LETTERA APERTA ALLA MILANO CHE AMIAMO

07 maggio 2011

LETTERA APERTA ALLA MILANO CHE AMIAMO

LETTERA APERTA ALLA MILANO CHE AMIAMO “Sapessi com’è strano, sentirsi innamorati a Milano, a Milano. Senza fori senza verde, senza cielo senza niente. Fra la gente.” Sono questi i versi di una famosa canzone interpretata da Ornella Vanoni, che la dice lunga sulla possibilità di innamorarsi a Milano, senza essere la città dei “fori” e senza essere una città romantica o monumentale, come lo sono molte altre città del nostro paese. Innamorarsi “Fra la gente.” Bella gente. Cittadini di una città la cui bellezza la si scopre poco a poco.
Amiamo Milano perché è una grande città. Senza confini culturali. Aperta al mondo sia perché disponibile a rapportarsi con il resto del mondo, sia perché disponibile a confrontarsi con ciò che dal mondo arriva qui. Milano che sa accogliere senza perdere la propria identità. Milano che guarda in grande.
Amiamo Milano perche Milano va oltre i suoi confini territoriali e amministrativi. Milano è già la grande Milano, la sua grande area urbana ed è già persino l’intera Lombardia.
Amiamo Milano per la sua storia civile e religiosa, perché è stata la città del Risorgimento italiano, della Resistenza e della Repubblica e agli inizi del ‘900 è stata la città del socialismo riformista e municipale, quello che segnò la nascita delle grandi aziende pubbliche al servizio dei cittadini, le prime grandi strutture di assistenza pubblica, la municipalizzazione dei tram e persino la pubblicizzazione della Scala. La città che per prima in Italia si è impegnata a ridurre le diseguaglianze tra i ricchi e i poveri.
Amiamo Milano, la città dei grandi ospedali, dei centri di ricerca, delle grandi università e delle accademie. Istituzioni che abbiamo ereditato dal passato come centri di eccellenza. Orgoglio di tutti i milanesi.
Amiamo Milano che produce, la Milano delle grandi industrie italiane del novecento e della piccola e piccolissima impresa di oggi. Degli artigiani, dei commercianti, delle professioni, dei lavoratori dipendenti e autonomi. La Milano delle grandi infrastrutture. Così come la Milano del teatro, della musica, delle arti, insieme alla Milano del divertimento, delle grandi fiere e dell’Expo, già nel 1906. La Milano dei Navigli, del bel paesaggio e del suoi parchi. La Milano della creatività.
Amiamo la Milano di tutti e per tutti, senza distinzione di censo, di reddito, di origine e di religione. In cui lo spazio pubblico conta di più di quello privato. Che non accetta il divario tra precariato dei giovani e manager miliardari. Città frontiera dell’innovazione e del cambiamento.
Amiamo la Milano che sa ritrovare nella propria storia e nella sua cultura urbana la forza per costruire un futuro migliore. Che combatte la miseria e non l’accetta per nessuno. Che vuole che i suoi cittadini siano tutti nelle condizioni di migliorare socialmente ed economicamente. Che crede nella crescita sociale. Che è frontiera del vivere civile, dove il Comune per primo è esempio e pratica della solidarietà. Che sostiene il ruolo della donna come motore economico e del rinnovamento della città. La città dei diritti di cittadinanza come civiltà. Una città giovane, anche quando la maggioranza dei suoi cittadini non lo sono più. Una città che sui giovani sa investire e vuole poter contare, ma che non lascia indietro gli anziani. Cioè una città socialmente giusta. Una città che non fa differenza tra centro e periferia. Una città accogliente e vivibile in tutti suoi quartieri.
Milano che punta in alto nella scala del benessere, della qualità dell’ambiente, dell’aria e della vita più in generale. Una città bella anche se viene considerata brutta, così come anche un persona “brutta” può essere una bellissima ed eccezionale persona.
Ecco la nostra Milano, quella che abbiamo in mente e che vogliamo, passo dopo passo, costruire insieme, nella partecipazione delle donne e degli uomini che ci vivono, perché i suoi cittadini sono attori e protagonisti della città stessa.
Amiamo quella Milano che anche nei momenti più difficili della sua storia sa trovare in sé e nei suoi cittadini le energie per rinascere nell’innovazione.
Questo è uno di quei momenti difficili. Con coraggio, concretezza e convinzione può essere affrontato e superato. Per tornare ad essere capitale del mondo. Città in grado di confrontarsi senza soggezione con tantissime altre grandi città europee. Capitale delle libertà, del diritto e della giustizia sociale.
Cari amici, se avremo il coraggio di cambiare passo, tutti insieme, con spirito di servizio e senso di responsabilità, con la forza delle nostre idee laiche, riformiste e del socialismo internazionale, che hanno fatto grande Milano nel passato, usciremo dalle difficoltà. Io ci credo e mi impegno a battermi come sempre perché ciò avvenga.
Roberto Biscardini

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