispettoso delle leggi.
TERRORISMO ARABO - MUSSULMANO
Il terrorismo arabo-mussulmano di difficile interpretazione non è quello relativo all’uccisione di nemici anche civili in una lotta di liberazione dagli occupanti del proprio Paese come ad esempio nel conflitto israelo - palestinese o di alcuni gruppi per la liberazione in Iraq, ma quello che ha avuto come più evidente manifestazione, né prima né unica, la demolizione delle due torri di New York nel settembre 2001 con uccisione di civili in una nazione in stato di non belligeranza e che sembra essere responsabilità di un gruppo arabo-mussulmano organizzato denominato Al Qaeda. Successivamente a tale atto molti altri attentati mortali sono stati effettuati contro civili principalmente cittadini di Paesi occidentali nel loro Paese o presenti in Paesi arabo-mussulmani o con comunità mussulmane.
Un’utile suddivisione potrebbe essere quella fra gli attentati rivendicati direttamente dal Al Qaeda e quelli rivendicati da altri gruppi organizzati di origine mussulmana direttamente o indirettamente influenzati o non da Al Qaeda.
Difficile poter conoscere gli esatti fini di Al Qaeda senza conoscere né come, né quando e né da chi è costituita. Alcuni importanti fatti noti sono:
- dagli anni ’80 in piena guerra fredda il fondamentalismo mussulmano inteso come condizionamento della religione sullo Stato si diffondeva, sovvenzionato in particolare dall’Arabia Saudita, in Paesi mussulmani non arabi;
- presenza in Al Qaeda, come capi e finanziatori, di combattenti arabo-mussulmani a fianco degli Stati Uniti, nella guerra fredda tra Occidente e URSS, per la liberazione dell’Afganistan contro l’occupazione dell’URSS;
- guerra del 1991 contro l’Iraq laico, ma con prevalenza mussulmana, da parte degli Stati Uniti, guerra finanziata anche dall’Arabia Saudita e appoggiata dall’Occidente;
- distruzione di un impianto industriale in Sudan a maggioranza mussulmano nel 1998 da parte degli Stati Uniti come reazione agli attentati in Kenya e Tanzania;
- l’attentato del 2001 e quelli precedenti hanno avuto come obiettivo gli Stati Uniti quale Paese guida e principale attore dell’Occidente;
- tutta l’area mediorientale suddetta è strategica economicamente per la presenza o per le reti di distribuzione del petrolio.
Potrebbe essere che alla fine della liberazione dell’Afganistan dall’URSS negli anni ‘80 ottenuta dagli afgani e dai combattenti arabi, tutti di religione mussulmana e con tradizione fondamentalista, ispirata dai principi occidentali di libertà e d’indipendenza sia politica che economica, non siano state create dall’Occidente le condizioni di libertà e indipendenza attese e come reazione si sia costituito un gruppo mussulmano fondamentalista che abbia manifestato con atti terroristici contro gli Stati Uniti quale principale rappresentante dell’Occidente. Pertanto i fini Al Qaeda potrebbero essere non solo religiosi ma anche politici ed economici.
La guerra contro l’Afganistan, quale sede di Al Qaeda, da parte di moltissimi Paesi a fianco degli Stati Uniti, compresi alcuni arabo-mussulmani anche fondamentalisti quali il Pakistan, e la successiva lotta d’intelligence potrebbero aver disintegrato e disperso il gruppo costituente Al Qaeda, formando diversi gruppi con fini vari da quelli puramente religiosi a quelli originari religiosi, politico ed economici.
La guerra e il dopo guerra in Iraq e l’instabilità politica in altri Paesi mussulmani non arabi ha poi permesso di creare sedi senza controllo favorendo l’attività terroristica di alcuni gruppi e il loro finanziamento.
I diversi gruppi terroristici non avendo più sede unica in uno Stato operano in tutti gli Stati ove riescono a creare dei sostenitori anche nelle comunità immigrate nei Paesi occidentali, creando problemi di ordine pubblico e mettendo in difficoltà i processo di convivenza di quegli immigrati che non hanno alcun obiettivo e condivisione del terrorismo.
Solo la coerenza tra i principi coincidenti con i diritti essenziali di ogni persona e la loro pratica quotidiana quali libertà politica e religiosa, giustizia e tendenza ad un’equa distribuzione della ricchezza, non l’uso di tali principi quali motivazioni per imporre una superiorità politica ed economica e un neocolonialismo nell’uso dei beni naturali non propri, potrà permettere agli Stati fondamentalisti di trasformarsi in Stati laici e democratici e con un equa distribuzione delle ricchezze, riducendo la capacità di reclutamento e di formazione di gruppi terroristi., oggi principalmente arabo - fondamentalisti.
CONSIDERAZIONI
La globalizzazione non intesa solo in senso economico e finanziario, nata dalla caduta del bipolarismo mondiale della guerra fredda e dall’impossibilità da parte di un’unica potenza di governare il mondo con il proprio modello, ha comportato l’incontro e l’interazione tra persone di religioni, tradizioni, politiche e condizioni di vita diversi tra loro creando le condizioni per possibili scontri e conflitti.
E’ iniziato un periodo storico di cambiamenti per tutte le popolazioni e ognuna tende a resistere ai cambiamenti, che naturalmente portano sensazioni d’incertezze per il futuro: ” Sofferenza vera, inferno diventa la vita umana solo quando due epoche, due civiltà, due religioni si intersecano.”
Il mondo mussulmano, liberato dai condizionamenti della guerra fredda, nei confronti del mondo occidentale sia per religione che per ragioni politico - economiche rappresenta attualmente uno fra i più rilevanti cambiamenti.
Occorre governare i cambiamenti, poiché in questo processi non si può pensare che non vi siano conflitti anche armati o terroristici.
L’obiettivo dei cambiamenti non deve essere l’imposizione ma la convivenza.
La conoscenza del diverso e il saper mettere a disposizione di tutti cultura e beni sono l’opportunità per trovare le soluzioni più adatte al raggiungimento dell’obiettivo.