L'ORA PIÙ BUIA di Pieraldo Ciucchi del 10 ottobre 2020
22 novembre 2020
Guardando al voto conseguito dal Psi alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre occorre partire da una premessa: il Segretario e il nuovo gruppo dirigente socialista hanno ereditato un partito che, nell’ultimo decennio, avendo rinunciato ad ogni sussulto di autonomia politica anche quando si presentava l’occasione per affermarla, è stato ridotto in una condizione agonica.
Aver riportato il simbolo del Garofano sulla scheda elettorale ad eccezione della Toscana, è stata una scelta coraggiosa e significativa della volontà di voltare pagina nel tentativo di incamminare il partito sulla strada dell’ autonomia politica ed elettorale, “indispensabile per sopravvivere, come l’aria per respirare”.
Occorre però, guardare ai risultati per quello che sono, con lucidità politica e onestà intellettuale. In Veneto, la lista Psi-Italia Viva-Civici per il Veneto ha raccolto lo 0,62%; in Liguria, la lista Psi-+Europa-Italia Viva il 2,42%; nelle Marche, la lista Italia Viva – Civici + candidati Psi il 3,2%; in Puglia, la lista con i Psi-Verdi-Sinistra il 3,8% (se avesse superato lo sbarramento del 4% il Psi avrebbe eletto Giulio Scapato di Foggia); in Toscana la lista Orgoglio Toscana, composta da candidati del Psi-Pri-Italia dei Valori e Civici, ha raccolto il 2,9% e comunque, se fosse arrivata a superare lo sbarramento del 3% l’eletto non sarebbe stato socialista. In Campania, la lista Psi ha preso il 2,55% ed eletto Antonio Volpe di Salerno.
Il dato elettorale della Toscana e delle Marche sono particolarmente significativi del piano inclinato cui è stato trascinato il partito anche in queste Regioni. In Toscana, fino al 2015, il Psi contava la presenza di un consigliere regionale oltre al Segretario del partito impegnato anche nel ruolo di Assessore. Eleggeva consiglieri comunali in più della metà dei Comuni capoluogo di Provincia e in molti sopra i 15 abitanti. Esce da questa tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale con i propri candidati che conseguono complessivamente 7300 voti di preferenza su 48000 voti assegnati alla lista Orgoglio Toscana e si è ridotto a marcare la presenza di un proprio eletto soltanto in due Comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti.
Nelle Marche, il Psi usciva dalla scorsa legislatura con due consiglieri regionali e un assessore. Oggi, registra nessun eletto.
Nelle Regioni, dai 14 consiglieri eletti nel 2010 il Psi passa ad un solo eletto nel 2020.
Nei Comuni capoluogo di Provincia, salvo rare eccezioni, così come in quelli con popolazione superiore ai 15 mila abitanti, il Psi non è più rappresentato e sconta sempre più, difficoltà ad eleggere anche in quelli con popolazione inferiore.
Emerge dunque, in tutta la sua drammaticità, come quel residuale tessuto socialista presente nei territori, che era sopravvissuto al risultato elettorale delle elezioni politiche 2008 (0,9%), che aveva continuato a riconoscersi nel Psi facendogli conseguire, soprattutto in alcune regioni del centro e del sud, riconoscimenti elettorali significativi nelle elezioni regionali del 2010 e nelle amministrative del 2011 e del 2012, a partire dalle elezioni politiche del 2013 sia andato progressivamente ad esaurirsi, quasi fino al punto di scomparire.
Oggi, il Psi manifesta una vitalità solo in alcune aree territoriali del sud, in qualche Comune delle regioni del centro mentre nelle regioni del nord la nottata socialista, essendo più datata, si è fatta ancor più scura.
All’indomani del Congresso di Montecatini, quando fu dato avvio al tentativo di “un nuovo inizio”, dopo la corsa in solitaria conseguente la scelta di Veltroni di isolare il Partito Socialista con l’obiettivo di chiudere i conti con la storia e la tradizione politica e culturale del Socialismo italiano, forte era la consapevolezza, in chi prese parte a quel congresso, che l’impresa di risollevare le sorti e i destini del Psi sarebbe stata estremamente ardua. Così come, sarebbe stato duro il compito per chiunque si fosse cimentato ad assumerne la guida.
Nessuno però, avrebbe mai immaginato che l’entusiasmo che caratterizzò quell’evento fosse stato via via soffocato da scelte politiche sciagurate. Scelte che hanno escluso il Psi dalle competizioni elettorali politiche ed europee determinando la disgregazione di ciò che era rimasto della comunità socialista. Azioni scellerate sul piano gestionale che anziché rafforzare la fidelizzazione al Psi, hanno determinato l’allontanamento di tanti iscritti e simpatizzanti che, sfiduciati e delusi, hanno trovato riparo in altri partiti. Altri ancora, hanno dato forma a movimenti politici che richiamano il socialismo fuori dal Psi.
Un combinato-disposto di natura autarchica, unitamente ad una torsione dei valori e degli ideali che hanno caratterizzato la sua storia passata e recente, hanno reso il Psi politicamente irrilevante prima di consegnarlo alla prospettiva della sua definitiva scomparsa.
Nell’ “ora più buia” c’è bisogno di un grande senso di responsabilità e di tanta, tanta generosità da parte di quanti, avvertono davvero la necessità che la storia, la cultura politica, il patrimonio ideale del Socialismo Italiano non vengono, definitivamente, consegnati all’oblio.
Spetta in primis al Psi, al suo nuovo gruppo dirigente, dare immediatamente corso ad una nuova stagione volta a far riacquisire al Socialismo Italiano una identità, una proposta per il Paese, un ruolo, una voce autorevole.
E’ auspicabile che venga subito dato avvio ad un processo finalizzato a riunire i socialisti, impegnarli alla elaborazione di un “Progetto socialista dell’avvenire”; a sollecitarli, fin d’ora, alla presentazione di liste socialiste a livello locale quali motore della rinascita per tornare ad esserci.
Nel 2021 si terranno fra l’altro, le elezioni comunali a Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli. Nel campo del centrosinistra, in queste città, una lista socialista aperta alle espressioni culturali riformiste, laiche, libertarie ed ecologiste deve poter tornare per richiedere il voto degli elettori.
PENSIERO-PROGETTO-AZIONE sono le parole d’ordine per tornare in campo.
E’ auspicabile che lo storico giornale del Socialismo Italiano, l’AVANTI, torni ad essere la voce di tutti i Socialisti italiani; è necessario, a partire dal Psi, che si ricerchino le condizioni politiche e gestionali perché possa fornire un contributo decisivo alla ricostruzione di una forte comunità socialista, a concorrere all’elaborazione e al dispiegamento delle idee che dovranno caratterizzare il socialismo del futuro, a sostenere le liste socialiste che torneranno a dare battaglia.
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