Lettera al partito di Roberto Biscardini
18 settembre 2015

Cari compagni,
sono pronto ad intervenire personalmente in Commissione di garanzia, come ho già fatto pubblicamente, per ribadire che la segreteria del 23 luglio non ha assunto alcun provvedimento o dato indicazione alla Commissione stessa di intervenire avverso il compagno Bartolomei, né tanto meno è stato espresso un voto in tal senso. In quel caso avrei certamente votato contro, così come ho fatto in tutti questi anni quando organi di partito hanno avviato contro alcuni compagni provvedimenti sommari di natura politica e non motivati ai sensi del nostri statuto. Quindi anche oggi, al di là delle differenze politiche, ritengo assurdo l’avvio di un provvedimento disciplinare nei confronti di Franco Bartolemei e di altri compagni di Risorgimento Socialista, così come sono da ritenersi illegittimi altri provvedimenti, già assunti di commissariamento di intere federazioni, espulsioni, cancellazioni di compagni dagli organi nazionali del partito, rei soltanto di avere idee diverse da quelle della maggioranza della segreteria nazionale o rei di aver manifestato dissenso nei confronti del voto dato dai nostri parlamentari a favore della legge elettorale, del jobs act o della buona scuola.
Dobbiamo tutti quindi pretendere che la Commissione di garanzia (che è di garanzia e non disciplinare) si mantenga nell’ambito rigoroso delle proprie prerogative, espressione di autonomia e indipendenza rispetto a qualunque tipo di pressione politica esterna, ed anzi ritengo che sia venuto il momento che la Commissione intervenga motu proprio contro iscritti o organi di partito laddove imperterriti continuino a violare le norme statutarie e le regole di convivenza garantite dallo statuto.
Sul piano politico, in un momento così delicato e fragile della vita interna, non è accettabile comprimere il dibattito politico, richiamandosi ad una generica quanto anacronistica “fedeltà” alla segreteria o al governo, facendo propri metodi che offendono lo spirito democratico e pluralista della nostra tradizionale organizzazione. Al contrario si tratta di rivendicare, soprattutto nei confronti di coloro che detengono le maggiori responsabilità, la necessità di ricostruire un clima di convivenza basato sul rispetto di tutti gli iscritti e ispirato al principio di legalità, solidarietà, fiducia e comunità, facendo del libero confronto di posizioni, anche tra loro diverse, un momento non di debolezza ma di arricchimento della nostra futura azione politica.