LA ROSA NEL PUGNO DEVE MORIRE?

21 ottobre 2006

LA ROSA NEL PUGNO DEVE MORIRE?

Alleghiamo l'appello di Antonio Landolfi: ridiamo subito fiducia e speranza a quanti come Biagio Di Giovanni, in Italia, hanno scommesso sulla Rosa nel Pugno. Biagio De Giovanni ha ragione: la cultura della sinistra socialista, liberale, laica e radicale era ed è rimasta minoritaria all’interno dell’Unione e scarsamente presente nelle scelte complessive del suo Governo. Ma è proprio da questa situazione che nasce la Rosa nel Pugno: nuovo partito, in prospettiva, ma nuovo progetto e nuovo modo di fare politica, qui ed oggi. C’è, e rimane, un grande vuoto da riempire, un’attesa da soddisfare, una domanda di iniziativa e di partecipazione politica cui rispondere. Per Boselli e Pannella, per noi tutti, è una chiamata in causa; un richiamo alle nostre responsabilità. Non possiamo, da una parte, affermare costantemente l’importanza del progetto e, quindi, la necessità di andare avanti e rimanere, nel contempo, paralizzati dalle nostre dispute interne senza esprimere una sola iniziativa politica comune; “andare avanti” in questo modo ci porterebbe, ben presto, alla bancarotta e prima ancora di avere avviato l’attività dell’azienda. Un esito siffatto sarebbe devastante e non per la causa del socialismo liberale che rimane, comunque, sul tappeto. Ma per quanti hanno promosso il progetto, in particolare nella componente socialista. Ma c’è ancora tempo e modo di raddrizzare la barca e di ripartire. Rafforzando dall’interno del Partito Radicale, la dimensione dell’anima comune e il senso pieno della propria, nostra presenza nell’Unione. E facendo riscoprire, ai socialisti, il valore dell’iniziativa, e della battaglia politica e culturale che è poi l’unica a giustificare il ruolo di un socialismo indipendente. Le occasioni di intervento sono davanti a noi, sono evidenti e urgono: imporre il rispetto dei risultati delle elezioni al Senato, come pregiudiziale rivendicazione di legalità e di democrazia delle istituzioni; i temi “etici” e della libertà di ricerca; il giudizio sulla finanziaria e la nostra politica mediorientale; rilancio di una grande politica ambientale e delle autonomie, questione sia locale sia mondiale; aggiungendo nelle elezioni amministrative anche gli obiettivi della trasparenza e della riduzione del costo della politica. E fra le tante battaglie garantiste occorre rilanciare –come lui vuole e praticò- anche l’impegno meridionalista ereditato da Giacomo Mancini. Sta a noi raccoglierle, queste occasioni, queste urgenze. Per ridare subito fiducia e a quanti come Biagio Di Giovanni, in Italia, hanno scommesso, in prima persona, sulla Rosa nel Pugno Antonio Landolfi, della Direzione Nazionale della RnP Per sottoscrivere e sostenere l’appello: iniziative@rosanelpugno.it

Vai all'Archivio