LA CASA DEI SOCIALISTI SAPPIA PARLARE ALLA PARTE PIÙ LIBERA DEL PAESE - di Tomaso Greco e Massimo Perna

02 agosto 2007

LA CASA DEI SOCIALISTI SAPPIA PARLARE ALLA PARTE PIÙ LIBERA DEL PAESE - di Tomaso Greco e Massimo Perna

Laicità. Un appello

In questo Paese costruire riforme di libertà e di laicità è sempre stato un compito difficile, una vera battaglia di donne e uomini contro conservatorismi di ogni genere: del dogmatismo religioso, del perbenismo imperante, della doppia morale, del fondamentalismo di qualsiasi estrazione. Eppure i socialisti insieme ai radicali hanno firmato alcune sostanziali conquiste di civiltà e di umanità, contribuendo, anche per questo, a rendere l'Italia un paese più moderno ed europeo. È storia recente e anche futura, perché quei diritti che abbiamo conquistato vanno ora difesi ed estesi. Solo così potremo consegnarli alle prossime generazioni. In Europa i diritti civili, la libertà di ricerca scientifica, la parità sostanziale tra i sessi, sono sostenuti con più energia e convinzione dalle forze progressiste e socialiste, che si riconoscono nel Pse. Pensiamo al laburismo inglese, al socialismo spagnolo, alle socialdemocrazie scandinave: portano avanti battaglie che sono in larga misura le nostre stesse battaglie. Sono quelle grandi sfide di libertà che ci hanno portato a sostenere, nell'indifferenza dei grandi organi d'informazione, la campagna referendaria sulla fecondazione assistita. In quell'occasione solo poche forze politiche si schierarono in modo chiaro, univoco e lineare a favore dei quattro sì. In particolare ritenemmo e riteniamo confuso e contraddittorio l'atteggiamento tenuto, sui grandi temi di laicità, da parte degli attuali contraenti del nascituro Partito democratico: è stato uno dei temi che hanno portato lo Sdi a uscire dal progetto unitario di Margherita e Ds; è stato il tema che ha convinto alcuni autorevoli esponenti progressisti, tra cui Grillini, a non aderire al Pd. Apprendiamo con una certa sorpresa che Marco Pannella ha deciso di aggiungere il suo nome a quelli dei candidati alla leadership del Pd. Riteniamo che l'esperienza radicale non possa estinguersi in un partito che non fa della laicità un principio insostituibile, ma al massimo un compromesso frutto di lunghe trattative. Se è pur vero che in tempi ormai non recenti i radicali italiani avevano proposto e sostenuto una trasformazione del sistema dei partiti sulla falsariga del bipolarismo americano, non sembra affatto che il Pd nasca come una forza capace di grandi scelte di sistema. Il Partito democratico non affronta le proprie grandi contraddizioni interne, appare poco risoluto nell'affrontare i grandi nodi della politica internazionale e nazionale: per usare un'espressione di Roberto Barbieri «è come una fusione tra due aziende che, nel momento in cui si fondono, decidono di mettere insieme il peggio del loro patrimonio, in questo caso della loro cultura politica».
Permetteteci di avanzare una proposta diversa. Il socialismo italiano ha aperto un cantiere coraggioso, largo, con delle salde radici europee e internazionali. Costruire la casa di quanti si sentono socialisti oggi significa dare uno strumento politico a quanti si sentono autenticamente socialisti, liberali, radicali, laico-repubblicani. Significa parlare la voce della parte più libera e progressista del paese, non quella della nostalgia. Abbiamo per questo motivo deciso di rimetterci in discussione, tutti, sciogliendo i nostri contenitori attuali, aprendo una campagna di adesioni nella società, lanciando una conferenza di programma per il prossimo ottobre per elaborare un progetto sistemico per l'Italia. Invitiamo quindi, insieme a tutti i socialisti che si riconoscono nel Pse, i radicali, i liberali e i laici a parteciparvi, perché se lo vorranno nella costituente socialista non saranno certo ospiti, e neppure una componente, ma nostre sorelle e fratelli nel costruire un'Italia più libera e più giusta, in linea con i Paesi più avanzati dell'Europa occidentale.

Gli autori fanno parte di Socialismo è Libertà

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