IMPAZZIMENTO GENERALE - DAL CAPPIO ALLA LOTTERIA di Angelo Sollazzo
13 luglio 2018
Da qualche tempo avevo assunto la decisione di evitare di affidare a Facebook le mie riflessioni politiche su quanto sta accadendo nel nostro Paese. La situazione attuale rappresenta il punto più basso del dibattito politico degli ultimi cinquant’anni, per violenza e scadimento.
Qualche volta diventa necessario accedere ai social per far arrivare il proprio pensiero a chi altrimenti non avrebbe tempo e voglia di avvicinarsi alle nostre tesi.
Recentemente ho visionato il filmato in cui il comico Grillo si lascia intervistare da quello che è stato probabilmente il miglior Presidente della Repubblica dell’Ecuador, Rafael Correa. La cosa normale è che Correa, non conoscendo in modo approfondito la situazione italiana, confonda Grillo come un esponente della sinistra europea, ma ciò che è allucinante sono le tesi grilline quando si parla di reddito universale, di applicazione su vasta scala del sistema dei finanziamenti alle micro-imprese, inaugurato dal Nobel Yunus, infine quando si rallegra del declino della democrazia rappresentativa che cede il passo a quella diretta, costituita dai pochi clic al computer, per designare, e non eleggere, parlamenti, ministri e governi. Poi vi è la sublimazione delle istituzioni con la proposta di avere un Senato i cui componenti dovrebbero essere estratti a sorte. Insomma una lotteria. Ora se tutto ciò non fa rivoltare lo stomaco degli italiani, nonché rigirare nelle tombe i padri della Repubblica, allora bisogna prendere atto che il nostro Paese è irrecuperabile e sul ciglio del precipizio.
Insomma il libero mercato, l’economia occidentale, le elezioni politiche, le Istituzioni dello Stato, sono tutti stracci vecchi di cui disfarsi. Rilevare che abbisogna un rinnovamento nel modo e nei metodi di fare politica è sacrosanto, passare il testimone alle nuove generazioni è senz’altro giusto, ma la lotteria proprio no.
Si può superare lo sconcerto quando il vice-premier grillino non riesce ad utilizzare bene i congiuntivi in italiano, quando confonde il Cile con il Venezuela, ovvero quando qualche suo collega scambia Austerlitz per Auschwitz, ma nessuno poteva immaginare che si arrivava alla lotteria. Forse proprio per questo, e non divulgare troppo la loro splendida trovata, hanno proposto di abolire la pubblicità proprio sulle lotterie. Il premio Nobel Yunus, bengalese, a cui Grillo faceva riferimento, proprio recentemente stigmatizzava fortemente la proposta grillina del reddito di cittadinanza, ritenendolo lesivo della dignità umana e espressione dell’assistenzialismo improduttivo. Nel mondo occidentale ad economia capitalista, le trovate di Grillo, per almeno un paio di secoli, non potrebbero avere alcuna seria applicazione. Continuare a sopportare le elucubrazioni dei nuovi personaggi politici, subire attacchi sempre più violenti ai Partiti, ed ora ai Sindacati, da parte di pseudo-leader, senza arte né parte, designati parlamentari con poche decine di voti al computer, esperti in annunci e titoli roboanti, professionisti solo nella rabbiosità, nella cattiveria. Invidia espressa nei confronti di coloro i quali hanno reso servigi significativi al Paese, e pur con numerose eccezioni, hanno agito con capacità e qualità facendo dell’Italia la quarta potenza industriale del mondo. I cosiddetti rottamatori sono persone che se si votasse con le preferenze, e non con i clic, non prenderebbero neanche i voti del pianerottolo di casa. Oggi è di moda attaccare la politica e la sua sacralità viene additata come privilegio. Di questo passo nessun professionista capace sarà più disposto ad entrare in politica, nel momento in cui gli si deve prospettare un emolumento inferiore a quello che già ottiene, di perdere per un quinquennio i suoi clienti ed alla fine del mandato nulla gli è dovuto né come sostegno per il reinserimento né come vitalizio. In tale modo si avranno solo dinieghi, e la politica la faranno gli scansafatiche, come ve ne sono attualmente, e cioè gente che non ha mai lavorato in vita sua, ovvero i lestofanti che pensano di rubare entrando nelle stanze del potere, e ancora i milionari sempre attenti a tutelare i loro patrimoni. Se è questo il tipo di parlamentari che si vogliono, si accomodino, Allora è giusto togliere qualsiasi tipo di appannaggio o prerogativa al parlamentare eletto. Comunque i risparmi sono ben poca cosa con un’incidenza sul PIL dello zero virgola, ma la gravità del provvedimento ricade nella retroattività di una delibera o legge che mina alla radice la certezza del diritto. Nel futuro tutto sarà possibile con la demonizzazione di intere categorie e ciò nella storia ha sempre costituito l’anticamera di un regime.
La verità è che il bersaglio grosso sono i milioni di pensionati che hanno usufruito del sistema retributivo, a cominciare dai baby-pensionati, consentiti per lasciare il posto di lavoro ai giovani, e si comincia con lo scalpo più lussurioso per il popolo arrabbiato, e cioè i parlamentari, per poi colpire proprio quelli che oggi gioiscono .Si vuole la punizione di quelli che, negli anni difficili della politica, di giorno e di notte, con il ghiaccio e la neve, davanti alle fabbriche e nelle campagne più impervie, difendevano i lavoratori e le loro lotte di emancipazione. Oggi la politica è quella del clic, senza sacrificio, senza passione ma solo con cattiveria. Sono arrivati i nuovi odiatori professionisti.
