L’ITALIA VOTA
25 febbraio 2013
Ma la disaffezione nei confronti della politica non sembra essere diminuita con questa brutta campagna elettorale. Il vero protagonista è stato indubbiamente Grillo, con venti punti di programma che tutti insieme non fanno un programma di governo. Ma non è puro e semplice populismo. E’ ribellione intrisa di liberalsocialismo. Le citazioni positive all’ultimo comizio di Roma sono andate a favore di Sandro Pertini, “il nostro presidente” e a Calamandrei, riferimento solido della cultura laica e liberale in costituente. Il perdente, anche se potrà vincere è il PD di Bersani, che perde dalle primarie a oggi quasi dieci punti. Non mise in conto la rinascita di Berlusconi e la salita in campo di Monti. Berlusconi ha vinto la sua battaglia anche se non prenderà la maggioranza del parlamento. Era morto tre mesi fa e adesso e il capo di una cosa che in pochi mesi solo lui è riuscito rimettere in piedi. La Lega si gioca tutto in Lombardia, se perde sparirà. Infine il Paese. Nessun leader ci ha fatto capire cosa pensa per il suo futuro e la netta sensazione è che il Paese possa andare a rotoli e allo sfascio indipendentemente da chi vincerà. Novità dell’ultima ora. Molti hanno dato voti disgiunti tra Camera, Senato e Regionali. Queste liste e questi partiti, vecchi o nuovi, sono per tutti poca roba, insufficienti e inadeguati.
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