LISTA SOCIALISTA ALLE EUROPEE. di Roberto Biscardini
09 marzo 2014
Da tempo abbiamo chiesto la convocazione del Consiglio Nazionale del Partito, il PSI, per decidere sulla presentazione della lista socialista alle prossime elezioni europee. Nencini tace, o per insipienza o per furbizia. Per far trascorrere il tempo e far trovare il partito di fronte al fatto compiuto. “Non c’è più tempo, non ci rimane che sostenere la lista del PD”. Lo stesso giochino che fece lo scorso anno in occasione delle politiche, quando non volle presentare la lista in condizioni assolutamente più facili e garantire di adesso. Quando portò il partito nelle braccia del PD, senza consentirci di avere parlamentari socialisti eletti sulla propria lista, con la conseguenza oggi di dover raccogliere le firme per le europee (con i nostri parlamentari in parlamento non sarebbe stato necessario) e con la probabile conseguenza di finire fuori dalle regole e dai privilegi del finanziamento pubblico ai partiti. Un disastro che facemmo bene a denunciare in anticipo allora e che ci porta ancora oggi ad avere una visione del partito diversa da quella del segretario. Quindi occorre ribadire (il tempo stringe) l’urgenza della convocazione degli organi di partito per approntare un unico e fondamentale punto della politica del PSI per i prossimi mesi: e cioè la presentazione di una lista socialista autonoma dal PD alle elezioni europee del 25 maggio prossimo. Una richiesta che abbiamo rivolto al segretario nelle settimane scorse e dal congresso di Venezia in poi, alla quale non c’è stata ancora una risposta. Diversamente, non ci sarà alternativa. Se il Partito non presenta neppure all’appuntamento delle europee la propria lista o non promuove una lista larga dei socialisti italiani rischia grosso. Ne va della sua credibilità. Ne va della sua ragione di esistere come forza autonoma. E siccome molti di noi non hanno nessuna intenzione di confluire in modo convinto o in modo strisciante in un altro partito, la presentazione della lista alle europee è, almeno da questo punto di vista, una questione di pura sopravvivenza. Una convinzione questa che nel partito è sentita ed è larga, e va ben oltre la logica delle piccole correnti. Aggiungo, o si decide entro la prossima settimana o la responsabilità di Nencini sarà enorme. Non si vuol fare la lista e non si vuole che neppure che il partito decida. A questo punto di che partito stiamo parlando? Gli iscritti del PSI si dovranno interrogare sul risultato inutile del congresso di Venezia. E della responsabilità di aver regalato al segretario una maggioranza ininfluente. Ma soprattutto gli iscritti al PSI dovranno porsi il problema di come ripartire da zero per difendere il partito e tenere in vita una forza socialista in questo paese. Se occorre cosa facendo altro. L’unica cosa è certa Renzi non si fidi. I voti dei socialisti, senza lista socialista, difficilmente andranno al PD.
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