INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI di Massimo Cacciari
12 giugno 2019
Non ho
vissuto l'età dei totalitarismi, l'età della morte del pensiero critico ma oggi
più che mai posso considerare quanto sia pericoloso il sonno della ragione.
Nell'età del ritorno dei Malvolio di montaliana memoria un semplice prendere le
distanze non può bastare, non è piu possibile una "fuga
immobile" anzi può rappresentare una scelta immorale, un disimpegno
colpevole.Oggi non è più tempo di tacere, è tempo di prendere una posizione
perché ogni esitazione potrebbe mettere a rischio le grandi conquiste
culturali del secondo dopoguerra. La cooperazione internazionale, la
democrazia, l'integrazione, la tolleranza non possono essere valori
negoziabili.
Quello che maggiormente preoccupa non è il ristretto e circoscritto disegno
politico di Salvini ma la constatazione dei consensi numerosi che colleziona,
non è di Di Maio, che mi preoccupo e del suo serbatoio di voti
"protestanti" ma la constatazione che la protesta sinistroide abbia
consegnato il paese ad una destra becera e livida e che una larga fetta anche
di intellettuali non si sia resa ancora conto che si è prostituita alla
peggiore delle destre , non a quella progressista e europeista ma alla destra
razzista e violenta di Salvini.Ad una destra incapace di cogliere i segni del
tempo, incapace di progettare un mondo di uomini in grado di vivere insieme
pacificamente nella consapevolezza che ogni vero progresso raggiunge la sua pienezza
col contributo di molti e con l 'inclusione di tutti ,seguendo
l'insegnamento terenziano alla base della nostra cultura occidentale
:"Homo sum humani nihil a me alienum puto".
Appartengo al mondo della formazione, sto, pertanto, in trincea a contatto con
una generazione vivace, intelligente, elettronica e "veloce"
che "vivendo in burrasca" rischia di precipitare nel baratro
dell'indifferenza o, nel peggiore delle ipotesi ,dell'intolleranza, dell
'aggressività pericolosa e ignorante.
Questi stessi giovani ,invece, meritano di essere salvati, meritano una cultura
in grado di coniugare pathos e logos,una cultura che percepisca l 'uomo come
fine e non come mezzo, che consideri l '"altro da sè "una risorsa
importante giammai una minaccia .
Nell'età delle interconnessioni non c 'è niente di più assurdamente
anacronistico dei muri e dei silenzi colpevoli. È solo nelle DIVERSITÀ che si
può cogliere il vero senso della BELLEZZA e l'essenza di un impegno
costruttivo che non è mai discriminante ma sempre inclusivo, totalizzante e
interdipendente.
Non è neanche questione di destra o di sinistra , di rosso o nero ma il
problema è , soprattutto ,di carattere culturale.La vera emergenza è quella di
costruire un argine contro ogni forma di populismo, contro la xenofobia, contro
i nuovi razzismi in nome di una società civile che riparta dall'UOMO, non prima
dall 'uomo Italiano , nè come in passato ,prima dall'uomo della Padania
ma dall'UOMO in quanto umanità È necessario che in ogni campo sia
politico che economico, culturale e sociale non si perda mai di vista l'uomo ,
la sua dignità, il suo inestimabile valore e ,al di là di ogni faglia e filo
spinato ,lo si consideri il fine ultimo di ogni progetto.
INTELLETTUALI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI, c 'è molto da fare, a partire
dalla formazione scolastica . Se uniti si costituirà una forza inarrestabile,
la forza della cultura, la sola che possa costituire un argine autentico contro
la deriva pericolosa del populismo e della miseria ,principalmente di quella
della mente.