IL MOVIMENTO DEI SOCIALISTI ITALIANI PUÒ RINASCERE SOLO SE RIPARTE DALLE IDEE DI MAURO GRADI - Socialisti in movimento, Roma 12 marzo 2017
12 marzo 2017
Il Movimento dei Socialisti italiani può rinascere solo se riparte dalle idee e può affermarsi solo se saprà avanzare idee-progettuali forti, rivoluzionarie e all’avanguardia.
In un panorama politico dominato dal culto della persona e dei personalismi, dove i partiti e i movimenti politici vengono identificati con i loro rispettivi leaders o sedicenti tali (da Forza Italia di Berlusconi, alla Lega di Salvini, ai Fratelli d’Italia della Meloni, al M5S di Grillo, all’NCD di Alfano, al PD di Renzi…), manca la cultura di una Politica che anteponga i contenuti e le proposte alla leadership.
E’ come se in Diritto Penale si anteponesse la pena al reato; è un principio elementare: prima il reato e poi la pena.
Così come dovrebbe essere elementare il “primato del progetto politico”: prima il progetto e poi le persone sulle cui gambe il progetto può camminare.
E’ intorno al progetto che si aggrega. Ed è la valenza del progetto che mi consente di individuare la più adeguata leadership.
Il Comitato Socialista per il No trasformatosi in Comitato Socialista e, alla luce delle ultime evoluzioni, in Comitato Promotore dei “socialisti in movimento”, deve avere la capacità di ripartire dalle idee e di rifar parlare dei socialisti, non tanto per i loro nomi, quanto per le loro proposte ed iniziative.
La sinistra di tradizione socialista è sempre stata e non può che essere cosa ben distinta dalla sinistra radicale e antagonista. Ma questo è il tempo delle idee e delle proposte forti, di rottura, tanto all’avanguardia da essere ai limiti del rivoluzionario. Metodo democratico e gradualista per contenuti radicali: questa dovrebbe essere la ricetta di un nuovo corso socialista che non può che avere la sua stella polare nell’equità, nella giustizia sociale, nella prioritaria questione sociale, in un paese in cui, ancora oggi, un terzo degli italiani vivono in condizioni di povertà o di forte precarietà. Pensiamo, nel segno dell’equità, ad un giusto connubio tra “meriti e bisogni” che, nell’attuale fase di crisi economico-sociale, potrebbe essere aggiornata in “bisogno e merito”: prima il bisogno, ma, senza dimenticare il merito. Un concetto fondamentale di partenza potrebbe essere quello dello “standard minimo di sopravvivenza” da garantire non a tutti indiscriminatamente ma a tutti quelli che ne hanno realmente bisogno e che lo meritano; non un indiscriminato “reddito di cittadinanza” ma, piuttosto, da un lato, un “lavoro di cittadinanza” attraverso una riforma delle liste di collocamento e dell’indennità di disoccupazione e, dall’altro, un adeguamento delle pensioni minime.
Ben venga un avvio di elaborazione sui contenuti, ovviamente non solo sociali, che potrebbe culminare in una grande manifestazione programmatica, come atto conclusivo di un processo di confronto e di ideazione progettuale.
In ogni modo, il “primato del progetto” non disconosce la rilevanza del fattore umano ed in particolare il ruolo delle persone che portano avanti e rappresentano tale progetto. Così, prima ancora di affrontare il tema della leadership (conseguenziale e non pregiudiziale rispetto al progetto politico), sarebbe opportuno, in una prima fase “promotrice”, individuare un portavoce che sia riconoscibile nell’intera comunità socialista nazionale (e non solo).