“IL SOCIALISTA” E LA CITTA’ METROPOLITANA DI MILANO
19 giugno 2014

All’iniziativa promossa dall’associazione “il Socialista” per chiamare i partiti a mettere la faccia sul tema della Città Metropolitana dopo l’approvazione della cosiddetta legge Delrio sono emerse non solo le distanze tra le forze politiche, ma anche non poca confusione. Certo, dice Biscardini, lo statuto può decidere tutto, può persino orientare verso modifiche della stessa legge, ma l’unica cosa chiara (messaggio rivolto al PD) non si può pensare che con la costituzione della Città Metropolitana tutti i problemi di governance di questioni alla grande scala (molte delle quali regionali) possano essere risolte. Il messaggio di Biscardini è stato ancora più chiaro: a settembre più di duemila consiglieri comunali andranno a votare per l’elezione del Consiglio metropolitano. Bisogna fare in modo che vadano a votare con cognizione di causa, sapendo perché vanno a votare. Tra gli interventi, Ugo Finetti: “La città metropolitana deve nascere e nasce a Milano. Dal basso, non per disposizioni centralistiche.” Daniela Benelli: “Milano non si può chiamare fuori. Lavoriamo con l’atteggiamento di chi è disposto ad aggiustamenti progressivi.” Pietro Bussolati: “Non è detto che il sindaco della Città Metropolitana sia il sindaco di Milano.” Giorgio Goggi: “Non si può distruggere con la città metropolitana le identità comunali.” Luca Beltrami Gadola: “Guai a semplificare il processo, senza entrare nel merito di questioni che spesso sono a geometria variabile.” Bruno Dapei, di Forza Italia, ha sparato su tutto, contro la legge Delrio “tutti i provvedimenti che verranno presi dal primo gennaio in poi ricorreremo al TAR. Questa città metropolitana è la provincia con un nome cambiato”.
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