Milano 10 ottobre 2023 - MICHELE ACHILLI SOCIALISTA. Introduzione di Roberto Biscardini
10 ottobre 2023
Ringrazio Elena Buscemi presidente del
Consiglio Comunale di Milano per la sua presenza e il suo contributo, ringrazio
della presenza Daniela Achilli.
Spetta a me una breve introduzione.
La vostra partecipazione e i tanti messaggi che
abbiamo ricevuti in questi giorni, anche da parte di coloro che purtroppo oggi
non possono essere qui, dimostrano l’opportunità di questo incontro e
l’importanza che attribuiamo per averlo organizzato qui a Palazzo Marino dove
Michele Achilli iniziò la sua storia politica come consigliere comunale nel
1964, per poi essere parlamentare quasi ininterrottamente da 1967 al 1992 prima
deputato e poi senatore.
La definizione più pertinente che abbiamo
raccolto in questi mesi, tra tutti coloro che hanno voluto testimoniare l’impegno
politico di Michele Achilli, è stata quella di “Achilli come protagonista del
socialismo italiano”, in un momento in cui già il PSI era protagonista della
vita politica.
Un protagonista, generoso e coraggioso.
Che partendo dalla pratica del “urbanista
condotto”, cioè di colui che si sente impegnato a curare i mali della città e
non a trasformare aree per la pura valorizzazione immobiliare, era diventato militante
e dirigente socialista, al servizio delle cause più nobili del socialismo. E
poi tra il 1977 e il 1984 leader della corrente “Sinistra per l’Alternativa”.
Come è stato scritto: “Achilli ha vissuto da
protagonista le tre grandi stagioni del riformismo socialista di sinistra: la
politica e la pratica delle riforme di struttura della grande stagione
lombardiana, nei suoi risvolti concreti ed anche locali; la scommessa
sull’alternativa, maturata nel corso degli anni settanta; e, infine, la grande
stagione dell’internazionalismo socialista degli anni ottanta”.
È in questa frase la
sintesi migliore per ricordare oggi la figura e l’opera di Achilli, che ci
fa scoprire oggi la sua straordinaria attualità.
Addirittura, un viatico
per chi volesse oggi essere socialista e diveltarlo.
Primo. L’attualità della
politica delle riforme, vere e proprie vertenze, vere e proprie battaglie, che
lui condusse al fianco del movimento dei lavoratori, dei sindacati e degli studenti,
e che portò in porto anche contro l’opposizione di alcuni settori della Dc e contro
l’indifferenza e la gelosia dell’allora PCI.
Le riforme urbanistiche
e in particolare la legge sulla casa del 1971, con l’obiettivo della casa come
diritto e servizio sociale, per dare la casa a tutti anche a coloro che non
avevano i mezzi per comprarsela.
Purtroppo, dopo qualche decennio in cui quella
legge funzionò benissimo, oggi le cose sono molto peggiorate: governi ed enti
locali sembra che abbiano voluto perdere definitivamente quella partita e
abbandonare la politica per la casa come servizio sociale.
Secondo. L’attualità del suo impegno per la
politica internazionale, che lo vide artefice, a volte anche in contrasto col
proprio partito, il Partito Socialista, nella battaglia per il disarmo, per la
cooperazione internazionale e per la Pace nel Mondo. Contro la cultura della
Guerra.
Achilli fu tra i pochi che capì anche
all’interno del mondo socialista l’importanza della politica estera.
Qui Achilli, prima segretario della commissione
Esteri della Camera, e poi presidente della commissione Esteri del Senato, (incarichi
voluti dal PSI, che nonostante le divergenze interne, gli riconobbe sempre e comunque
grande capacità e autorevolezza), lavorò su molti fronti, dall’Africa all’
America Latina, al Medio Oriente, stringendo rapporti con gran parte delle
sinistre socialdemocratiche europee.
Difronte all’attualità dei giorni drammatici
che stiamo vivendo, ci sentiamo obbligati a ricordare come Achilli seppe essere
l'uomo del dialogo, fra palestinesi e israeliani, per la pace in Medio Oriente
e per affrontare concretamente la questione palestinese.
Fu vicino ad Arafat, ma anche vicino ai
laburisti israeliani.
Fu lui a condurre la battaglia prima nel PSI e
poi in parlamento per il riconoscimento dell’OLP, come legittimo rappresentante
del popolo palestinese.
Fu lui che, in nome della necessità di
risolvere la questione palestinese oggi drammaticamente ancora aperta, perseguì
con assoluta coerenza l’obiettivo di “DUE POPOLI DUE STATI”.
Ciò non impedì ad Achilli di essere dapprima vicino
ad Arafat ma poi di rompere con lui nel 2000 in occasione del suo rifiuto alla
proposta di riconoscimento di uno stato palestinese in Cisgiordania e nella
striscia di Gaza. Proposta avanzata dal Presidente Clinton e da Barak nel
vertice di pace di Camp David.
Pensavo
ieri seguendo la cronaca di queste ore, come il mondo avrebbe bisogno oggi di
qualche Achilli in più e come Israele avrebbe bisogno di un nuovo Rabin, con il
quale Achilli ebbe molti rapporti.
Terzo.
Infine l’attualità della questione socialista.
Una questione importantissima per una sinistra
che in questo momento è molto debole, che non si vede come possa avere una
prospettiva se non riesce ad indicare una politica di forte alternativa alla
destra.
Una destra che invece è sempre più forte. Una
destra politica che oggi governa l'Italia, ma soprattutto una destra economica
e finanziaria che ha in pugno la politica di tutto il mondo occidentale.
Concludo, ricordando soltanto come Achilli
seguì con passione la storia socialista, anche negli ultimi anni e partecipò
fino alla fine là dove ritenne giusto dare il proprio contributo.
Sostenne con convinzione la lista dei “Socialisti per Milano”
alle elezioni comunali del 2021 e partecipò recentemente alla presentazione del
primo numero di Critica Sociale al Centro Brera il 25 febbraio di quest’anno.
Ancora grazie a tutti voi.