Il velo una questione di identità. Di Alberto Benzoni in "L'Avanti della domenica" 5 Settembre 2004.

11 settembre 2004

Il velo una questione di identità. Di Alberto Benzoni in

Il velo, questione di identità. Di Alberto Benzoni in "L'Avanti della Domenica" 5 Settembre 2004 Il confronto sul velo (più esattamente, sullo scialle) islamico in Francia è tutto aperto; anche a complicazioni impreviste. Ragione di più per cercare di capire quale sia la posta in giuoco. Così come la vedono i due protagonsti. Da una parte il “fronte repubblicano” francese; dall’altra, l’ala “comunitarista” dell’islam d’oltralpe. Per l’uno e per l’altra non sono in discussione questioni di libertà. Né di libertà religiosa (lo scialle, per tacere del velo e del burqa non sono affatto precetti coranici). Né di libertà della donna (checchè ne pensino le femministe, la decisione di portare lo scialle a scuola è una presa di posizione che con il maschilismo familiare a poco a che fare). La partita vera riguarda piuttosto l’identità. Quella dello stato, anzi della “Rèpublique” .E quella della comunità islamica in Francia. Nello Specifico, è bene ricordarlo, le autorità scolastiche disponevano degli strumenti per gestire il problema. I simboli religiosi (islamici; ma non solo) dovevano essere proibiti solo se “ostentatori”, Così la sentenza del consiglio di Stato; e le circolari ministeriali. Ai presidi ed ai consigli d’istituto il valutare la situazione. Regolandosi di conseguenza. Già; ma cosa si doveva intendere per “ostentatorio”? La grandezza e/o la visibilità del simbolo? Oppure, , più esattamente, l’intenzione, formalmente individuale più spesso “collettiva” che vi sta dietro, così da trasformarlo da manifestazione di libertà individuale in rivendicazione identitaria di gruppo? Ora, è proprio quest’ultimo il pericolo denunciato, in misura sempre più consistente, da autorità scolastiche, traumatizzate, tra l’altro, dal moltiplicarsi di episodi di violenza “comunitaria”; e che, quindi, non potevano essere “lasciate sole” a difendere i principi e i valori della scuola laica e, perciò stesso, della tradizione repubblicana. L’appello è stato accolto dalla classe politica. A stragrande maggioranza “bipartisan”; così come saranno trasversali le perplessità di singole voci, laiche, e religiose. Ciò che contava, comunque, era l’atteggiamento dell’islam francese. Un atteggiamento aperto, almeno nelle voci ufficiali. Si contesta la legge in linea di principio. Ma, in linea di fatto, la si accetta e si invitano i fedeli ad accettarla, Si apre, però, così il campo alle “minoranze attive”. A quanti sperano di costruire, con una campagna politica e di disobbedienza civile, un Islam politico e, quindi, una comunità separata, convinti, come sono, che ciò offrirà loro una effettiva egemonia all’interno della comunità stessa. Tutto si giocherà sull’entità della protesta. Se questa sarà limitata la stessa proibizione diventerà inutile. In caso contrario sarà rimesso in discussione il modello “repubblicano” di cittadinanza.

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