IL MOMENTO DELLA VERITA' di Alberto Benzoni
26 febbraio 2019
Credevamo tutti che gli
appelli degli intellettuali fossero diventati una roba da museo; assieme a
tutti gli altri lasciti della prima repubblica.
E, invece, (divina?) sorpresa, nel caso della denuncia da parte di Vittorio
Emiliani e di altri intellettuali, del "regionalismo nordista" (alias
"differenziato") non è andata così: la palla di neve ha aperto una
valanga; la crisi che si è aperta sembra diventata difficilmente mediabile,
ponendo partiti e media di fronte ad un vero e proprio "momento della
verità".
Un passaggio, questo, difficile e doloroso. Anche perchè il provvedimento
materia dello scandalo non è il frutto dell'ennesima prepotenza di Salvini e
non è confinabile nella saga Lega/M5S, con il Pd comodamente collocato nella
veste di spettatore/giudice ironico e/o indignato.
Nello specifico, siamo di fronte, invece, alla normale e in un certo senso
scontata conclusione di un processo avviato con le legge Bassanini e con la
riforma costituzionale di Amato; e definito, in corrispondenza d'amorosi sensi
con i politici e amministratori Pd delle regioni interessate e con il governo
Gentiloni prima, durante e dopo il referendum del 2017.
Aggiungendo, per amore di verità, che questo stesso processo avvenne nella più totale
passività di coloro che avrebbero dovuto contrastarlo: a partire dai vari
governi e, soprattutto, dal Mezzogiorno.
Oggi siamo, come si diceva all'inizio, al "momento della verità";
abbiamo capito che la battaglia per il regionalismo differenziato è il
mascheramento giuridico di una redistribuzione delle risorse nazionali a
vantaggio del Nord e a svantaggio del Sud; e magari anche che il nazionalismo
di Salvini copre ma non supera il secessionismo larvato di Bossi.
Ma questi sono elementi utili per illuminare polemicamente una vicenda; ma non
per risolverla nell'interesse della collettività nazionale e dei suoi ceti più
deboli.
A questo fine occorrerebbe richiamare in campo due grandi assenti perchè, anche
qui sin dall'inizio incompatibili con i principi ispiratori della seconda
repubblica: il ruolo dello stato come protagonista insostituibile del processo
di sviluppo e di Inclusione; e il sistema di welfare universale che rende i
cittadini titolari degli stessi diritti dovunque essi vivano.
In assenza dell'uno e dell'altro, la vittoria dei più forti è sicuramente
inaccettabile ma altrettanto sicuramente inevitabile.