L'SPD RIMPIANGE IL GENERALE SCHRODER. AMORE POSTUMO, COME SCHMIDT - di Lucia Costantini, da il Riformista del 18 ottobre 2005
24 ottobre 2005
Il tormentato commiato di Gerhard Schroder dalle responsabilità di governo ha coinciso con il ritrovato amore tra il cancelliere e il suo partito Schroder esce di scena come un generale osannato dai suoi uomini dopo aver guidato l'ultimo assalto vittorioso. Il capo se ne va e l'amore rinasce. In questo la fine dell'era Schroder ricorda l'addio al potere di un altro cancelliere socialdemocratico, Helmut Schmidt, anch'egli caduto a causa del conflitto con il suo partito, e poi assurto a icona della socialdemocrazia. Se Schmidt, considerato durante il suo governo un freddo tecnocrate, è divenuto nell'immaginario collettivo della Spd il cancelliere delle crisi, Schroder, fustigato come uomo di potere e amico dei padroni, passerà probabilmente alla storia del partito come il cancelliere delle riforme.
Il suo nome però resterà legato anche all'attuale crisi di personale e di identità della socialdemocrazia tedesca.
L'era Schroder non è stata un'epoca rosea per le sorti della Spd. TI cancelliere ha governato spesso contro il proprio partito piuttosto che in sintonia con esso, tanto da dover abbandonare la carica di presidente e affidare a Franz Miintefering il compito di ricucire le fratture. di far passare il suo corso. Durante il governo di Schroder la Spd ha perduto circa 200.000 iscritti e mai da cinquant'anni a questa parte i socialdemocratici hanno avuto così pochi mandati nelle assemblee comunali e regionali. Ormai essi guidano solo cinque Lander, di cui tre ad est (due in coalizione con il Pds) mentre ad ovest hanno perduto i loro bastioni tradizionali rimanendo alla guida del governo solo in Renania e a Brema. Il rapporto con i sindacati è entrato in crisi cosi come la forza di attrazione della socialdemocrazia nel mondo scientifico e intellettuale. La base di potere della Spd si è progressivamente ridotta insieme alla sua capacità di influenza nella società e questo non può essere senza conseguenze sull'identità del partito e sul ricambio generazionale. Quasi tutti i candidati cancelliere della Spd venivano dai governi dei Lander. Chi aspirava a questo posto doveva dimostrare di saper vincere le elezioni e di saper governare. Anche per Schroder è stato così, come per Lafontaine e Scharping prima di lui.
La penuria di elezioni vinte a livello regionale ha impoverito il vivaio socialdemocratico. Dopo
l'addio di Schroder, Muntefering appare oggi l'unico uomo forte della Spd e a lui toccherà traghettare il partito in un'epoca di ricostruzione e di ringiovanimento. Come vicecancelliere di
una grande coalizione sarà una figura chiave del prossimo governo e come ministro del lavoro assumerà la responsabilità di un dicastero molto importante per l'identità socialdemocratica. Nella sua figura si incontrano le due anime della socialdemocrazia di oggi, quella legata alla salvaguardia dello stato sociale e quella che appoggia le riforme volute da Schroder. Ma Muntefering ha 66 anni e non può essere considerato una speranza per il futuro.
Nella scelta dei ministri socialdemocratici Muntefering ha preso in coosiderazione non solo il peso della Spd nel futuro governo ma anche gli equilibri interni al suo partito, nel tentativo di trovare una giusta miscela sia tra le correnti che tra le generazioni.
La costellazione scelta rafforza l'ala riformista. Con l'eccezione del ministro della Cooperazione, Heidi Wieczorek, nessun altro rappresentante della corrente sinistra del partito è nella lista. Eppure non bisogna dimenticare però che la corrente più importante del gruppo socialdemocratico è proprio quella della "sinistra parlamentare" che esprime la maggioranza dei deputati.
C'è chi dice che Muntefering abbia puntato su molti cavalli dato che il vero fuoriclasse ancora non c'è. Il tentativo di affidare il ministero più popolare a colui che fino a qualche tempo fa era considerato il successore designato da Schroder, Matthias Platzeck, presidente del Brandenburgo, è fallito. Il che non vuoi dire che Platzeck sia ormai fuori gioco. Sarà, però proprio l'esperienza di governo nella grande coalizione a dare un profilo al futuro della Spd. I nomi in gioco sono sicuramente in primo luogo quelli dei ministri socialdemocratici. Cui si aggiunge quello del nuovo amministratore del gruppo parlamentare Olaf Scholz, considerato anche lui un riformista, e della vedette dei giovani di sinistra Andrea Nahles che molti vedono come nuovo segretario generale del partito o addirittura vicepresidente.