LA ROSA NEL PUGNO È ANCORA VIVA di Roberto Biscardini da l’Avanti! del 12 gennaio 2007
26 gennaio 2007
La Rosa nel Pugno non se la passa bene, ma non è morta. Anzi, non muore nonostante i tentativi di staccare la spina siano stati molti e non ci siano in corso particolari terapie di sostentamento. Questa immagine potrebbe essere riscritta anche in altro modo.
La Rosa nel Pugno, nonostante gli errori commessi in questi mesi, vive e potrebbe ritornare a vivere meglio, maggiormente in salute e con più forza. Naturalmente, a condizione che molte discussioni di questi mesi, figlie delle ipotesi che SDI e Radicali potessero andare ognuno per la propria strada, fossero affrontate con realismo, senso di responsabilità, senza furbizie.
Due riguardano le ragioni di fondo che hanno pregiudicato in questi mesi la continuità politica della Rosa nel Pugno e quindi la sua crescita.
La prima è nel giudizio troppo negativo dato affrettatamente al risultato elettorale del 10 aprile. E’ stato un errore confondere la delusione rispetto all’attesa di un risultato migliore con il 2,6% che poteva essere utilizzato con più fiducia e più coraggio un risultato di partenza positivo.
Seconda, SDI e radicali si sono cimentati dopo le elezioni, per sette lunghi mesi, su un obiettivo praticamente impossibile, quello di trasformare la Rosa nel Pugno da soggetto politico a partito unico, cercando la via, tutta organizzativa e persino un po’ burocratica, di mettere insieme due partiti assolutamente diversi. Ciò ha radicalizzato le diversità tra SDI e radicali, anziché valorizzare le ragioni dell’unità e ha rinchiuso SDI e radicali nel proprio orto perdendo di vista un presupposto fondamentale che era ed è alla base della RnP. Cioè di essere soggetto sempre aggregante di forze laiche, liberali e socialiste andando ben oltre gli steccati dei soli radicali e dei soli socialisti.
Oggi la situazione è più chiara, il soggetto politico Rosa nel Pugno non si trasformerà nell’immediato futuro in unico partito e per il momento SDI e radicali rimarranno distinti. Ma la RnP continua a vivere come soggetto politico e soprattutto conferma la validità della prospettiva politica più generale, quella di dar vita con tutti coloro che lo vorranno ad una forza laica, liberale e socialista autonoma, da costruire sopratutto su grandi battaglie di modernizzazione sia nel campo dei diritti e delle libertà sia sul terreno economico. Spazio enorme alla luce delle difficoltà in cui si dibatte una sinistra che non riesce, nonostante le dichiarazioni, ad essere liberale, in un mercato politico in cui sono cadute le credibilità che ruotavano intorno al centrodestra. E in una situazione nella quale, a sinistra, non solo il cosiddetto Partito democratico non riesce a nascere nella chiarezza, ma la sua gravidanza sta trascinando nella crisi Ds e Margherita.
E’ nella prospettiva più grande di una alleanza liberal socialista che la Rosa nel Pugno può continuare a vivere, può arricchirsi, modificarsi contando per ora su quattro punti di forza.
Uno, la prospettiva strategica è chiara sia sul piano politico che dei contenuti.
Due, sopravvive quindi tra socialisti, radicali ed altri promotori l’alleanza elettorale, politica e programmatica. Questa alleanza potrà concretizzarsi alle prossime elezioni amministrative con la presentazione in alcune realtà significative del simbolo della Rosa nel Pugno.
Tre, la sua rappresentanza nel governo, i suoi sottosegretari insieme al ministro Bonino, rimane una rappresentanza unitaria.
Quattro, non si modifica il Gruppo parlamentare che può svolgere (forse di più di quanto non abbia fatto finora) un’iniziativa fondamentale per trasformare le tante battaglie politiche in durissime battaglie parlamentari.
Certo, perché questa fase sia il momento di un nuovo inizio, come ha detto Boselli, bisogna crederci, guardando in grande ed al futuro, trasformando gli organismi di segreteria e di direzione politica non in organismi di un sedicente partito che non c’è, ma in organi di iniziativa politica di un soggetto che rimane ancora nello scenario italiano come una complessa ma interessante novità. Una grande speranza. Un cuneo nel fianco di molti altri partiti che, non a caso, già dalla campagna elettorale scorsa hanno lavorato tenacemente contro a difesa e a tutela dei loro limiti, della loro incapacità di rinnovarsi e della loro incapacità di non essere conservatori. Insomma se c’è una notizia giornalistica da dare, nonostante l’aria che tirava, è che la Rosa nel Pugno vive e rimane il punto di partenza per qualcosa di più grande. Non è né il punto di arrivo nè la stazione finale dopo la quale SDI e radicali possano ritornare indietro così come erano prima.