LA QUESTIONE SOCIALISTA ANNO 2004

31 agosto 2004

LA QUESTIONE SOCIALISTA ANNO 2004

Pubblichiamo il testo della lettera inviata da Rino Formica a Enrico Boselli e a Gianni De MIchelis il 2 agosto 2004 e pubblicata su l’Opinione del 4 agosto

Caro Enrico,
Caro Gianni,

Il mese di luglio dell’anno scorso si portò via la speranza dell’unità dei socialisti per le elezioni europee.
Lo SDI fu suggestionato dal sogno prodiano, il N.Psi non volle modificare il rapporto di concretezza con Berlusconi ed il suo Governo.
In politica gli errori producono un lascito: si può solo evitare di ripetere gli stessi sbagli.
Il mese di luglio di quest’anno si chiude con due avvisi, sia pure deboli, di segno opposto.
L’incidente di Montecitorio tra Lega e socialisti, ed il garbato corsivo di Macaluso sul “Riformista” del 31 u.s.

La questione socialista viene riaperta in modo truce e bieco dalla Lega, ed in versione politica, razionale e mite, da un dirigente storico dell’ala unitaria e riformista del comunismo italiano.
Perché due modi così diversi nel valutare le conseguenze di un timido ritorno dei socialisti?

Proviamo a dare una risposta fredda e razionale.

La fine degli anni ’80 portano in Italia un vento impetuoso di paure e di panico.
Il crollo del comunismo nel mondo sblocca il sistema politico italiano e rende possibile la democrazia dell’alternativa.
L’ingresso in Europa e gli accordi di Maastricht distruggono le basi materiali per un grande capitalismo assistito, espongono alla competizione il nascente tessuto produttivo delle partite IVA, mettono in discussione una protezione sociale universale, fondata sul principio della crescita continua ed esponenziale.
Queste paure si riversano sopra le forze politiche tradizionali che non sono pronte a gestire l’insicurezza diffusa.
La degradazione e la decapitazione delle classi dirigenti più esposte non avviene attraverso la via della lotta democratica, ma si materializza con una offensiva mediatico-giudiziaria e con l’introduzione di meccanismi costrittivi artificiali (leggi elettorali).

Le conseguenze sono devastanti per l’evoluzione democratica del Paese e producono effetti differenziati nell’area di centro-destra e in quella di centro-sinistra.

Nel centro-destra vi è il massimo di concentrazioni delle forze avvantaggiate da una rivolta animata dal panico e dalla manipolazione della verità. I post-fascisti emarginati, i leghisti, schiuma di visceralità mai assorbita dalla ragione, e Berlusconi alla testa di imprenditori che si ingrassarono nel sistema bloccato della prima repubblica non avrebbero mai potuto aspirare ad essere classi dirigenti per governare .
Il centro-destra ( è bene che il N.Psi lo tenga sempre presente), negli eventi del ’92-’94 ha le radici fondative della sua ragione di esistenza politica. Senza la memoria di quella matrice non potrebbe essere legittimata a governare!

Non si tratta di negoziare un nuovo patto con il Cavaliere. Si deve prendere atto che le divergenze tra socialisti e centro-destra non sono solo di programmi o di prospettive ideali, ma sono di natura fondativa.

Di diversa qualità è la difficoltà dei socialisti nel centro-sinistra.
In questa area la rivolta epuratrice contro i socialisti fu accompagnata da un rigurgito di culture giustizialiste, giacobina e salvifica della sinistra.
Ma a sinistra vi è anche un’altra cultura maggioritaria e silenziosa che si nutre di dialogo, di tolleranza, di liberalità e di rispetto. Comunque, la sinistra per essere al governo non ha bisogno di ricercare, come deve fare il centro-destra, una legittimazione nella giustizia sommaria dei primi anni ’90.
Mi rivolgo a voi perché possiate prendere atto che con il centro-destra vi è incompatibilità fondativa mentre con il centro-sinistra deve essere aperta una battaglia politica senza tregua per emarginare le tendenze illiberali e forcaiole.

Perché non cominciare dalle poche e chiare parole di Macaluso sul “Riformista”:

......................................”Ma, se c’è una questione socialista, il tema resta. Bertinotti è fuori dall’Ulivo e lo condiziona: da sinistra (radicale). Perché non potrebbe farlo un partito socialista autonomo?”……………………………………….

Non è questa l’ora dei chiarimenti di cortesia: il passato non può tornare, ma il nuovo mostra la corda.
Il bipolarismo, artificiale e manipolato, sprofonda nella sua miseria morale e materiale.

I socialisti possono salvare le cose sacre senza litigare su chi deve montare la guardia ai sacrari.

“Socialismo è Libertà” sarà al vostro fianco se vorrete riprendere un cammino comune che la forza delle cose vi obbliga a seguire.

Fraterni saluti.
Il Presidente Socialismo è Libertà - On. Rino Formica

Vai all'Archivio