LA M6 SERVE, MA IL TRACCIATO NON DEVE FARE GLI INTERESSI DEGLI IMMOBILIARISTI di Roberto Biscardini e Marco Figura per Il Migliorista 7 aprile 2022

07 aprile 2022

LA M6 SERVE, MA IL TRACCIATO NON DEVE FARE GLI INTERESSI DEGLI IMMOBILIARISTI di Roberto Biscardini e Marco Figura per Il Migliorista 7 aprile 2022

Milano, dall’evanescenza amministrativa alla confusione e alla dipendenza degli interessi dei soliti centri di potere.È il caso del futuro delle nostre metropolitane che le dichiarazioni del sindaco Sala non hanno contribuito a dipanare.
A Natale, in occasione degli auguri alla città, il Sindaco ha informato che nella Legge di Stabilità 2022 sarebbero stati previsti fondi per il prolungamento delle metropolitane: M1 a Baggio, M4 a Segrate, M2 verso Vimercate, della M3 verso Paullo e il finanziamento dello studio di fattibilità della M6.
Una novità rispetto a dichiarazioni dello stesso Sindaco, neanche troppo datate, secondo le quali la M4 sarebbe stata l’ultima linea di Milano. Naturalmente sbagliando, perché la M6 è assolutamente necessaria a condizione che non si commettano errori sul tracciato, come sembra emergere dalle ultime notizie.

Per la verità l’amministrazione si era già esposta a favore di M6 con il Pums (piano urbano della  mobilità sostenibile, n.d.r.) del 2018, riprendendo un tracciato di massima già indicato nel 2014 dalla giunta Pisapia. Un tracciato ancora tutto da definire, da Cadorna verso sud nella direzione di via Ripamonti e a nord con varie ipotesi nella direzione Molino Dorino-Baranzate al servizio dell’asse Sempione-Certosa e poi Cascina Merlata.

Un’altra variante era stata da noi indicata negli stessi anni. Essa riprendeva un progetto, poi lasciato cadere, finalizzato ad alleggerire la pressione della M1 sull’area Duomo-Cordusio, attraverso lo sbinamento della M1 a Pagano, affinché la M1 potesse proseguire, senza l’attuale sovraccarico, nella direzione di Rho-Fiera, dedicando invece la tratta da Pagano e Bisceglie e il suo prolungamento verso Baggio alla realizzazione della nuova M6. Questa nuova linea da Pagano potrebbe proseguire verso il centro, su un tracciato completamente nuovo verso Sempione, Cadorna, Piazza Affari, Missori, e poi verso l’asse Tibaldi – Ripamonti, al servizio del polo della Bocconi, del nuovo Scalo di Porta Romana e a Macconago verso lo IEO.

Quindi, se fosse confermata la disponibilità di 4,5 milioni di euro per il progetto di fattibilità  della nuova M6, sarebbe opportuno che il Comune di Milano si schiarisca le idee, affinché il progetto di fattibilità sia riferito al tracciato giusto. Non a quello assurdo che secondo la stampa di questi giorni sarebbe stato studiato direttamente dai tecnici del Ministero di Trasporti. In proposito due considerazioni: cosa possono saperne i tecnici del Ministero dei tracciati delle nostre metropolitane!? Secondo, spetta alla sola Amministrazione comunale (per maggiore chiarezza al suo Consiglio comunale) il diritto e il dovere di decidere la politica degli interventi nel settore dei trasporti, compresi i tracciati delle linee metropolitane.
Nello specifico una nuova M6, come quella apparsa nei giorni scorsi, che sembrerebbe aver già trovato il consenso del Sindaco, fatta per collegare – a suo dire – “i quartieri a sud della città”, è una letterale follia. Una metropolitana per collegare tra loro quartieri della periferia sud, con una densità relativamente bassa, se non addirittura a vocazione agricola e persino a ridosso delle aree del Parco Agricolo Sud Milano, non avrebbe alcun senso. Non darebbe alcun miglioramento per la riduzione della congestione urbana che affligge le principali arterie di questa zona della città.

E in particolare la direttrice di via Ripamonti sarebbe così l’unica a non essere servita da una linea metropolitana.
In una città come Milano il nodo principale è sempre quello di infrastrutturare le radiali per collegarsi con il centro, funzionando benissimo anche come linee di trasporto pubblico per sostenere la domanda che si genera nelle aree di interscambio per chi arriva in macchina dalle zone più esterne.
A meno che, come si potrebbe intuire dai grafici che circolano in questi giorni, non si voglia trasformare aree ancora relativamente verdi in aree di espansione per nuove urbanizzazioni e nuova cementificazione. In ogni caso, con una linea M6 di questo genere, l’intera zona 5 (125mila residenti) resterebbe ancora senza un collegamento veloce con le altre zone della città.

Ancora una volta, dunque, (come nel caso del prolungamento della M3 a Paullo, per esempio) l’interesse sarebbe sempre lo stesso: quello finanziario e immobiliarista. Come lo sarebbe d’altra parte anche una M6 che punti a nord sulla Cascina Merlata e in modo particolare sull’annunciato Merlata Bloom, indicato come uno dei più grandi mall europei. Se così fosse, non si capisce per quale ragione le metropolitane non vengano finanziate direttamente dagli sviluppatori immobiliari, anziché dai cittadini milanesi e italiani con il gettito della fiscalità generale.

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