MA ‘NDO VAI SE BLAIR NON CE L’HAI?. UNA LEADERSHIP (QUASI) DIMEZZATA – di Paolo Pillitteri da L’Opinione del 1° - 2 ottobre 2006
14 ottobre 2006
Alle tante anomalie italiane, di cui Prodi senza un partito (benché con dietro grandi banche amiche) ne è una prova tangibile, va aggiunta la più vistosa e visibile, anche in tv: l’assenza dei socialisti. Qualcuno obbietterà che in Parlamento ci sono i socialisti della Rnp, o di Borselli e quelli del Nuovo Psi, cioè di De Michelis. Ma, detto inter nos, o ad eccezione dei “compagni” alla Capezzone che “storicamente” sono radiclai ma pensano e parlano come Blair, quegli altri sembrano rientrare in quello spzio dedicato, un tempo, ai dispersi in guerra, nella rubrica “Chi li ha visti?”. Soprattutto, chi li ha sentiti.. dire qualcosa di blairiano, o di zapateriano o, hai visto mai, di craxiano?
br>Mentre guardavamo in tv un impacciato Piero Fassino costretto a difendere Prodi, ripensavamo al suo "compagno" inglese Tony, all'importante appuntamento congressuale laburista, ai dieci anni di incredibili successi sociali, all'impronta liberale lasciata da Blair nel "vecchio" Labour Party nel tentativo di farlo passare dal "welfare" burocratico e statalista al "workfare" individualistico, inteso come moderno meccanismo di investimento sociale per "investire nelle persone per aiutarle ad aiutarsi da sé" (A.Giddens). Quanto ci manca un socialista come Tony, uno che ha spiegato alle Trade Unions che non ha senso definire antioperaista la politica di privatizzazioni e quella di liberalizzazione del mercato del lavoro. E che non è di destra dare risposte efficaci al terrorismo, o ammettere che la criminalità e il disordine sociale sono un grave problema per i cittadini. O che l’immigrazione deve essere controllata e che occorre sempre difendere la libertà di religione, a cominciare da quella del Papa. In Gran Bretagna ci si interroga su "what is left of the left", cosa resta della sinistra dopo la fine della vecchia sinistra "socialista", posto che il socialismo rivoluzionario, il comunismo, è scomparso quasi senza lasciare traccia. In Inghilterra, certamente. Ma da noi?
Qualcuno obietterà che alla Camera ci sono i socialisti della Rnp, o di Boselli, e quelli del Nuovo Psi, cioè di De Michelis. Ma, detto inter nos, ed ad eccezione dei tipi alla Capezzone che "storicamente" sono radicali ma pensano e parlano come Blair, quegli altri sembrano far parte dello spazio dedicato, un tempo, ai dispersi in guerra, nella rubrica "Chi li ha visti?". Soprattutto, chi li ha sentiti… dire qualcosa di blairiano o di zapateriano o, absit iniuria verbi, di craxiano?
Intanto, sempre in Tv - e dove, se no? - si susseguivano gli stop and go di un Premier proveniente dalla vecchia Dc e dall'Iri, costretto a difendersi (anche) dalle accuse di statalismo.
Diciamo subito che la leadership prodiana è uscita (quasi) dimezzata. Anche se il Premier se l'è cavata, per ora, perché è riuscito nel miracolo di equilibrismo e di dosaggi, indispensabili a tenere insieme una maggioranza che va dai liberisti (Pannella) ai neoirizzatori (Diliberto) ai neogiustizialisti (Di Pietro). Romano Prodi, che è più un professore che un politico, affronta l’opposizione a testa bassa, come se disponesse di una maggioranza autosufficiente, e convinto com'è che in virtù del suo ruolo centrale (insostituibile?), se mandassero a casa lui, anche gli altri alleati lo seguirebbero a ruota. In realtà gli è già capitato di cadere in questo autoinganno due legislature fa.
Di insostituibile, .in politica, non c'è nessuno. A meno che non ci si riferisca ai partiti, alle grandi famiglie della politica. Alle tante anomalie italiane, di cui un Prodi senza un partito (benché con dietro grandi banche amiche) ne è una prova tangibile, va aggiunta la più vistosa e visibile, anche in Tv: l'assenza socialista. Questa sì insostituibile. Cioè non sostituita, almeno fino ad ora, proprio da quei Ds che pure stanno nel Partito Socialista Europeo ma che si macerano inquieti per l'istituendo Partito Democratico, insieme ad una Margherita incerta. I Ds, insomma, ancora in mezzo al guado, a scontare la maledizione della loro più vera e storica anomalia: di non volere o potere essere socialdemocratici/socialisti, alla Schroeder, alla Jospin, alla Zapatero. E alla Tony Blair