MILANO SOCIALISTA

31 agosto 2004

MILANO SOCIALISTA

Il 12 ottobre si sono chiuse a Milano due manifestazioni socialiste significative. Si conclusa all’Arengario la Mostra sulla storia del socialismo italiano. 100 anni di storia del PSI, organizzata dalla Fondazione Anna Kuliscoff ed è terminata la Festa dei giovani socialisti dello SDI dal titolo giovanile SOCIALFEST in piazza Leonardo da Vinci sul piazzale del Politecnico di Milano. La prima manifestazione ha consentito di vedere scendere dal balcone dell’Arengario, in piazza Duomo, per circa un mese un grande striscione dalla tradizionale iconografia socialista. Come i socialisti sono tornati in piazza Duomo? La seconda manifestazione ha consentito per quattro giorni ad un gruppo volonteroso di giovani socialisti di fare presenza davanti all’università, di volantinare e quindi parlare con i loro coetanei, di spiegare perché erano lì, di spiegare perchè ancora a Milano c’erano dei giovani socialisti. E di intrattenere giovani e meno giovani ai dibattiti culturali, sulle unioni di fatto e sul caro vita, ai dibattiti politici su Milano e il futuro del socialismo italiano. Una coincidenza interessante. Nello stesso giorno a Milano, si chiude una manifestazione sul passato e i giovani rimarcano la loro presenza guardando al futuro con la forza di una tradizione antica che non solo non rinnegano ma usano prepotentemente per guardare avanti. Non è forse un caso che insieme al futuro dei matrimoni omosessuali e al futuro dei prezzi di CD, birre e discoteche, nella quattro giorni giovanile ci fosse la proiezione del film sul Delitto Matteotti a significare che anche questi giovani sono anche antifascisti. Alla faccia dei revisionisti. E poi al dibattito sul futuro del socialismo a Milano non si sono fatti molti scrupoli e fregandosi delle vecchie ruggini, che loro non possono conoscere, hanno chiamato tutti. Tutti i socialisti della diaspora, quelli dello SDI, quelli del Nuovo PSI, quelli nè di qua nè di là, ma anche quelli finiti nei DS e persino i DS che avrebbero dovuto dopo la caduta del muro e del comunismo diventare socialisti e a tutti hanno detto: abbiamo vent’anni, non abbiamo vissuto la storia del PSI, nè quella del PCI, aiutateci ad essere socialisti e non toglieteci questa prospettiva. Come dire: senza un gruppo dirigente estraneo alle ruggini del passato è difficile ricostruire anche in Italia un forte partito socialista e noi vorremmo candidarci, con molta modestia, ad essere anche con l’aiuto dei più anziani la futura classe dirigente del socialismo milanese. Sintesi: il socialismo continua. Una pagina di storia si chiude all’Arengario e una se ne apre al Politecnico con tutta il senso della gratitudine per i gloriosi uomini e donne della nostra storia.

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