INTERVENTO DI PIERALDO CIUCCHI – Socialisti in Movimento, Roma 12 marzo 2017

12 marzo 2017

INTERVENTO DI PIERALDO CIUCCHI – Socialisti in Movimento, Roma 12 marzo 2017

Socialisti, laici e liberali, ovvero la parte migliore più attrezzata per storia e cultura di democrazia liberale. Chi altri allora, se non noi dovrebbero rispondere con le idee e le  modalità adeguate  ai profondi mutamenti in atto, alla nuova fase che si è aperta?  Fin dal Congresso  di Montecatini ho sempre pensato che fosse compito del Psi formulare una proposta, un nuovo progetto politico volto a riconnettere la nostra storia e la nostra cultura politica.  E’ finita invece, con   il PSI rifluito nel “renzismo” che votando la revisione della costituzione, una legge elettorale ipermaggioritaria, leggi economiche e sociali di taglio liberista,  abdica alla difesa di principi e valori che erano e rimangono non negoziabili.
Avervi rinunciato, lascia a noi l’imperativo di avanzare una proposta che sia all’altezza della situazione con il senso di responsabilità che l’urgenza dell’oggi impone, facendo un passo indietro rispetto a noi stessi, sviluppando sintonie e sinergie, fino a immaginare anche un comune percorso elettorale per restituire alla sinistra il connotato di una cultura politica improntata al socialismo liberale.
Appariamo come tante piccole tribù in un contesto sociale dove si è smarrita l’identità degli individui nel fluire liquido del tempo.
E’ tempo,  che ci si cali -tutti insieme - nella sfida di un progetto complessivo, non solo per la riforma delle istituzioni e dello stato, ma anche dell’economia, del welfare e dell’innovazione, con una particolare attenzione alla comunicazione.
Un progetto che sia in sintonia con un certo e inascoltato sentire popolare diffuso e profondo e con il rilancio di istanze di libertà, democrazia e partecipazione.
Occorre ridare dignità alla politica sia studiando le dinamiche sociali in atto, sia rispondendo ad essa con più novità e più democrazia.
Oggi, vive un magma di risentimento e di rancore che tiene assieme cose assai diverse fra loro, che da un lato ha creato partiti e imprese politiche ad altissimo tasso di demagogia e populismo e dall’altro, a bassissimo tasso di democrazia. E vivono partiti di grande storia e cultura con un presente non all’altezza del proprio compito nel tempo presente. Il nostro compito e il nostro impegno non può che essere rivolto a invertire questa degenerazione politica che a monte vede una involuzione sociale, a partire da una battaglia contro le disuguaglianze.
Penso alle disuguaglianze sociali ed economiche che fanno infuriare le masse di persone comuni, con ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più numerosi, alle disuguaglianze esistenti fra cittadini che si associano in partiti politici, a quelle generazionali, a chi ha amici nel potere e chi no, alle disuguaglianze fra Nord e Sud, fra chi accede alla buona educazione scolastica e chi no, fra cittadini comuni e cittadini  potenti di fronte alla banche.
Siamo di fronte ad una involuzione sociale che investe una maggioranza silente di persone  che sono  alla  ricerca di una proposta che si contrapponga all’urlo e all’invettiva di partiti demagoghi e populisti, alla parolaccia e alla cattiva educazione, all’uso giacobino e violento del Web, all’individuazione e alla creazione di nemici politici.
Tanti cittadini non ne possono più delle risse, delle parolacce, degli slogan urlati, dei talk show spazzatura e aspettano solo qualcuno che gli prospetti un’idea di democrazia consapevole, dell’importanza del rispetto dell’altro e della verità proprio perché non vogliono che a prevalere siano la prepotenza e la violenza.
Una sinistra smarrita, la si ricompone anche con un nuovo stile democratico, un nuovo linguaggio e nuove cose da dire e da proporre. Una sinistra di governo innervata di cultura democratica, socialista, laica e liberale ha il dovere per essere credibile di parlare il linguaggio  della verità e incominciare a dire, fra le altre cose,  che fine abbia fatto la spendin review di cui nessuno più parla dal momento che andrebbero tagliati 20 miliardi dalla voce acquisti di beni e servizi, 10 a valere dal 2018 e 10 nel 2019 per impegnarli magari, nel raddoppio delle detrazioni per carichi di famiglia a valere sull’IRPEF; che andrebbe abbandonata la pratica di erogazione a pioggia di fondi perduti per 20 miliardi in conto interesse e in conto capitale e utilizzarli piuttosto per di azzerare totalmente l’Irap  all’imprese. Invece, ci troviamo di fronte  Renzi e Padoan che continuano a dare i numeri, che non sanno più quali pesci pigliare come se fossero afflitti da una sorta di schizofrenia fiscale.
