"LA MORATTI NON PUÒ ESULTARE" Intervista a Roberto Biscardini di Stefano Bettera su Terra del 14 luglio
15 luglio 2011
Expo, c’è l’accordo sulle aree. Si riapre il cantiere Milano. Sul tavolo non c’è solo il problema dei terreni di Rho ma anche il PGT che ha di recente ricevuto uno stop deciso da Sindaco e giunta. Serve una sintesi tra le posizioni in campo e spetterà a Roberto Biscardini, che molti danno come futuro presidente della Commissione Urbanistica, indicare una via d’uscita.
Intanto, la Moratti sull’Expo canta vittoria perché vede una continuità col suo progetto.
- No, è solo una vittoria di Pirro. La Moratti non ha ragione oggi e non aveva ragione prima. Oggi se canta vittoria la canta su una scelta sbagliata all’origine, impostata male e gestita con un’attenzione ai privati assolutamente sproporzionata. Anzi il Comune avrebbe potuto decidere di fare l’Expo su un’area pubblica e così non saremmo finiti a Rho-Pero sulle aree di Cabassi e della Fiera.
Pisapia si dice garante del territorio, ma i mal di pancia sono molti.
- La nuova maggioranza tra le tante eredità negative della giunta Moratti si è ritrovata anche l’impostazione e gli accordi stipulati con le proprietà delle aree per la realizzazione dell’Expo. Ci sono atti del passato che possono essere revocati. Ma in alcuni casi la continuità amministrativa diventa un obbligo quando in discussione c’è la credibilità di Milano e quando interrompere un iter amministrativo danneggia la città e le sue prospettive di sviluppo. Per questo Pisapia non aveva altra scelta che firmare l’accordo di programma.
Sembra che nella decisione non si sia tenuto conto delle indicazioni uscite dal voto referendario.
- Il referendum c’entra poco. O meglio la questione del parco agroalimentare è solo una parte del problema. Il nodo principale è cosa si farà sull’intera area dell’Expo dopo 2015. Il nuovo Consiglio Comunale e la nuova maggioranza hanno di fronte a sè tutto il tempo necessario per decidere quale destinazione pubblica e sociale dovrà avere quell’area, e sottolineo pubblica e sociale. Guai se avessimo solo un parco circondato da edilizia residenziale privata. Questo sarebbe il più grande regalo che faremmo alla rendita immobiliare. Naturalmente il discorso è diverso se insieme al parco e ad importanti servizi pubblici si potesse realizzare anche edilizia sociale.
Resta sul tavolo l’ipotesi della variante Boeri e il serio pericolo di una speculazione edilizia.
- La questione del PGT è più complessa. In gioco ci sono questioni delicate dal punto di vista giuridico ma anche strategico. La Giunta ha deciso di annullare la delibera di approvazione del Piano per ritornare indietro e consentire al Consiglio di esaminare le 4500 osservazioni che la maggioranza precedente ha sostanzialmente ignorato. Un gesto che restituisce al Consiglio comunale una prerogativa che gli era stata tolta. Ma questo non basterà a cambiare nella sostanza il piano urbanistico voluto dal centrodestra, che io personalmente non condivido, considero lacunoso, insufficiente e strategicamente sbagliato. Il problema principale che il Consiglio comunale ha di fronte riguarda l’indirizzo strategico che il piano deve avere, e l’esame dell’osservazioni non basterà a coprire questo vuoto. Se vogliamo rispondere ai bisogni, emersi con forza anche durante l’ultima campagna elettorale, la città da costruire non è quella del PGT approvato dal centrodestra.
Non era forse meglio aspettare e non lasciare spazio all’impressione di fare il gioco dei costruttori?
- Non è così. Oggi i costruttori sono molto preoccupati dei tempi. Questo è un problema vero che deve essere affrontato seriamente: far coincidere l’esigenza di cambiare la strategia di fondo del PGT senza bloccare la città. Da socialista e riformista non posso che riaffermare un vecchio concetto: occorre cambiare il motore della macchina senza fermare la macchina in corsa. Sul terreno delle strategie faccio solo un esempio. Vogliamo un PGT che risponda ai bisogni dei cittadini che abitano a Milano oggi o un PGT che mette a disposizione aree edificabili per futuri nuovi abitanti? Il PGT della Moratti prevede 400.000 abitanti in più su 1.300.000 residenti attuali. Ma è una scelta logica?