LE SCOSSA NON BASTA, OCCORRE LO SCOSSONE

17 settembre 2009

LE SCOSSA NON BASTA, OCCORRE LO SCOSSONE

Ringraziamo di nuovo tutti coloro che anche attraverso questo forum tengono vivo un dibattito sulle prospettive della politica e della cultura socialista in questo paese. Questa è la nostra carta da giocare, questo è il segno della nostra coerenza. Il dovere del nostro impegno.
Il problema è con quali strumenti e su quali argomenti.
Sul primo punto, le nostre leve sono due: il Partito, che deve essere rafforzato anche attraverso un grande lavoro da fare sul territorio e attraverso il tesseramento, il secondo é Mondoperaio che sta dando prova di essere la sede più idonea per pensare ed elaborare politiche fuori dalla logica delle strette logiche di corto respiro.
Sul cosa, mi limito a ripetere che stiamo probabilmente entrando nella fase della fine del ciclo della Seconda Repubblica e bisogna ripartire dai guasti che questa ha prodotto per individuare facilmente le cose da fare, da riprendere, da ribaltare, per dare ai cittadini, ai lavoratori e a tutti, quelle risposte che la politica del bipolarismo coatto non ha saputo dare. Nuove istituzioni, nuove politiche sociali, nuove risposte alle crisi della produzione, laicità e libertà.
Il congresso del PD che io giudico negativamente sia per come dimostra di non essere organizzato quel partito, sia per l’idea di politica che veicola, sarà comunque un fatto importante.
Il PD figlio delle ambiguità e degli errori commessi da Occhetto e compagni tra il 1990 e il 1994 (dalla Bolognina alla meravigliosa macchina da guerra) ha di fronte a se molte strade, che segneranno anch’esse la fine di un ciclo. Quel partito si può sfarinare, può implodere o esplodere. Adesso non è dato sapere. Ma non uscirà dal congresso così come è entrato. La nostra speranza, per il bene di una sinistra nuova da costruire dal nulla, è che esca almeno un corpo vivo, aperto ad affrontare le gravità della situazione, non in modo manicheo e solo antiberlusconiano come è stato sostanzialmente fino ad ora. Che finisca la politica dell’autosufficienza e che prevalga il senso della responsabilità. Che rimanga in piedi almeno lo spirito del lavorare per l’interesse generale, che è parte persino della storia migliore del comunismo italiano, quella riformista, che i comunisti stessi hanno rinnegato in nome di diventare la lavanderia per i post democristiani oltre che per i post comunisti.
Mi auguro che ci sia nel PD qualcuno che abbia voglia di fare un bilancio spietato delle sue esperienze passate e delle sue sconfitte e di dare una risposta alla domanda semplice: come mai da 15 anni Berlusconi, escort o no, governa e vince e il centro destra si mantiene stabile? Mentre la sinistra continua ad andare indietro?
Ha voglia il PD di riaprire il corso rinnegato del socialismo e della socialdemocrazia italiana ed europee? Noi per parte nostra se vogliamo, come vogliamo, salvare un esperienza politica socialista, dobbiamo fare molta più politica di quanto spesso non facciamo. E per politica intendo proporre il possibile e intercettare il bisogno dei cittadini. Le alleanze si debbono fare e si possono fare, ma se (questo vale per tutti) si è forti delle proprie idee. I socialisti hanno bisogno di uno “scossone” (la scossa non basta) e la sinistra anche. Roberto Biscardini

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