Viene da chiedersi dove stia la coerenza fra questa finta tassa, la Flax Tax – che mira ad attrarre i Paperoni e che in realtà è un imposta capitaria senza proporzionalità e che potrebbe essere anche incostituzionale, con chi si lamenta  che certe aziende come Google e Facebox non pagano corretti livelli d’imposta.
Prima ci si lamenta perché un soggetto straniero non paga le dovute tasse in Italia e poi il governo crea una legge ad hoc che con 100.000 euro permette ai ricchi di venire in Italia e mettersi l’animo in pace.
Il bonus di 80 euro che vale 10 miliardi l’anno è andato, secondo l’Istat , per metà della spesa a famiglie con redditi medi e medio alti, lasciando fuori chi davvero, non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena.
Renzi, afferma che alzare l’Iva sarebbe un errore politico, ma si guarda bene di dire dove trovare 20 miliardi per il 2018 e 23 per il 2019.  Evidemente, la musata che ha battuto il 4 dicembre non gli è servita se pensa di non alzare l’Iva per non gravare sulle spalle degli italiani e arrivare così,  alla fine del 2018 per rimetterci una mazzata da proseguire anche in futuro.  Renzi, parla di futuro, ma dimostra ancora una volta di non avere una visione e una cultura politica e se la schizofrenia e la  mala gestione sono state la cifra del governo del paese di questi anni, è evidente che non potrà  essere lui il riferimento su cui costruire la sinistra del  futuro.
La sinistra responsabile, cui ci richiamiamo e che vogliamo rappresentare,  si caratterizza anche per una strategia economica volta a realizzare una forte ricomposizione del bilancio pubblico in grado di sostenere sul serio la crescita portandola almeno al 2% l’anno,  per accelerare il processo di recupero dell’occupazione e per consentire di azzerare il deficit pubblico e di ridurre sotto il 120% il rapporto Debito/Pil. La lotta alla disoccupazione e la creazione di posti di lavoro si fa con il Pil, non con le mance e i bonus.
Ecco perché, è fondamentale che noi ci si debba rappresentare con un nostro grado di autonomia che ci consenta di dire che esistiamo, per farci conoscere e per veicolare le nostre idee nel dibattito politico del Paese e con quanti nella sinistra sono interessati ad attingere e a rapportarsi con le nostre idee.
Proprio per questo Socialisti in Movimento  avrà bisogno di un po’ più di spalle, di solidità, di mezzi, di un po’ più di struttura.
Penso che dovremo avere la capacità di promuovere prima dell’estate una Conferenza nazionale di Programma aperta a quanti si collocano nell’alveo di un riformismo sociale e innovativo, da dove lanciare  un manifesto di cose da fare per il rilancio dell’Italia.
Dovremo utilizzare il tempo che sta in mezzo invece,  per promuovere ed estendere la costituzione di comitati, circoli, clubs, accompagnandoli da una complementare campagna politica sul Web con le opportune modalità comunicative e un linguaggio semplice per invitare tutti ad aderire: con una firma telematica, un “ci sto”. Ecco, potrebbe essere questa la base del nostro Movimento.
Penso ad un  “appello per l’Italia” che ricomprenda i temi delle disuguaglianze sociali ed economiche, delle disuguaglianze dei cittadini dentro i partiti, dove si invita i cittadini a spengere televisori e radio quando arrivano i Paragone, i Gilletti, La Zanzara, a dire basta invettive e maleducazione – UN APPELLO che può rappresentare lo stimolo e l’orgoglio di far parte di una novità assoluta, di un movimento di sinistra che pone il tema della riconquista della democrazia, della libertà, della coscienza nazionale.
Ritengo possa essere uno dei modi, quello di una piattaforma Web, forse complesso e dagli aspetti organizzativi importanti,  che non potrà che essere adeguato anche con l’ambizione che noi nutriremo per favorire anche con il Web l’incontro con tutti quelli che non hanno potuto conoscerci in questi venticinque anni.
Mettiamoci in cammino, senza perdere tempo con chi ha tempo da perdere, guardando al campo della sinistra di governo che si staglia all’orizzonte, mantenendo la necessaria autonomia fino a quando in quel campo non sarà possibile far germogliare i semi del socialismo laico e liberale che in Europa si chiama socialismo, laburismo e socialdemocrazia.

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