LE LISTE SOCIALISTE COME MOTORE DELLA RINASCITA. di Roberto Biscardini del 1 ottobre 2020
01 ottobre 2020
La partecipazione attiva dei
socialisti nella campagna per il No e i risultati delle amministrative di
settembre dimostrano, per ragioni opposte, che lo spazio politico per la
riorganizzazione di una forza socialista è sempre più largo.
Al di là del referendum, le
elezioni amministrative confermano, nonostante le apparenze, la sostanziale
disgregazione del sistema.
Non a caso i tre partiti
maggiori, M5s, Lega e Pd, sono in fibrillazione, con il paradosso di un Governo
che potrebbe durare fino al 2023 non perché la sua maggioranza è stata premiata
dal voto, ma perché nessuno sostanzialmente (Lega compresa) vuole rischiare andando
al voto oggi.
Il vero collante dell’attuale
Governo, nel breve periodo, si riduce sostanzialmente alla grande opportunità
di decidere come spendere i 209 miliardi del Recovery Fund ai quali potrebbero
aggiungersi i 37 miliardi del Mes.
I ministeri, dopo anni di
vacche magre, stanno tentando “la grande abbuffata”, e dal basso i Comuni e le
Regioni (ormai a stragrande maggioranza di centrodestra) non hanno nessun
interesse di mettere in crisi il Governo in una fase nella quale spingeranno
per avere più soldi.
E alla fine è attendibile che
sarà proprio Conte ad accontentare gli Enti locali, anche a scapito delle
ambizioni del suo Governo, come arma di scambio per salvare la maggioranza
giallo-rossa.
Ma la navigazione non sarà
comunque tranquilla. Nei prossimi mesi verranno a galla tutte le questioni che
le elezioni di settembre hanno solo accantonato e che i miliardi europei hanno
per il momento messo in ombra.
Non si potrà mettere un
coperchio sulla crisi sociale che il Paese sta attraversando, crisi aggravata
dalla difficilissima situazione economica delle famiglie e delle imprese. Dalle
difficoltà dell’occupazione e dall’impoverimento sempre crescente della
popolazione. Alle quali si aggiunge lo spettro di una nuova crisi sanitaria e
il continuo indebolimento del nostro capitale umano (anche nelle zone più
ricche del paese esportiamo giovani laureati e importiamo giovani non
qualificati).
E’ in questo quadro politico
e sociale che si colloca oggi la questione socialista e la possibilità di
ricostruire una nuova realtà politica in alternativa ad una sinistra ormai inesistente,
senza identità e con poche idee.
Si può fare, perché sia
dentro sia fuori dal Psi ci sono le energie per proporsi come attori di un
nuovo progetto politico. E perché intorno alla questione socialista emergono nuovi
interessi. Da parte di cittadini insoddisfatti di tutto ciò che ancora si
chiama sinistra, senza politica, e da parte dei cosiddetti moderati che non si riconoscono
in nuove o vecchie formazioni cosiddette di centro.
Un progetto politico
socialista che ha bisogno di un segnale forte per rispondere in modo moderno a
tre antiche ambizioni.
Uno. Unire tutti coloro che,
superando divisioni e vecchie diffidenze, intendono ricostruire una nuova
comunità per riunire associazioni, circoli, piccoli movimenti, uomini e donne
pronti a rispondere alla chiamata. Una opportunità che dovrebbe per primo
cogliere il Psi, pena vedersi presto scavalcato da altre iniziative o finire
nella totale afasia.
Due. Il motore di questa
iniziativa nazionale si consolida solo nel rapporto differenziato e diffuso
delle diverse realtà locali. Con l’ambizione di rinascere nei territori, dal
contatto diretto con i bisogni e gli interessi delle persone.
Tre. La presentazione delle
liste socialiste a livello locale è il vero motore della rinascita, per tornare
ad esistere nei grandi come nei piccoli centri e nelle loro istituzioni.
Non dimentichiamoci mai che
l’inizio della fine del piccolo Psi, dopo tangentopoli, iniziò quando si decise
di non presentare la propria lista alle elezioni politiche del 2013 in un momento in cui c’erano
tutte le condizioni per farlo e per ottenere un ottimo risultato.
Da quel momento sono
scomparse, salvo casi rari (troppo rari per identificare l’iniziativa politica
di un partito), le liste socialiste nei Comuni e nelle Regioni.
O si coglie l’interesse
crescente nella società intorno ad una questione socialista ormai obbligata dai
fatti, o lo spazio lo riempirà qualcun altro.