Non si può certo dire che nella prima Repubblica vi fossero politici più ladri di quelli attuali. Gli scandali di ieri rispetto a quelli di oggi impallidiscono, con la non piccola differenza che allora spesso si veniva incriminati per finanziare la politica, oggi per se stessi. Durante Tangentopoli si ebbe una prima avvisaglia sulla violenza politica di alcuni attuali governanti.
In Aula in Parlamento il livore giustizialista, negli anni 90, spinse un deputato della Lega a far penzolare un cappio, rivolgendosi ai banchi dei partiti tradizionali. Ora quel cappio crea imbarazzo, visto che lo stesso partito è stato condannato alla restituzione di ben 50 milioni truffati allo Stato. Nessuno più parla di cappio, anzi si lancia l’allarme di attacco alla democrazia, le cifre di tangentopoli ed i suoi incriminati, in grandissima parte assolti, diventano quisquilie di fronte alle gesta dei nuovi potenti. Si è garantisti solo per se stessi. Di Maio dopo anni di invettive contro la Lega, ora tace.
Ci sarebbe da ridere se non si dovesse piangere. Ma la politica del cosiddetto cambiamento ha fatto dei flop giganteschi, quando messa alla prova. Roma capitale è invasa dalla sporcizia, i topi passeggiano per le strade principali, le buche delle strade provocano incidenti e purtroppo anche morti, un degrado mai così evidente.
La politica sui vaccini è preoccupante, di far pagare le tasse al Vaticano, dopo il bacio di Di Maio alla ampolla di San Gennaro, non si parla più, di riduzione delle spese militari non se ne vuol discutere, anzi vengono comprati dall’attuale Governo altri otto cacciabombardieri F35, si riducono gli stanziamenti per la scuola e si propongono improbabili provvedimenti che saranno irrealizzabili come il reddito di cittadinanza e la flat-tax. Evidentemente la lezione degli 80 euro di Renzi non è servita a nulla. La tassazione piatta favorisce i ricchi e danneggia i poveri, con una riduzione dei servizi essenziali, il reddito universale grillino deprime il lavoro e la dignità del cittadino. Se questi sono i nuovi allora siamo messi proprio male.
In un Paese con 5 milioni di poveri e ben diciotto milioni di cittadini a rischio di povertà, occorrerebbero ben altri provvedimenti e ben altri governanti.
Il nome Conte evoca solo un ex-allenatore della Nazionale di calcio e non quello di un primo ministro-ombra. Si va a Bruxelles con propositi belligeranti e si torna con i sorrisetti e gli ammiccamenti annunciando risultati vittoriosi, per poi scoprire che non è vero niente. L’Italia ha avuto nel secolo scorso milioni di emigrati. Nel mondo vi sono oltre settanta milioni di cittadini di origine italiana. I loro antenati hanno sofferto le pene e le aggressioni più violente nei Paesi di accoglimento. Le navi ferme a Long Island , alle porte di New York, le quarantene che venivano imposte ai connazionali, il divieto di entrare in alcuni posti solo perché italiani, gli scontri con i nativi in varie parti del mondo, dovrebbero far meditare sul fenomeno dell’immigrazione che oggi ci colpisce massicciamente. Da ex-emigrati non possiamo permetterci di essere razzisti e inospitali. Bisogna essere oggettivi e concreti. I flussi migratori non verranno fermati se non si elabora, a livello internazionale, un piano di interventi seri e pesanti nei Paesi di partenza. Il piano Marshall nel dopoguerra consentì la ricostruzione di intere nazioni. Ognuno deve fare la propria parte e girare la testa altrove significa provocare ulteriori ondate migratorie verso l’Europa, l’Italia in primis, di altri milioni di persone che fuggono dalla miseria e dalla guerra. La parte dello struzzo non si può consentire. Il razzismo latente di parte della popolazione, le violenze commesse da alcuni clandestini, lo stato di disagio, lo sfruttamento di stranieri, costituiscono un’insieme di miscela esplosiva che va disinnescata. Più cultura, più scuola, più tolleranza diventano oggi indispensabili.
Sarà pure vero che il 60% degli italiani non legge un libro, vero è che circa la metà degli elettori, schifato, diserta le urne, ma tutto ciò è il risultato di una politica scellerata degli ultimi 25 anni.
Se abbiamo Grillo e Salvini, responsabilità acclarata è dei Berlusconi e Renzi, che per primi hanno inaugurato la politica spettacolo, degli annunci , dei buffoni, dei gradassi, dei giullari.
Oggi a sinistra c’è il vuoto, ma anche una grande prateria dove ricostruire, il PD è morto, LeU è seppellito, il socialismo è l’unica risposta. In Europa e in America i valori socialisti sono tornati in auge. Corbyn nel Regno Unito, Costa in Portogallo, Sanders negli USA, propongono ricette esclusivamente socialiste, Ci vuole pazienza, pensare all’ideale e non a se stessi. Ricordare sempre che la sinistra perde dove si allea con la destra e vince quando conferma i propri valori. L’elettore tra originale e fotocopia , preferisce l’originale. Essere socialisti oggi può rappresentare un nuovo modo di fare politica, per il resto abbiamo già dato. Il nostro passato non può limitare il nostro futuro.
Ricordiamo a noi stessi che il Socialismo è solidarietà, è una grande cultura politica, è una civiltà.
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