LA COSTITUZIONE SOSPESA? IL SOCIALISMO È LA RISPOSTA! di Alberto Angeli del 15 luglio 2019

15 luglio 2019

LA COSTITUZIONE SOSPESA?  IL SOCIALISMO È LA RISPOSTA! di Alberto Angeli del 15 luglio 2019

A questo punto del percorso politico del Governo in carica non è più possibile ignorare le gravi tensioni che vive la democrazia nel nostro Paese, causate dalla costante modificazione delle regole e procedure fondamentali sulle quali si è retto il sistema costituzionale fino ad oggi. La forma Contrattuale, su cui è nata la maggioranza e formato il governo, costituisce essa stessa una forma di autofagia  delle procedure democratiche sulle quali si è formata la società che conosciamo e consolidata la nostra storia democratica e rappresentativa della società. Nella visione di questa maggioranza, ma soprattutto nella pratica istituzionale e di Governo, le due forze firmatarie del contratto esplicano la loro responsabilità istituzionale e politica di Vice P. del C. e Ministri, i quali prescindendo da ogni formalismo procedurale, consolidato e istituzionale, “stipulano accordi di transazione“ al di fuori delle sedi a ciò preposte, con il risultato che stanno mettendo la democrazia del nostro Paese in serio pericolo.

 

Non si ritenga una tale interpretazione poco severa, ovvero non completa, verrebbe da dire, rispetto ai processi che tendono a delegittimare e svalutare il ruolo delle istituzioni e delle procedure democratiche. E’ giusto allora parlare di Costituzione sospesa, se quanto esposto trova un minimo di validità cognitiva? A questa domanda non risponderanno certo coloro che, nelle vesti di intellettuali e politologi passati da altre esperienze o svegliatisi da un lungo letargo, si cimentano oggi in una gara di originali sostenitori e portavoce del nuovo corso politico e si affaticano a  mettere insieme gli indizi o ad interpretare i pensieri, di cui è indescrivibile la stravaganza istituzionale, di Salvini e Di Maio, quando non si rilevi nella pratica quotidianità un inconsistente valore culturale e scientifico, per attestarne la qualità e la giustezza. Mentre i fatti, cioè la realtà, ci consegna pensieri su cui dovremmo tutti sostare e riflettere per capire meglio dove queste teste pensanti porteranno il nostro sistema economico, sociale e la democrazia rappresentativa.

 

Al proposito c’è un lungo carnet, ad esempio: l’oro ritorni alla patria, la Banca centrale sia sottoposta al volere del governo, si coni una moneta parallela all’Euro, si ripristino le zone salariali (già conosciute ne lassato come gabbie, nel senso di prigione del lavoratore). Ma ci sono atti più spregiudicati: l’attacco alla funzione del Parlamento con il taglio dei parlamentari, per risparmiare, viene giustificato, (risultato che si  potrebbe raggiunge diminuendo i compensi e le spese), che svela invece il chiaro obiettivo di annichilire il ruolo legislativo e di rappresentanza democratica del parlamento; porti chiusi e impiego delle navi da guerra contro i migranti, stravolgimento delle procedure e funzionalità del Governo, la cui operatività è ostaggio dei due Vice Presidenti a capi partito; decreti sicurezza, che prospettano uno stato di polizia, alzando il livello di condizionamento delle libertà individuali e collettive. Come si evince, si tratta di un elenco incompleto a cui andrebbero aggiunti altri punti, quali: mancanza di una politica estera, (a meno che non ci si appaghi della stravagante politica estera sostenuta dal Governo con il silenzio di Moavero . che ci lega a Putin, a Trump, o a Maduro ?), una politica industriale, ambientale, sanitaria, formativa e per la ricerca.  Ma già l’orientamento e gli atti richiamati, di cui i due Capi del Governo si glorificano,  ci consentono di poter affermare con certezza che, si, siamo proprio nell’ambito di fatti concreti dai quali possiamo desumere il giudizio definitivo: la nostra Costituzione è stata sospesa ed è consistente  il pericolo che assuma i caratteri di una autocrazia. “La parola solleva più terra di quanto non possa fare il becchino” (Albert Camus  - da Seminari di Martin Hedigger )

