MACRON E I SOCIALISTI ITALIANI di Alberto Benzoni
25 gennaio 2019
Nelle prossime
settimane, i socialisti italiani saranno protagonisti di tre eventi distinti:
l'incontro di Rimini, il congresso di Risorgimento Socialista e, infine, il
congresso del Psi.
Personalmente sarò impegnato nel secondo; ciò che dovrebbe portarmi a
sottolinearne il valore a scapito degli altri due.
Un esercizio più che legittimo. Ma che non ci porta da nessuna parte. E che
varrebbe semplicemente a confermare quello che sanno anche i sassi e che solo
noi ci ostiniamo a non vedere: e cioè che fondare la rinascita del socialismo
sull'unità tra le sue varie componenti è una colpevole illusione. Nè ci portano
da qualche parte le nostre varie manifestazioni di identitarismo: non basta
invocare il socialismo per farlo rinascere, che si tratti del nome di un
partito o dei riti propiziatori di un convegno o, per dirla tutta, della sua
invocazione come contrapposizione alla barbarie.
Tutto questo affanno ci fa, certo, sentire vivi. Ma essere vivi non vuol dire
esistere. e noi non esistiamo; nè agli occhi dell'establishment politico, né,
soprattutto, agli occhi del paese. Per esistere, occorre essere riconoscibili e
riconosciuti. Fare un'offerta. Prendere posizione. Guardare fuori ed essere
visti da fuori. E noi non siamo riusciti, da più di venticinque anni a questa
parte, ad essere questo; al punto di non essere nemmeno in grado di
contrapporci efficacemente a chi, come Nencini, ha giocato le sue carte sulla
liquidazione e del nome e della cosa socialista.
Intendiamoci; non ricade solo o prevalentemente su di noi la nostra rovina e la
nostra impossibilità di uscire dall'abisso da soli. Se il socialismo è
completamente scomparso dal nostro paese come punto di riferimento della vita
delle persone, la colpa ricade tutta intera su chi come gli eredi del Pci ha
praticato un continuo "spogliarello ideologico-politico" volto alla
sua completa distruzione: nel passato, nel presente e nelle prospettive futuro,
al punto di assumere il ruolo di difensore dell'ordine costituito.
A salvarci, allora, possono essere soltanto i nostri avversari. A partire da
chi, come Macron, cerca oggi di uscire dalle sue difficoltà interne assumendo,
in vista delle prossime europee la guida di un vasto schieramento europeo ed
europeista; all'insegna della contrapposizione radicale a tutti gli oppositori
dell'Europa attuale, in nome di un'Europa immaginaria. Tutto ciò presuppone la
liquidazione delle aree politiche esistenti a partire da quella socialista.
Un progetto che sta fallendo in quasi tutti i paesi d'Europa occidentale, ad
eccezione appunto dell'Italia, dove invece, non a caso, sta incontrando
un'adesione massiccia, dagli ultraliberisti sino all'immancabile Boldrini. Un
progetto che se rifiutato, non può essere rifiutato solo formalmente. La scelta
non è, in altre parole, soltanto tra l'avere una lista propria oppure no. E'
invece tra chi ritiene che l'antagonismo (nel senso più ampio possibile del
termine) socialista abbia ancora una ragione di esistere, proprio in un mondo
che sembra negarne i valori; e chi invece pensa, senza avere nemmeno il
coraggio di dirlo apertamente, che si tratti di un relitto del passato.
Ci si dirà che avere una lista socialista anche in Italia non sia, almeno per
ora, che una semplice dichiarazione d'esistenza in vita. Ma c'è una bella
differenza tra il dichiararsi socialisti "inter nos"e quella di
urlarlo di fronte al mondo intero.
E poi, come si dice, da cosa nasce cosa; e dichiararci socialisti dovrà per forza obbligarci ad esserlo...
Vai all'Archivio