IL RILANCIO ECONOMICO DELL’AREA MILANESE di Riccardo Cappellin da Arcipelago Milano

16 maggio 2017

IL RILANCIO ECONOMICO DELL’AREA MILANESE di Riccardo Cappellin da Arcipelago Milano

Gli scali e i loro futuro: un passaggio fondamentale

Milano ha le potenzialità per essere il volano di una nuova fase di sviluppo economico dell’economia nazionale e le imprese private e le istituzioni pubbliche locali nella città e nella regione hanno la responsabilità di definire progetti urbani di investimento che rilancino il ruolo di Milano e della Lombardia a livello nazionale ed europeo. Gli investimenti negli scali ferroviari sono progetti strategici, emblematici dell’ambizione della metropoli milanese a un nuovo posizionamento a scala nazionale ed europea.
L’obiettivo della piena occupazione richiede la creazione di nuove produzioni e nuove imprese, che mirino a rispondere ai nuovi bisogni emergenti dei cittadini nel territorio. In particolare, nuovi investimenti materiali e immateriali sono necessari per innalzare la produttività e i salari e quindi far crescere la domanda interna dei consumi privati.
È necessario promuovere le reti di innovazione tra le imprese, l’apertura internazionale, la collaborazione con le università nella progettazione e nell’elaborazione delle strategie, lo sviluppo formazione continua nelle imprese e l’investimento delle imprese in nuovi posti di lavoro per risorse umane qualificate.
È necessario, altresì, un cambiamento della politica economica italiana ed europea che da un lato debba essere orientata a obiettivi di medio e lungo termine e non solo agli obiettivi della stabilità finanziaria (riduzione del deficit e del debito pubblico) e dall’altro debba mirare sia alla crescita economica sia al rafforzamento del senso di appartenenza comune. È quindi necessario investire sui beni e servizi comuni, come il patrimonio storico culturale, la riqualificazione del territorio e la disponibilità di servizi di interesse collettivo, privati e pubblici.
Una migliore qualità della vita e una maggiore crescita economica nella città e nella regione richiedono che negli scali ferroviari vengano concentrati grandi investimenti, che diano una risposta ai bisogni nuovi e tuttora insoddisfatti dei cittadini di: (a) abitazione, (b) mobilità, (c) cultura e tempo libero, (d) salute e formazione, (e) verde e sostenibilità ambientale. Questi investimenti creeranno nuove attività produttive innovative e posti di lavoro (nei servizi e nell’industria) che attireranno risorse umane di giovani e di lavoratori qualificati che renderanno l’area milanese sempre più dinamica e attrattiva.
La ripresa dell’economia e la fiducia nel futuro devono iniziare da una “nuova politica industriale e regionale” centrata su un grande programma di investimenti innovativi, che parta dal territorio e si concentri sulla rete delle diverse città della regione e del Paese, ove operano le imprese e vivono i cittadini.
Queste linee guida di politica economica sono indicate nel recente articolo Gruppo di discussione: crescita, investimenti e territorio, nell’e-book scritto da più di cinquanta noti economisti italiani, scaricato da più di 900 persone e visto da più di 16.700 persone, che rappresenta l’unico programma organico e innovativo di politica economica, proposto recentemente in Italia per rilanciare gli investimenti e la crescita economica a scala europea, nazionale e locale (Cappellin R., Baravelli M., Bellandi M., Camagni R., Capasso S., Ciciotti E., Marelli E. (a cura di), Investimenti, innovazione e nuove strategie di impresa: quale ruolo per la nuova politica industriale e regionale?, Milano, Egea 2017.
La riqualificazione degli scali ferroviari non è solo un grande progetto di pianificazione urbanistica o un’operazione di valorizzazione immobiliare, ma innanzitutto lo strumento innovativo e potente di una strategia di sviluppo economico e sociale futuro e di risposta ai nuovi bisogni dei cittadini per la città di Milano e la regione Lombardia.
Si deve cogliere l’occasione della riqualificazione delle aree ferroviarie per mirare a creare una città moderna, che non sia tanto caratterizzata da nuclei di grandi immobili a uso direzionale e commerciale in nuovi siti, ma soprattutto da reti e nodi moderni, in cui possano circolare e interagire le persone, i beni e i servizi, le informazioni e le conoscenze, rendendo più facili le relazioni tra i cittadini e le forme di integrazione tra le imprese e le diverse istituzioni.
Nella prospettiva di favorire un assetto policentrico della città di Milano e di integrare meglio il territorio della città e della regione, migliorando i collegamenti con le altre città regionali e riducendo la congestione del traffico, è necessario che le aree ferroviarie non siano enclaves, isolate dal contesto urbano circostante e con scarsa accessibilità alle aree extraurbane.
