MA E' LA CHIESA A VIOLARE IL CONCORDATO - Intervista di Federico Bianchessi al Sen. Roberto Biscardini, da La Prealpina del 3 novembre 2005

07 novembre 2005

MA E' LA CHIESA A VIOLARE IL CONCORDATO - Intervista di Federico Bianchessi al Sen. Roberto Biscardini, da La Prealpina del 3 novembre 2005

«Credo che ora tanti socialisti che si sentono a disagio in Forza Italia come nei Ds possono finalmente tornare con noi. In Lombardia, penso a quanti hanno seguito Formigoni, quando coltivava un progetto riformista alternativo alla Casa delle Libertà, ma anche a tanti militanti che da anni si sono tenuti in disparte». Il senatore dello Sdi Roberto Biscardini, di Legnano, saluta l'intesa con i Radicali e con il Nuovo Psi di Bobo Craxi come «il solo vero fatto nuovo della scena politica italiana». Già riceve telefonate, mail e sms di molti che chiedono "come aderire": «Ma fino al 15 novembre si può solo aderire a uno dei tre partiti coinvolti. Poi partiremo con l'organizzazione comune. All'inizio sarà un soggetto politico federativo, ma l'obiettivo è senz'altro arrivare a un nuovo partito unitario». La "Rosa. nel pugno" - il simbolo scelto ispirandosi a quelli della socialdemocrazia europea - ha scelto chiaramente di collocarsi nel centrosinistra. E' dunque finita l'epoca dei risentimenti, e dei rancori, nei confronti di Mani Pulite. Che hanno spinto molti ex socialisti a scegliere Forza Italia "in odio" agli ex-comunisti? «Si avvia, insieme ai radicali, una vera ricostruzione dell'unità socialista. L'accanimento giustizialista che ha spinto a destra molti socialisti in realtà li ha portati a trovarsi alleati con la Lega, che sventolava i cappi in Parlamento, An che tirava le monetine a Craxi, e lo stesso Berlusconi le cui tv misero in atto un massacro mediatico del nostro partito. Dopo anni, i risentimenti devono fare i conti con la realtà, con i bisogni reali del Paese. Nessuno dimentica, ma, diceva Nenni, con i sentimenti e i risentimenti non si fa politica. Ci sono oggi sfide pesanti, come l’esorbitante invadenza delle gerarchie ecclesiastiche nella vita politica italiana che richiedono un impegno nuova, convinto nel segno della laicità dello Stato e dei diritti civili, oltre che delle riforme economiche». L’alleanza con Pannella ha però dato uno scossone al “Tir” di Prodi. Non solo da Mastella sono arrivati altolà e prese di distanze. E la prospettiva di una lista unitaria dell’Ulivo si è ristretta ai soli Ds e Margherita. «L’Unione è un’alleanza molteplice, dove ognuno conserva il suo punto di vista e certamente non ogni idea diventerà programma di governo.
Spiace certamente vedere la Margherita, per di più presieduta da un ex radicale come Rutelli, appiattirsi sulle posizioni di Ruini e di altri esponenti vaticani, come accaduto in occasione del referendum. E' difficile pensare a un soggetto unitario almeno con parte di questa Margherita, come del resto con parte dei Ds. Ma immagino che avverranno altre scomposizioni e ricomposizioni. Intanto, però, quella di Bobo Craxi con la Cdl è stata la prima vera rottura politica, non strumentale, mai avvenuta nel centrodestra». Altre seguiranno? Biscardini ci spera: «Le porte sono aperte. A chi è rimasto deluso da Forza Italia, che sempre più si è trasformata in una nuova Dc senza l'autonomia della vecchia, a chi si trova a disagio tra i Ds, oscillanti tra sinistra radicale e cattocomunismo. Ma penso anche a tanti repubblicani e liberali». La polemica sul Concordato era necessaria? «Quando le gerarchie cattoliche dicono di 'non votare questo o quel partito commettono un'ingerenza che viola lo spirito del Concordato, il cui senso è proprio stabilire la reciproca autonomia di Stato e Chiesa nei propri campi. Non ci sarebbe stata nessuna polemica se non fossero avvenuti fatti che l'hanno motivata».

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