Le misure di polizia senza politica sanitaria e sociale sono inutili IL VIRUS È L'INCURIA NON IL COVID La sconfitta sociale alla vigilia della Ricostruzione da Critica Sociale del 21 marzo 2020 di Marco Sala
22 marzo 2020
IL VIRUS È L'INCURIA NON IL COVID da Critica Sociale del
21 marzo 2020
di Marco Sala
Notte insonne, troppo stress. Ho maturato la seguente sensazione: l’Italia sta sbagliando. Sta sbagliando dal punto di vista sanitario, specialmente in LOMBARDIA, dove, mettendo tutto e tutti negli ospedali, abbiamo scellerato il contagio. Non bisogna #stareacasa! Bisogna isolare i contagiati e soprattutto isolare le persone più a rischio e più deboli. Il 40 % dei contagi avviene in ospedale e un altro 40% in famiglia. Mi spiace, il virus è efficace in modo spaventoso e nuovo, ma noi in Italia, lo abbiamo aiutato, sostenuto e incoraggiato. Lo abbiamo fatto perché siamo stati molto superficiali, molto. Siamo passati da influenza a peste in 2 settimane e nelle stesse trasmissioni televisive e comunità politiche o scientifiche. E nessuno che in due settimane abbia per davvero chiesto scusa.
La superficialità con cui abbiamo affrontato ( e stiamo affrontando) il virus non è poi così sorprendente. Viene da lontano. Ed è un virus che ha contagiato molti, troppi e per troppo tempo. Questo virus della superficialità ci ha impedito di “curare” per davvero il nostro Paese. la vera malattia per cui stiamo morendo non è solo la polmonite interstiziale, è l’incuria.
La grave e imperdonabile incuria in cui giace questa Italia.
Questa incuria è dappertutto, non c’è immunità di gregge e i suoi sintomi spesso si sviluppano anche negli asintomatici, me compreso.
Per questo non è facile da combattere perché per debellare questa incuria, a volte, spesso, andrebbe debellata una nostra abitudine, un nostro interesse, un nostro desiderio.
L’incuria della sanità.
Mi dispiace non mi basta il coro di beatificazione del nostro sistema sanitario. mi dispiace ma vanno dette e scritte almeno le seguenti cose. Non avevamo nessun piano di emergenza. Non avevamo scorte di materiale medico e attrezzature. Non avevamo idea di come gestire le quarantene, gli isolamenti e le cure nelle strutture. In Lombradia abbiamo portato tutti in ospedale accelerando i contagi. No! Non siamo stati il miglior modello sanitario possibile. Non c’entra niente pubblico o privato. Anzi se proprio dobbiamo dirla tutta il pubblico, anche qui in Lombardia, ha dato la sensazione di una approssimazione gestionale e strategica a cui non eravamo preparati: negli ospedali lombardi non possono mancare mascherine e camici. Sia chiaro : non è colpa dei tagli. Qui è colpa dell’incuria. Dell’incuria della gestione.
L’incuria nella socialità.
Nelle ultime settimane siamo stati protagonisti e spettatori di evoluzioni e involuzioni degne di romanzi straordinari. Pensate ai #Novax...
Pensate a come abbiamo trattato i cinesi, condannati per averci portato il virus e prima distrutto le economie tradizionali, ora osannati perché ci danno qualche medico e qualche mascherina...l’incuria nella nostra capacità di essere sensati nel giudizio e non reattivi urlatori senza criterio è ad uno stadio davvero difficile da curare. Inoltre questa nuova forma di socialità tuta digitale sta facendo proliferare nuove culture di germi batteri e virus: dalle fake news alle nuove forme di pubblico ludibrio ( runners e proprietari di cani)
L’incuria della informazione
Se noi siamo stati “capre” nella reazione al fenomeno la colpa è anche di chi i nostri ragionamenti li dovrebbe guidare, o almeno influenzare, diciamo. I leader del pensiero, siano essi opinionisti, giornalisti, capi religiosi, hanno sbandato letteralmente. Hanno compiuto semplificazioni colpevoli, approssimazioni dolose e errori di valutazione gravissimi. La colpa dei media è nelle persone, non nei mezzi: politici si sono trasformati in opinionisti, opinionisti si sono trasformati in rappresentanza del popolo o della scienza, scienziati in costituzionalisti e così via. L’incuria ha minato la autorevolezza dei leader. Facendo sì che tutti non capissimo più nulla e fossimo abbandonati alla reattività. I fenomeni complessi hanno bisogno di chiavi interpretative complesse. Le chiavi interpretative complesse non le abbiamo tutti: de quelli che le hanno non le usano o peggio, le usano senza cura, la situazione si fa grave.
L’incuria della rappresentanza
Il Parlamento è chiuso! I padroni pensano solo ai profitti! I sindacati non si curano degli autonomi e delle partite iva. Il Papa non dice nulla... queste sono tutte balle è vero, ma nella loro superficiale menzogna dicono anche una parte della verità. La sensazione di inconsistenti e pericolose incapacità dei sistemi di rappresentanza politica, sociale e sindacale di questa nazione, è diffusa ed è penetrata in tutti noi. Non si tratta solo di “antipolitica” è proprio una assenza di legittimazione ed autorevolezza nei confronti di chi ci rappresenta o dovrebbe rappresentare. Fico e Casellati, praticamente assenti non giustificati, di questa fase, stanno però assolvendo perfettamente il loro compito. Rappresentanti della crisi della rappresentanza. Una crisi che arriva da lontano e che si è consolidata a furia di incuria nei confronti dei rappresentati e di sola cura degli interessi dei Rappresentanti. Perversione contagiosa a cui poche e lodevoli eccezioni si sottraggono.
L’incuria delle istituzioni
Le gravi scelte che le istituzioni hanno compiuto e stanno compiendo impattano sulle libertà personali, sull’economia, sulla cultura. Sono misure che in molti non esitato a definire “ di guerra “ comunque siamo tutti d’accordo nel dire di sensazionale unicità.
Ebbene l’impressione che i più ricavano, è che queste misure siano state prese con molta, troppa superficialità. Decreto annunciati che vengono pubblicati giorni dopo. Tecnici che parlano al posto dei Governanti. Rappresentanti delle Istituzioni territoriali che litigano tra loro e con le istituzioni centrali. La pandemia di mancanza di cura di chi oggi ha incarichi istituzionali è disarmante: dal ministro che ride in conferenza stampa, all’assessore che invita i suoi a ribellarsi a Roma. Lo spettacolo deprimente non è coperto nemmeno dalla Presidenza della Repubblica, che peraltro in questi giorni ha meno spazio nei dibattiti di un oscuro contabile messo a capo della Protezione Civile. Le istituzioni repubblicane sono infette. Sono infette dal l’incuria di chi ne ha in carico la gestione. E temo che non abbiamo ancora visto la vera portata del contagio, dacché in questi giorni i Tribunali sono chiusi, e la quarantena delle procure non ha ancora liberato le attese inchieste monstre tipiche di questo Paese. Arriveranno e come un potente anestetico, addormenteranno quell’anelito di speranza di ricostruire di cui sentiamo tutti il bisogno, ma che credo non meritiamo!
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