Da questo emerge la necessità di un potenziamento della rete dei trasporti su ferro regionali e delle reti metropolitane e anche un migliore e efficace raccordo delle aree ferroviarie con il sistema delle infrastrutture di trasporto stradale e autostradale esterni alla città.
In particolare, la riqualificazione delle aree ferroviarie, che sono in posizione intermedia tra il centro e la periferia della città, permetterebbe di evitare un aumento della dispersione (sprawl) urbana, una riduzione del costo delle abitazioni nelle aree semicentrali della città, una riduzione del pendolarismo e una minore sottrazione di aree verdi esterne.
Infatti, le famiglie e anche le attività direzionali e produttive sono ora costrette a uscire dalla città, mentre potrebbero trovare una localizzazione idonea in aree relativamente centrali come quelle contigue all’anello ferroviario. L’alto livello dei prezzi immobiliari nella città e la diffusione continua dell’urbanizzazione nelle aree esterne agricole potrebbero essere contenuti da un riuso delle grandi aree ferroviarie inutilizzate da molti decenni.
La rendita fondiaria creata dalla trasformazione urbanistica delle aree degli scali ferroviari spetta alla comunità dei cittadini milanesi e alle istituzioni locali e deve essere destinata a finanziare investimenti nella città e nella regione che migliorino il sistema della mobilità urbana e regionale e non deve essere sfruttata per trasferire capitali finanziari al di fuori dell’area milanese, da distribuire tramite maggiori dividendi o un aumento del valore delle azioni agli azionisti delle Ferrovie dello Stato Spa.
Gli investimenti negli scali ferroviari sono l’opportunità per sviluppare la partecipazione democratica dei cittadini alle decisioni collettive nella città e della regione e contrastare la tendenza alla concentrazione del potere di decisione in istituzioni e grandi imprese a livello nazionale e internazionale fuori dal controllo della comunità locale.
Pertanto, il disegno e la realizzazione del programma di investimento e dei singoli progetti richiedono una governance multi-livello moderna delle relazioni tra i cittadini e le istituzioni locali da un lato e le istituzioni regionali e lo Stato nazionale e l’Unione Europea, dall’altro.
La proprietà delle aree e la loro valorizzazione deve essere affidata a un ente di natura pubblica come una “Fondazione” analoga a una “società pubblica locale di pianificazione urbana” (Société Publique Locale d’Aménagement – SPLA), che abbia natura pubblica (o dia priorità all’interesse generale rispetto agli interessi finanziari) e deve intervenire solo a beneficio dei suoi azionisti pubblici e sul territorio di tali istituzioni partecipanti.
Tale Fondazione dovrà avere la proprietà congiunta di tutte le aree degli scali ferroviari e svolgere le funzioni di pianificazione urbanistica e di valorizzazione immobiliare per conto delle istituzioni partecipanti. Altri modelli simili utilizzati da altri Paesi sono: le Urban Enterprise Zones – Development Corporations inglesi e americane e le Internationale Bauausstellungen – IBA tedesche.
La Fondazione deve rilevare le aree ora di proprietà delle Ferrovie dello Stato Spa. Il prezzo di cessione delle aree da parte delle Ferrovie dello Stato deve peraltro assicurare a queste ultime le risorse finanziarie necessarie per finanziare rilevanti investimenti nel sistema della mobilità a scala regionale e locale nel potenziamento del trasporto ferroviario a scala metropolitana e regionale secondo un piano concordato con le istituzioni pubbliche locali.
Invece, la progettazione, la realizzazione e la gestione dei diversi interventi industriali e immobiliari deve essere realizzata da un secondo tipo di entità organizzative, con funzioni di tipo produttivo e commerciale. I progetti non devono essere affidati a diverse società e non a una sola società, in modo da assicurare la concorrenza e l’innovazione e impedire collusioni e conflitti di interesse, che un’eccessiva concentrazione del potere in un unico soggetto determinerebbe inevitabilmente.
Tali società vanno individuate sulla base di una procedura competitiva. Per esempio, società di sviluppo urbano basate sul partenariato pubblico-privato sono le Entreprises Publiques Locales, che sono società miste pubblico/private e a maggioranza pubblica, che in Francia hanno gestito centinaia di interventi.
Nel caso di Milano e della Lombardia, queste società operative potrebbero essere società simili a quelle di proprietà comunale, esistenti nei settori della energia, dei trasporti e in altri settori (A2A, SEA, MM, etc.).

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