LA RISPOSTA DI SOCIALISTI IN MOVIMENTO AGLI APPELLI CHE ARRIVANO DAL PSI
16 maggio 2018
Nel giro di pochi giorni il Segretario del Psi ha rivolto
due appelli, uno rivolto a tutti i socialisti per un impegno comune al
confronto, il secondo ancora più impegnativo rivolto a tutte le forze politiche
del cosiddetto centrosinistra per dar vita ad una “concentrazione repubblicana”
contro il populismo.
In proposito vogliamo precisare.
Socialisti in Movimento fin dalla sua nascita si è posto il
problema di ricostruire l’unità più larga possibile dei socialisti, intorno ad
una politica di forte identità socialista, capace di difendere i valori della
nostra tradizione e reagire allo sfarinamento delle politiche socialiste nel
paese.
Abbiamo proposto e avviato la riunire in un’unica area
socialista di iscritti e non iscritti al Psi sul terreno di una nuova politica
economica, sociale e democratica diversa
“dall’impronta dei governi dell’ultima legislatura”, e in particolare
dal governo Renzi. L’esatto contrario di quello che ancora oggi sembra proporre
la segreteria del Psi anche con quell’appello. E cioè riconoscere a Renzi
un’impronta di governo riformista e
giustificare ancora, nonostante i risultati elettorali del 4 marzo, il
sostegno del Psi al Job Acts, alla legge sulla buona scuola, alle leggi
elettorali incostituzionali e al disegno di revisione costituzionale del 2016.
Questa è per noi la reiterazione di un errore politico grave, che ha minato
alla radice l’identità del partito distruggendo di fatto la pur consistente
comunità socialista di soli dieci anni fa. Inoltre non aver ancora voluto analizzare
le ragioni della sconfitta del Pd, del Psi, nonché la morte del centrosinistra è
il segno che l’attuale segreteria del Psi, anche con lo zero per cento, vuole
proseguire con i paraocchi e perpetuare gli errori degli ultimi anni. Per
questo è giusto pensare di poter far “pesare di più il patrimonio
politico-culturale dei socialisti”, ma non sembra assolutamente possibile che
sia l’attuale segreteria del Psi, peraltro non più depositaria di quel
patrimonio, a poterlo fare. I risultati disastrosi che sono alle sue spalle
sono lì a dimostrarlo.
Sull’appello rivolto alle altre forze politiche del cosiddetto centrosinistra riteniamo che l’idea
di dar vita ad un fronte comune democratico, una sorta di “concentrazione
repubblicana” contro la destra e il populismo, cercando di nascondere la
propria pochezza annegandola in un alleanza ibrida solo più grande contro un
nuovo nemico (una volta il Caimano adesso il populismo) rappresenta un altro
errore di prospettiva. Può servire se l’obiettivo è ancora una volta quello di
garantire la candidatura di qualcuno nella lista del “fronte impopolare” alle
prossime elezioni europee. Ma assolutamente inutile sul piano politico, perché
il problema non è la nascita del “fronte” contro il nemico fascista, ma la
rinascita di una forza autenticamente socialista per affrontare da socialisti i
problemi emergenti a scala nazionale e internazionale in Italia e in Europa. Per
preparasi a governare in futuro in ragione di un consenso popolare tutto da
ricostruire su programmi e proposte concrete. Gli equilibrismi politicisti,
oggi come in passato, non portano linfa alle ragioni del socialismo.
Garantiscono solo il galleggiamento del gruppo dirigente, ciò di cui i socialisti
in senso lato non hanno assolutamente bisogno.