LA DESTRA E IL CASO DELL'ILVA di Alberto Benzoni del 6 novembre 2019
06 novembre 2019
Ovvero uno spettacolo osceno.
Personalmente, non sono in grado di dare lezioni a nessuno sul caso Ilva. Nè
indicando cosa potesse essere fatto e non è stato fatto nè contestando, su questo
punto o su quello, le cose sono state fatte.
Forse la partita era perduta sin dall'inizio. Forse non si poteva conciliare la
salvaguardia del posto del lavoro con quella dell'ambiente. Forse non si poteva
avere insieme l'intervento di Acelor Mittal e la garanzia del posto di lavoro. Forse l'operatore economico
prescelto non era quello giusto. O forse sì. Attendo con ansia qualcuno che,
tra le nostre file,, sia in grado di raccontare la vicenda in modo adeguato.
Perchè , se non ci fosse, saremmo proprio alla canna del gas.
Avverto però, con le viscere, due cose.
La prima è che tutta la vicenda è stata segnata
dalla resa dello stato. Prima, regalando ai Riva, per un pezzo di pane e senza
impegni di sorta, un gioiello del nostro sistema industriale, per vederselo
ridotto ad una macchinetta per fare soldi. Poi, rinunciando a qualsiasi ipotesi
di nazionalizzazione ( "l'Europa non ce lo consentirebbe"; quante
volte abbiamo sentito questa musica). Infine, nella situazione di inferiorità
che dall'inizio ha segnato la nostra trattativa con gli indiani.
Sia come sia, la più elementare decenza, politica e
morale avrebbe richiesto che in questa fase drammatica, l'Italia e i suoi
governanti, potessero sentire dietro di sè la solidarietà e l'incoraggiamento
(accompagnato magari da critiche/suggerimenti)) del Parlamento e del paese.E
invece no, E invece tutti ad attaccare Conte come responsabile primo del
voltafaccia del privato; e, di conseguenze, a giustificare, oggettivamente le
scelte di quest'ultimo..
Uno schifo. Una vergogna. Specie se proviene da
quanti fanno professione di sovraniismo ad ogni piè sospinto.
Un principio che vale, evidentemente, quando si
tratta di mettere i piedi in testa ai poveracci. Mentre,, per i portatori di
quattrini, c'è il massimo rispetto: che si tratti di americani, di russi o di
indiani.
Come è noto, i soldi non hanno frontiere; e,
soprattutto, non puzzano.