Lettera al Sindaco del segretario della UIL Walter Galbusera
24 ottobre 2013
Gentile signor Sindaco,
senza sottovalutare le gravi e oggettive difficoltà in cui si trova ad operare anche l’Amministrazione di Milano, vorremmo richiamarla al protocollo di relazioni sottoscritto che in via generale afferma il principio di un confronto di merito preventivo in ordine alle più importanti decisioni. Ciò implica che la Giunta sia disponibile ad un confronto sulle scelte da compiere con l’obiettivo di concordare le soluzioni senza che ciò configuri per il sindacato una sorta di diritto di veto. In caso di divergenze ognuno ha titolo per esprimere giudizi con le relativa considerazioni politiche. In alcune circostanze il rapporto è stato proficuo, in altre non ha prodotto risultati o ha fatto emergere divergenze. Il confronto sul bilancio sembra però finito prima ancora di entrare nel merito.
Nel mese di giugno, in occasione di un incontro con le parti costituenti il Patto per Milano è stata presentata una manovra che prevedeva l’estensione dell’addizionale Irpef fino alla soglia dei 15.000 euro lordi che abbiamo considerato improponibile.
Ciò sia per ragioni di equità nei confronti delle fasce più povere sia perché il nostro obiettivo è quello di ridurre la pressione fiscale nei confronti dei contribuenti onesti.
Recentemente le organizzazioni sindacali si sono incontrate con l’assessore al bilancio che ha ribadito le criticità del bilancio accompagnandole con una serie di riflessioni sulla Tares, sulle politiche tariffarie e sui criteri di applicazione dell’ISEE.
In questi giorni apprendiamo dalla stampa che molte decisioni sono prese, in particolare per la Tares, per gli abbonamenti ATM e per le tariffe dei parcheggi.
Se siamo posti di fronte a fatti compiuti diventa francamente impossibile un confronto organico che ci metta in condizione di concordare orientamenti e criteri anche in materia di revisione della spesa che, pur in un contesto difficile, consenta di costruire almeno una linea di salvaguardia delle fasce più deboli dei lavoratori e dei pensionati.
Il Comune appare oggi come un esattore alla ricerca forsennata di entrate a vario titolo con l’effetto di produrre un pesante prelievo tributario retroattivo che si concentrerà negli ultimi mesi dell’anno.
Noi siamo pronti a sostenere il Comune nelle azioni di contrasto all’evasione fiscale, così come poniamo con forza la necessità di superare i limiti di un patto di stabilità che danneggia gli amministratori virtuosi.
Ma la Giunta è convinta che non esista un limite alla crescita del prelievo tributario che provoca, come è stato autorevolmente affermato la cosiddetta (per chi la può fare) “evasione di sopravvivenza”?
Questa considerazioni valgono a maggior ragione per il Governo ma ogni istituzione deve assumersi le proprie responsabilità e sono utili fino ad un certo punto dichiarazioni clamorose che hanno solo un carattere di protesta, ancorchè giustificata .
Certo è difficile costruire un bilancio senza la certezza delle entrate ma è ancor più complicato prendere semplicemente atto di decisioni, non prive di conseguenze sociali, che apprendiamo dalla stampa senza un reale confronto e senza alternative. La Giunta e il Consiglio comunale hanno, nel rispetto dei patti sottoscritti, pieno diritto di assumere in totale autonomia le decisioni che ritengono necessarie assumendosene le responsabilità politiche ma il sindacato non può rimanere in silenzio di fronte ad una prospettiva che rischia di aggravare le condizioni di vita di coloro che già sono in grave difficoltà.
Milano, 30 luglio 2013