IL MODELLO DEGLI STADI INGLESI PER LE COLONNE DI S.LORENZO – di Tomaso Greco, da Il Riformista
25 giugno 2007
Nelle guide turistiche su Milano le colonne di S.Lorenzo compaiono almeno due volte: come monumento e come luogo di svago, di divertimento, di aggregazione serale.
Così il turista può scegliere di visitarle di giorno, oppure di mischiarsi al popolo delle colonne, che non ha età (certo tanti sono i giovani e i molto giovani), non ha un'unica estrazione sociale, non ha un orientamento politico comune, ma che è accomunato dal piacere di passare una serata in compagnia, bevendo una birra o fumando una sigaretta sotto le stelle. Qualcuno accompagna la serata con una chitarra, altri preferiscono stare in disparte con la ragazza, i più restano seduti, per terra o sulle panchine, ma si trova sempre anche chi passa la serata passeggiando, magari alla ricerca di qualche amico da incontrare per caso. Capita anche che ci sia una sparuta minoranza che, incurante del bene comune, sporca, danneggia e imbratta la piazza. Questa è la cronaca di una serata qualsiasi alle Colonne di S.Lorenzo, almeno fino a una settimana fa, quando, con un provvedimento definito “sperimentale” dal vicesindaco De Corato, l'amministrazione comunale ha scelto la linea dura. Durissima: transenne mobili dalle 19 in poi, ampio dispiegamento di forze dell'ordine e vigili urbani, chiusura anticipata per i locali. A corollario è stata istituita una squadra anti-graffiti e una campagna di tolleranza zero sulla viabilità nella zona circostante, che ha portato il primo risultato di 176 multe nella prima settimana di applicazione.
Fa specie il commento dei sostenitori del provvedimento, che dichiarano di aver eliminato l'ultima “zona franca”. Passare dalle colonne in queste sere calde significa trovarsi di fronte a un paesaggio lunare - l'altro ieri è comparso anche un goliardissimo spider-man - con la piazza illuminata, ma per larga parte inavvicinabile, presidiata da poliziotti e camionette messi a protezione delle transenne. Pochi giovani, venuti per lo più a protestare civilmente e confinati nella striscia di piazza ancora agibile. E' difficile non chiedersi il motivo di un così massiccio utilizzo della forza pubblica, ora che la piazza è vuota, soprattutto alla luce dell'allarme lanciato dai sindacati di polizia, secondo i quali a Milano mancano ben 470 agenti.
Le Colonne vanno senz'altro difese dal degrado e forse il comune si accorge tardi dell'emergenza, ma la risposta appare sproporzionata nel tentativo di colpire quattro vandali occasionali con una repressione di larga scala, inadatta a risolvere il problema, che rischia semmai di spostarlo di qualche metro, in qualche altra piazza.
A questo si aggiunge il disagio dei cittadini, che costituitosi in comitato, hanno fatto pressione per la chiusura della piazza. E' difficile non capirli: molto rumore, forse troppo. Però abitare una piazza tra le più belle che la città offra non può non richiedere qualche minimo sforzo di convivenza, piuttosto bisogna trovare delle regole chiare per la coesistenza futura. Una proposta socialista, anche sull'onda dell'impegno per la Costituente, è quella di adottare il modello degli stadi inglesi. Un minore impiego delle forze dell'ordine, rimozione delle transenne, un servizio di stewart pagato dai locali della piazza (che dalla chiusura non hanno che danni), che aiuti a mantenerla pulita e a prevenire il vandalismo. E punizioni severe, certe, a chi commette atti di danneggiamento o di violenza. Usando magari le telecamere che già ci sono per identificare i responsabili. Ma, per favore, lasciamo in pace chi vuole divertirsi e godersi le colonne. Piuttosto la giunta dovrebbe avere un atteggiamento più responsabile, evitando di creare situazioni di tensione dal nulla e di alimentare il clima da proibizionismo strisciante. Non erano il polo delle libertà?