LA GRANDEZZA E LA MEDIOCRITA’ di Angelo Sollazzo del 15 gennaio 2020
15 gennaio 2020
Si suol dire che la storia la scrivono i vincitori. Dopo qualche decennio la
storia viene interpretata e dopo altri decenni si riscoprono le verità quasi
mai sono quelle dei vincitori.
A pochi giorni dalla uscita del film “Hammamet” e a pochi giorni dalla
celebrazione del ventennale della scomparsa di Bettino Craxi, molte verità
dell’ultimo ventennio cambiano indirizzo.
Cominciamo dalla cosiddetta fuga dall’Italia verso la Tunisia.
Solo recentemente viene riportato il pensiero di molti di noi che vedeva nella
permanenza di Craxi in Italia la possibilità di qualche caffè al veleno, ovvero
la stessa fine di Aldo Moro.
Averlo letto ultimamente per una dichiarazione di un alto dirigente socialista
dell’epoca, riporta il fatto nella giusta dimensione.
La vicenda di Craxi non può essere ricondotta ad una mera vicenda giudiziaria
dimenticando che tutto partiva dalle proposte, dai metodi e dai comportamenti
che Craxi metteva in essere con profonde innovazioni.
Troppi commentatori, ancora oggi in mala fede, insistono sull’aspetto
giudiziario riferendosi esclusivamente al sistema del finanziamento illegale,
ripetutamente ammesso, e dimenticando la grandezza delle sue opere e delle sue
intuizioni.
Gli stessi procuratori Borrelli e D’Ambrosio, prima di morire esprimevano dubbi
sulla leicità ed utilità del loro operato. Addirittura D’Ambrosio ammetteva che
non risultavano atti di Bettino Craxi che dimostravano interessi od
arricchimenti personali. Per non parlare di Di Pietro che riconosceva l’uso
disinvolto del tintinnio di manette per indurre a confessioni spesso non
veritiere.Il discorso alla Camera di Craxi sul finanziamento dei partiti fu
memorabile e non smentito da alcuno.
D’altra parte di tesoretti nascosti neanche l’ombra e recentemente il figlio
Bobo Craxi, con grande onestà intellettuale, ha ammesso di versare in
condizioni economiche precarie al punto di avere la propria casa messa
all’asta, poiché non in grado di pagarne il mutuo. Chi sapeva non ha parlato,
lo ha fatto l’interessato. Altro che tesori nascosti.
Certo vi erano in tutti i partiti delle pecore nere, episodi gravi di
corruzione, ma distruggere il panorama politico, nato dalla Resistenza, per la
teoria del “non poteva non sapere” è davvero troppo. Le caste sono altre, dai
grandi manager, dalla alta burocrazia , ai gradi più alti della magistratura,
dei vari corpi militari, dei giornalisti che guadagnano gettando veleno su
tutti,, alle gerarchie ecclesiastiche, che hanno molto di cui farsi perdonare .
Ma lo sport più popolare era quello di sparare sulla politica che mostrava
debolezza ed incapacità a difendersi.
Nel 1989 venne promulgata un’amnistia per tutti reati commessi per il
finanziamento illegale ai partiti. Si parlava di mille miliardi arrivati dall’Unione
Sovietica, paese nemico, al PCI, di miliardi che la CIA americana elargiva alla
DC, e con un colpo di spugna tutto ciò veniva cancellato. E’ possibile credere
che senza un disegno esterno in soli tre anni,89-92, sarebbe potuto succedere
il cataclisma ?
La vicenda di Sigonella non ha insegnato nulla?
Nel mediocre film di Amelio “Hammamet” tale episodio viene ridotto al gioco del
nipotino di Bettino con i soldatini italiani ed Usa che si confrontano sulla
spiaggia. Pare possibile? A parte il fatto che nel film vi sono assolute
falsità sui comportamenti di Anna Craxi, donna votata al sacrifico e
profondamente legata al marito, su quelli di Bobo che, diversamente dal film,
già era impegnato nel Partito ed accettava sempre le indicazioni del padre, non
un semplice osservatore con la chitarra, per non parlare di Vincenzo Balzamo,
vero amico di Bettino, e deceduto in modo assolutamente diverso da come viene
rappresentato nella pellicola. Insomma un film che a parte la interpretazione
di Favino, è stato un mediocre racconto romanzato e non del tutto veritiero.
Troppo grave la dimenticanza del lavoro di Bettino che aveva prodotto risultati
eccezionali. Certo il debito pubblico era salito all’89%, oggi 133 %, dovuto
soprattutto al divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, per il quale Craxi ed i
socialisti erano contrari, ma la crescita era del 3%, la produttività era
aumentata del 25%, l’inflazione era scesa dal 16 al 4%. L’Italia era divenuta
la quinta potenza economica del mondo ed insidiava da vicino la Francia al
quarto posto. Tutto dimenticato come il lavoro svolto per conto dell’ONU per
l’azzeramento del debito dei Paesi del terzo mondo, gli aiuti a tutti i livelli
ai movimenti di liberazione ed ai partiti fratelli, dall’America latina, ai
paesi dell’est-Europa. Insomma Craxi cercava di arginare il capitalismo
selvaggio e di combattere la finanza speculativa, riteneva assolutamente
necessaria la autonomia e sovranità nazionale, agiva sulla scena politica
internazionale.
Dopo oltre un quarto di secolo lo spettacolo della attuale società politica è
desolante. Il livello è sprofondato con l’arrivo di Berlusconi e la sua
politica spettacolo, con le sue bizzarrie per la finanza creativa e per la
mania del partito liquido e senza democrazia interna. Renzi ha aggravato la
situazione inaugurando la politica della bugia ad ogni costo.
Per il finanziamento della politica che dire dei milioni per organizzare la
Leopolda renziana, per non parlare dei 49 milioni della Lega, rateizzati a
babbo morto.
Tutto ciò sembra normale. Se tutto ciò fosse successo ai tempi di Craxi ci
avrebbero tutti crocifissi come Spartaco ed i suoi gladiatori.
Oggi impera la stravaganza grillina che vuole i parlamentari scelti per
estrazione, come in una lotteria, l’eliminazione del diritto di voto agli
anziani, la prigionia a vita per tutti gli indagati. La Lega oltre a tutelare
da destra i suoi accoliti, vedrebbe volentieri respinti a mare tutti i poveri
disperati che tentano di fuggire dalla guerra e dalla miseria, dimenticando
l’emigrazione italiana dei primi del Novecento.
Il PD è abortito sul nascere e Zingaretti per tutti è stato una cocente
delusione costretto ad alleanze innaturali, per una sudditanza culturale agli
ex-DC ed in particolare a Franceschini che, avendo steso sulla sua poltrona una
buona dose di Vinavil, non lo stacchi dal potere ministeriale neanche con le
cannonate. Ministro ad ogni costo e con qualsiasi alleanza, da buon
democristiano.
Questo il quadro di oggi. Quello di ieri lo abbiamo vissuto e dipinto tutti
noi.
P.S.: Mi piace ricordare Bettino quando pochi giorni dopo la sua elezione a Segretario venne al Festival dell'Avanti di Fossalto(CB), con un giubbino, la camicia per metà fuori dai pantaloni e con il pugno chiuso salutava l'enorme folla, da vero leader della sinistra socialista.
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