 

 “l’unico modo di intendersi quando si parla di democrazia, in quanto contrapposta a tutte le forme di governo autocratico, è di considerarla caratterizzata da un insieme di regole, primarie o fondamentali, che stabiliscono chi è autorizzato a prendere le decisioni collettive e con quali procedure.” (Bobbio, Il Futuro della Democrazia, Einaudi, 2005 p.4). Per quanto riguarda i soggetti, - prosegue Bobbio -, un regime democratico è caratterizzato dall’attribuzione del potere di decisione ad un numero molto alto di soggetti. Ancora: “ Per quanto riguarda invece le procedure, la regola fondamentale della democrazia è la regola della maggioranza. L’unanimità è richiesta soltanto nel caso di una decisione molto grave, per cui i decisori hanno diritto di veto, o per una decisione di scarsa importanza, per cui si dichiara consenziente chi non si oppone espressamente”. A queste due condizioni il filosofo ne aggiunge una terza: che i soggetti siano posti di fronte ad alternative reali e siano messi in condizione di poter sceglier tra l’una e l’altra. A tal fine è necessaria la garanzia dei diritti di libertà, d’opinione, di espressione della propria opinione, di riunione, di associazione, ecc. In questo senso, stato liberale e stato democratico si presuppongono a vicenda.

 

Anche seguendo il pensiero di Habermas : “In una società pluralistica la procedura democratica è l’unica fonte per produrre decisioni riconoscibili come legittime. Questa procedura assicura da un lato inclusione (vale a dire partecipazione di tutti i cittadini), dall’altro lato deliberazione” (da Teoria dell'agire comunicativo del 1981), si coglie l’importanza della procedura democratica. Per il filosofo, Il nostro tempo si sta rivelando come un’epoca piuttosto “inospitale” per la democrazia: sono molti i fattori che ne mettono a repentaglio principi e procedure. Per questo le riflessioni teoriche dei due filosofi, alle quali nel corso di questi anni si sono aggiunte elaborazioni e aggiornamenti più cogenti rispetto alla realtà che è venuta mutando (Trump, Putin, Erdogan e tanti altri, a cui si salda il formarsi crescente di una destra populista e autocratica) sollecitano una  doverosa ricerca di un solido ancoraggio sociale e politico e una costante  azione di vigilanza contro ogni tentativo di stravolgimento, che sia assunta come un dovere da parte delle forze anti populiste e sovraniste.   

 

Ci sarà sempre tra i cosiddetti opinion leader che chiamerà alla realtà, alla realtà: sono i cittadini che con il voto hanno scelto questa maggioranza e non i sondaggi, e il voto delle Europee ha stabilito che Salvini è il più forte! Certo. Ma la realtà è quella che abbiamo sinteticamente descritto e chi non è cieco né sordo deve raddoppiare, triplicare o centuplicare il suo impegno per smascherare il disegno che presiede e guida gli azionisti di questo governo: sospendere la democrazia e procedere ad una sua trasformazione autoritaria.

 

La ricostruzione di una forte presenza di sinistra, riformista e liberaldemocratica stenta a trovare una sua identità, un ambito in cui mettere a punto un progetto minimo ma alternativo all’attuale governo della disperazione. Zingaretti ci sta provando, ma il PD non può essere il contenitore di queste forze, per i suoi limiti storici, il logoramento subito durante l’esperienza Renziana, per i ritardi che ancora manifesta nell’approfondire le ragioni della sua sconfitta e il distacco dalle masse e dal mondo del lavoro. E’ indispensabile trovare una nuova identità politicamente, socialmente e storicamente validativa di un nuovo movimento attorno a cui ricostruire una cultura sociale solidaristica, inclusiva e anticapitalistica, che solo il Socialismo può esprimere e rappresentare al meglio, per un progetto di società in cui l’uomo con i suoi diritti senta di essere divenuto centrale nell’azione di governo. Il socialismo è il futuro del nostro Paese e dell’Europa. Ce lo dice la storia, il presente e se vogliamo un mondo migliore il socialismo è la risorsa strategica a cui possiamo affidare il nostro domani.

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