II DISCORSO DI CRAXI ? UN’ALTRA STORIA. QUESTA RESA DEI CONTI SPACCHERÀ IL PD dal Corriere della Sera del 26 agosto 2013
10 ottobre 2013
“Ma non ci sono paralleli tra il discorso alle Camere di Craxi e quello che forse farà Berlusconi. E’ totalmente diverso”. Rino Formica, 86 anni, mente critica del Psi di Craxi e della sua epoca, da lui racchiusa nell’espressione «nani e ballerine», respinge l’accostamento. E avverte: “E’ il finale tragico di una storia iniziata con Tangentopoli. Ora tocca al Pd”. Non fu Craxi a introdurre il tema dell’uso politico della magistratura ? “Però il suo discorso non fu una chiamata di correità, ma di assunzione generale di responsabilità”. Cosa cambia ? “La Prima Repubblica era stata democraticamente fondata sulla responsabilità dei partiti. Ma nel ‘94 la discussione sulla loro debolezza fu affidata al bisturi selettivo della magistratura e all’uso politico della giustizia.
Quello di Craxi era un richiamo a un modello di costruzione democratica della vita del Paese. Qui vedo tutt’altro”. Vale a dire ? “Una resa di conti fra coloro che beneficiarono di Tangentopoli”. Ovvero ? “Allora contro la Dc e una parte del pentapartito, che vennero colpite, c’erano giustizialisti di destra, come Fini, Bossi e Berlusconi (e nel pool Di Pietro), e di un’area postcomunista. Ora, politicamente, Fini è morto, Bossi è morto e anche Di Pietro è in cattiva salute”.E Berlusconi ? “E morto anche lui”. Lo da già per morto ? “Ma si, è un’anatra azzoppata. E sotto schiaffo per questa e altre vicende giudiziarie”. Pensa che dovrebbe evitare il discorso al Paese ? “Il problema e cosa consigliare al Pd”. Al Pd ? Perché ? “Ora il regolamento di conti è tra la sinistra giustizialista e quella moderata. Basti pensare alla vicenda della trattativa Stato-mafia. Ma attenzione, si sta aprendo una nuova fase”. Quale ? “Allora la selezione era chirurgica, oggi investe l’intero sistema. Perchè dei problemi sollevati da Craxi, dopo 20 anni, non se ne è risolto uno”. Forse perchè non si è smesso di rubare soldi pubblici ?
“Ma lasci stare. II furto c’era anche negli Stati autoritari sovietici dove era anche difficile utilizzarne il frutto. L’idea che la politica sia un sistema criminale è quella, deformata, della stampa. La realtà è che in questi 20 anni abbiamo assistito a continue invasioni: della politica con leggi che tentavano di modificare le sentenze e della magistrature, viceversa, con sentenze che cercavano di fare politica. Ha sentito Esposito?”. Cosa c’entra il giudice Esposito? “Non mi colpisce la confidenza al giornalista, ma che con lui entri nel merito politico della questione. D’altra parte nessuno affronta il problema della qualità del reato di Berlusconi”. La frode fiscale? “E’ un reato ben diverso da quello di Craxi che aveva fatto un uso di denaro pubblico a fini politici”. In qualche tasca era anche finito... “Sporadicamente. Ma qui è più grave. E’ il reato italiano tipico. Quando io e Spadolini introducemmo la legge sulle manette agli evasori e pensammo fosse necessario un condono, vi parteciparono le maggiori imprese e banche, Mediobanca, persino la Guardia di Finanza per gli spazi delle caserme. Ma come la mettiamo con gli italiani ?” Come pensa se ne verrà fuori ? “Diciamolo onestamente: la legge sulla candidabilità è stata votata a larga maggioranza perchè ognuno pensava riguardasse l’altro. Ora il bandolo politico della matassa va trovato”. Come ? “Si parla da vent’anni di riforma della giustizia. L’ha mai vista ? Ognuno accusa l’altro, come quando chiedono chiarezza per i misteri italiani, ma abbiamo avuto al governo dai naziskin ai sovietici: a chi lo chiedono?”