IL PARTITO DEMOCRATICO ESISTE SOLO IN ESTONIA, OLANDA E SAN MARINO – di Domenico Bilotti, Sinistra Libertaria, 28 novembre 2007
05 dicembre 2007
Non è un fatto nuovo in Europa che un partito con una tradizione di Sinistra moderata si allei strutturalmente coi centristi democratici. Alcune volte è successo. E se ha rispettato certe regole
(sulle quali il nostrano partito democratico sembra particolarmente disattento), ha avuto pure un buon seguito e dei buoni risultati.
Innanzitutto, si cerchi di riscontrare queste regole procedurali e sostanziali per il varo del riformismo moderato:
1.proposizione di un partito con una chiara identità politica e una elevata rappresentanza sociale;
2.identificazione coi valori socialisti europei (istruzione, salari, piccola impresa, integrazione);
3.congressi partecipati, con simpatizzanti ed elettori, senza grandi adunate con ben poco di deliberativo (le Primarie Italiane hanno sovente ratificato risultati prevedibili), senza riunioni notturne per capigruppo e maggiorenti.
Solo così il modulo (ormai ventennale, non inventato dallUlivo prodiano del 1996) può funzionare. Dove lo ha fatto?
a.In un niente, a San Marino Socialisti e Democratici si sono
uniti, dietro la rosa socialista, con un programma di tutela locale e comunitaria e di rilancio turistico-produttivo. Alla prima consultazione, hanno vinto;
b.nellEstonia macellata dal dissesto post-sovietico, dietro le insegne della social-democrazia, sono arrivati a unirsi anche repubblicani e popolari, con le Sinistre progressiste e libertarie. LEstonia cresce più dei tre giganti malati (Italia, Francia, Germania);
c.in Olanda un Partito Laburista, affiancato peraltro da un partito più movimentista e radicale, che non si sogna di abbattere gli steccati per ingrossare i qualunquisti, ma che rimane saldamente nel solco del socialismo di governo, ottiene risultati lusinghieri sia nel mondo sindacale che nel sistema, lì delicatissimo, delle autonomie locali.
Perché in Italia non è stato così?
Nessuno si affretta a risponderci.