INTERVISTA A RINO FORMICA Scritto da Aldo Giannuli. Postato in Le analisi, Politica interna, 31 ottobre 2017
31 ottobre 2017
Rino Formica è una persona a me molto cara e con cui ho sempre avuto un rapporto di stima reciproca. Per questo sono contento di proporvi questa intervista. A.G.
La destra europea, in tutte le sue espressioni, appare all’attacco ed unita, mentre la sinistra procede in ordine sparso ed è in ripiegamento: cosa succede?
La destra nelle società moderne è sempre viva. La sinistra deve sempre rinascere .La destra è un elemento costitutivo della realtà esistente nella società. La sinistra è una manifestazione della volontà di gruppi e di forze della società per un cambio dell’esistente. La destra è sempre unita perché tutela l’esistente. La sinistra è divisa perché diverse sono le visioni per la costruzione di un futuro. Per la destra l’elemento unificante è nelle cose. Per la sinistra l’unità è ricerca e mediazione al suo interno. La forza attuale della destra è nella incapacità della sinistra a trovare il baricentro di una nuova costruzione delle comunità nazionali e sovranazionali.
E’ Renzi l’omologo di Berlusconi a
sinistra?
Tra Renzi e Berlusconi vi sono molti punti in comune. Tutti e due ritengono che
siano superate le grandi culture che condizionarono il conflitto sociale e
politico nella costruzione delle democrazie moderne.
Tutti e due ritengono:
1)-che il potere sia indivisibile e quindi unificabile sotto una guida
illuminata;
2)-che le istituzioni rappresentative debbano essere funzionali all’esercizio
del potere esecutivo;
3)-che le disuguaglianze sociali siano attenuate dalla carità pubblica.
La differenza tra Berlusconi e Renzi, riguarda invece la diversità delle platee
a cui si rivolgono. Berlusconi parla al moderatismo di massa; Renzi, invece,
guarda alle tradizionali forze popolari approfittando della stanchezza generata
in loro, dalle grandi paure per l’incerto futuro.
Paradossalmente Berlusconi è un conservatore con venature liberaldemocratiche,
mentre Renzi, come il suo recente riferimento dimostra, è simile a de Maistre,
massone monarchico, cattolico reazionario, negatore di ogni Costituzione dello
Stato moderno e avversario dichiarato della Rivoluzione francese.
Come valuti i rischi connessi al
recente referendum in Veneto e Lombardia?
Per valutare i rischi di questi Referendum bisogna tenere d’occhio
l’evoluzione/involuzione del sistema politico.
Se la degenerazione istituzionale in atto dovesse proseguire, è fatale che
l’autonomismo degeneri in secessionismo.
Che differenze ed analogie vedi fra
la crisi del sistema politico del 1992-93 e quella attuale?
La differenza tra il ’92 e il ’93 è notevole. Venticinque anni fa il sistema
istituzionale politico era intaccato e non era imploso.
Dopo venticinque anni di accettazione passiva da parte dei partiti residuali
della 1° Repubblica e dei partiti novisti di una falsa rivoluzione moralistica,
il sistema democratico-parlamentare si è disfatto. La discussione e le
votazioni sulla legge elettorale in corso, non segnano la fine del
parlamentarismo democratico, ma provocano nella opinione pubblica una
pericolosa convinzione: il Parlamento è un Ente inutile.