LISTE SOCIALISTE PER LE AMMINISTRATIVE. A PARTIRE DALLA CALABRIA di Roberto Biscardini
23 luglio 2019
La debolezza che regna a sinistra e l’evidente contraddizione politica dell’attuale alleanza di governo, possono aprire una nuova prospettiva per molti, compreso l’avvio di una nuova fase nella quale abbia voce e ruolo una nuova realtà socialista. Ma in attesa che prenda corpo un’offerta politica di questo tipo (e ce lo auguriamo a breve), sarà dalle elezioni amministrative che una proposta socialista può prendere forma.
Dal basso, dai territori e dalle loro istituzioni. Perché è soprattutto dal basso che il socialismo può esprimersi nel modo migliore e perché è soprattutto dal basso che si può cogliere meglio come il socialismo sia ormai una assoluta necessità.
Un nuovo inizio, sostenuto da un progetto dai contenuti semplici e da tutti coloro che ci stanno, non per abborracciare un’aggregazione elettorale qualsiasi pur di eleggere qualcuno, ma per avviare concretamente la rinascita di un nuovo percorso politico.
A breve si voterà in alcune regioni e fra due anni in tante grandi città, compresa Milano.
Per questo occorre prepararsi e cogliere l’opportunità di queste scadenze.
In primo luogo in Calabria dove per consistenza storica, esperienza e condizioni oggettive, tutti i socialisti potrebbero farsi promotori di riunire le tante energie oggi disperse.
Socialisti uniti tra loro, per coinvolgere in questo progetto diverse associazioni (nessuna esclusa), movimenti, forum, circoli e diverse aree di aggregazione sociale. Le tante scintille ancora nascoste, per recuperare tanti cittadini, che non hanno mai avuto una tessera in tasca, non hanno mai fatto parte di una organizzazione politica, per scelta o per età, apolidi fuori da tutti i partiti, ma che sono socialisti negli ideali e nella rivendicazione di maggiore giustizia sociale.
Insomma tutti coloro che sono disponibili a lavorare "per il socialismo" come pratica concreta, riconoscendone il bisogno oggettivo.
Dalla Calabria a Milano, e sottolineo queste due realtà, non per marcare la differenza o la distanza, ma per l’esatto contrario, nella consapevolezza che, se non si parte dall’antico obiettivo socialista, quello del riequilibrio economico tra nord e sud, l’Italia andrà definitivamente alla deriva.
Quindi contenuti chiari: ambiente, lavoro, questione sociale e Sud (Sud tre volte). Per rivendicare in primo luogo per il Mezzogiorno un piano straordinario di investimenti per il riassetto idrogeologico e per lo sviluppo economico e infrastrutturale.
Perché senza una politica di risanamento ambientale, di riequilibrio economico e occupazionale, senza lavoro al Sud, senza una prospettiva per le nuove generazione, a fronte di un continuo e progressivo spopolamento dei suoi territori, non ci sarà alcuna prospettiva di rinascita del paese.
Si tratta di interpretare e dare sbocco alla tante spinte meridionaliste che pur ci sono, nonostante la crisi politica e istituzionale del momento, e di impegnarsi nelle amministrazioni locali per rimettere le mani nel degrado istituzionale e democratico di istituzioni ormai massacrate in tanti modi.
A livello nazionale per effetto soprattutto degli errori compiuti con le tante leggi elettorali di tipo maggioritario, che hanno rafforzato gli esecutivi a danno delle prerogative parlamentari. A scala regionale dove, anziché affrontare il tema di un nuovo regionalismo, più efficiente, si vorrebbe varare una pericolosa quanto divisiva riforma per “l’autonomia differenziata”.
E infine nei Comuni dove con il progressivo indebolimento del ruolo politico dei Consigli, in coincidenza con le riforme che portarono all’elezione diretta dei Sindaci, si è perso li valore politico e democratico della rappresentanza popolare.
Con l’aggravante al Sud della pratica dello scioglimento dei Consigli per infiltrazione mafiosa. Espressione del peggior centralismo romano. Contraria ai più elementari principi delle stato di diritto e di una giustizia giusta. Insieme alla pratica criminalizzatrice e intimidatoria delle interdittive antimafia nei confronti delle imprese.
Insomma, un progetto politico che, a partire da una lista per la Calabria, potrebbe rappresentare un "fatto" di rilevanza nazionale, per il riscatto e l’orgoglio della cultura socialista e l’orgoglio del Sud. Quel Sud tanto dimenticato da essere ormai scomparso da anni dall’agenda politica di ogni governo.
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