Legge di stabilità, qualcosa sembra muoversi - di Silvano Miniati
15 novembre 2015
Legge di stabilità, qualcosa sembra muoversi
Nella giornata di ieri abbiamo avuto l’impressione che per quanto riguarda la legge di stabilità, l’oggetto misterioso di cui è ancora ignoto il testo ufficiale, qualcosa si stia comunque muovendo in quanto la prima linea allestita da coloro che all’insegna della affermazione “tutto va bene, non c’è niente da modificare”, con relativa aggiunta che se non fosse bastato questo ammonimento a ‘prendere o lasciare’, rimaneva sempre, in loro possesso l’arma letale del voto di fiducia. Questo muro sembra ora mostrare qualche crepa. Arriva intanto l’assicurazione che castelli e case di lusso pagheranno la TASI.
Il presidente dell’INPS Boeri chiarisce finalmente che secondo lui i provvedimenti del governo per quanto riguarda le pensioni aumentano la confusione, e probabilmente anche i costi e non risolvono i problemi.
Di fronte a una presa di posizione come quella di Boeri, per certi versi inaspettata anche per noi, abbiamo avuto l’imbarazzata difesa di Pierpaolo Baretta che sembra ignorare che il problema della flessibilità in uscita per la pensione rimane del tutto insoluto e che, cosa ancora più grave, tutte le promesse riguardo agli esodati vengono disattese. Sia chiaro che noi continuiamo a considerare le scelte della Fornero che hanno creato gli esodati, molto gravi, ma abbiamo anche consapevolezza che non meno gravi sono le colpe di chi degli esodati ha parlato tanto non lesinando promesse, ma ha fatto di tutto e di più per mantenerli tali.
Sostenere oggi che il problema degli esodati richiede di essere studiato a fondo per evitare pasticci significa prendere in giro chiunque sia informato del fatto che sul tema si è già tanto discusso e tanto riflettuto.
Boeri denuncia giustamente il rischio che si proceda per provvedimenti separati uno dall’altro e cioè aumentando le anomalie già oggi presenti nel sistema previdenziale, ma non dice come sarebbe invece necessario evitare che i provvedimenti ”mirati” finiscono per annebbiare del tutto quel principio di armonizzazione delle regole e dei trattamenti che la legge Dini proclamava. Un principio che però non solo non è mai stato perseguito davvero, ma che oggi si vorrebbe anche dimenticare.
I dati forniti ieri dall’INPS sulle pensioni in essere, ammoniscono coloro che come Padoan e Poletti si dichiarano preoccupati del fatto che i pensionati di oggi possano mangiarsi il futuro previdenziale dei nostri figli e nipoti.
Che esista un problema di tenuta del bilancio previdenziale per i prossimi anni è almeno in parte vero. Che la legge Dini abbia contribuito a garantire una relativa stabilità al bilancio stesso, lo è altrettanto anche se ciò, si tende a dimenticarlo.
Pensare che oggi un pensionato con meno di mille euro al mese o addirittura con un reddito inferiore a cinquecento euro si stia mangiando l’avvenire di altri è davvero paradossale in quanto non si capisce che con un reddito simile il suo problema è prima di tutto quello della ‘propria’ sopravvivenza. Chiunque tende a presentare ancora oggi questa massa di donne e uomini pensionati come un peso insopportabile in quanto frenerebbe il decollo della nostra economia, mente sapendo di mentire. Mentono sapendo di mentire coloro che sprecano fiumi di parole per affermare che gli anziani hanno un passato da rispettare purché il tutto avvenga ovviamente a costo zero, come è dimostrato dalla vicenda degli 80 euro al mese tanto promessi e mai concessi. Il futuro è affare vostro – sembra dicano – e quindi è necessario che vi accontentiate e per favore non rompete più di tanto.
Silvano Miniati