LA SINISTRA DEVE PARLARE DI COSE CONCRETE NON DI RENZI di Peppino Caldarola
21 novembre 2017
Il tira e molla sulle alleanze può anche finire. Il segretario Pd ha posto le sue condizioni. Per rappresentare una alternativa bisogna spostare la battaglia su un altro piano. Senza badare agli editorialisti dei grandi giornali italiani, che quando avevano i capelli erano tutti di Lotta Continua.
Quanto deve durare ancora questo tira e molla sull’alleanza
larga che comprenda anche la sinistra? Dopo i mesi passati ad aspettare
Giuliano Pisapia, che già si era messo d’accordo con il Pd, dopo queste
settimane in cui il prodismo doc è sceso in campo per dare una mano a Renzi,
dopo gli ultimi appelli di Veltroni sul pericolo di un centro-sinistra
sfasciato preceduti dal silenzio quando Renzi lo sfasciava, sarebbe ora di
mettere la palla al centro e iniziare la partita. Ciascuno la sua.
RENZI DIMENTICATO PURE DA SCALFARI. Insisto: Renzi è il meno peggio di questa
combriccola di zufolatori che vorrebbero che i topini di sinistra si gettassero
nel canale. Renzi dice che l’accordo si può fare alle condizioni sue: se vi
beccate jobs act e pensioni, se dite che la situazione economica l’hanno
rovesciata in meglio i suoi governi, allora lui può accettare al desco i
“comunisti” che ha voluto espellere da quel Pd che loro, e non lui, avevano
fondato. Lui è unitario così. Bisogna vedere in questo suo gioco di guerra
quante divisioni sono dalla sua parte. Non credo molte se perfino
l’autoproclamato suo nonno, il pregevole Eugenio Scalfari, è costretto a dire
che nello scontro fra Di Maio e Berlusconi preferirebbe il “caro nemico”
essendo convinto che il nipote non lo vuole più nessuno.
Personalmente credo che se la campagna elettorale del Pd
sarà fondata sugli argomenti che Renzi ha sfoderato a casa Vespa per i dem si
mette molto male. Lo dico anche ai mie concittadini dell’agenzia Proforma che
curano gli interessi del renzismo. Non si è mai vista una campagna elettorale
in cui si parla un linguaggio totalmente contrario dal “sentire” dell’opinione
pubblica. Non c’è alcun italiano che sente di essere uscito dalle paure
economiche. Eppure lo stesso italiano si trova di fronte un tizio che gli dice
di averlo messo in salvo.
TECNOCRAZIA VS IDEALI. Non si è mai vista una campagna elettorale in cui il
tema del futuro è declinato solo sullo sviluppo della tecnologia mentre è noto
che l’elettore quando vuole parlare di futuro vuole sapere cose concrete,
lavoro, scuola, sanità; e vuole avere prospettive ideali grandi, cioè in quale
società il politico di turno vuole portarlo. Guardatevi le campagne elettorali
dei presidenti americani che hanno vinto. C’era pragmatismo e futuro della
società non l’attesa fideistica della scienza che non ha bisogno della
politica, se non attraverso i finanziamenti, per rincorrere il futuro. Guardate
anche le due campagne elettorali migliori di Berlusconi: ideologia
anticomunista a gogo, promessa di posti di lavoro e abolizione dell’Imu.
Pensate al primo Prodi, quello che vinse grazie ai voti di quegli
impresentabili e terribili “comunisti” che gli conferirono il proprio consenso,
che mise l’Europa e l’europeizzazione del Paese al centro del progetto. Altro
che l’eccitazione di Renzi per la modernizzazione. Da quando ci sono i suoi
ministri dell’Istruzione non un computer in più è entrato nelle scuole.
LA SINISTRA DEVE MOLLARE MATTEO. Se queste osservazioni critiche valgono per
Renzi, valgono il doppio per la sinistra. Fatela finita con Renzi, non è il
vostro nemico, il vostro nemico è la sfiducia degli elettori. Parlate di cose
concrete, di lavoro, come già fate, e dite in quale mondo volete portarci. Dite
la frase benedetta: una società diversa, e chissenefrega se si scandalizzano
gli editorialisti dei grandi giornali italiani, che quando avevano i capelli
erano tutti di Lotta Continua.