I SOCIALISTI XXI RICORDANO IL 1 MAGGIO di Alberto Angeli del 28 aprile 2020
28 aprile 2020
FESTA DEL LAVORO 1 MAGGIO – Parigi , 20 luglio 1889, la seconda internazionale, riunita nella capitale francese delibera: "Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi".*
In un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 si legge: Lavoratori, ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l'Internazionale!".*
La festa del lavoro, il 1 maggio, ha quindi un grande significato e un valore storico che nasce dalle lotte e dalla determinazione dei lavoratori e dall’impegno dei movimenti sindacali, per l’avanzamento sociale ed economico e l’affermazione dei diritti nei luoghi di lavoro, per la riduzione dell’orario di lavoro e la sicurezza sociale. La festa del lavoro nasce quindi con l’intento di ricordare le grandi battaglie sostenute dai lavoratori e dalle rappresentanze sindacali per il progresso sociale della classe lavoratrice.
Il 1 maggio del 2020 cade in un momento di grande sofferenza per il mondo del lavoro, a causa di una violenta pandemia virale contro la quale il mondo intero sta duramente combattendo, con le armi del distanziamento sociale e del lockdown, con la conseguente messa in quarantena dei lavoratori. Settori produttivi importanti, dal manifatturiero ai servizi, dal commercio ai trasporti, dal turismo alle costruzioni, hanno dovuto cessare ogni attività e quindi sospendere o licenziare milioni di lavoratori. Per questo non possiamo parlare di festa del 1 maggio, ma solo di speranza perché presto, molto presto il ciclo della produzione possa riprendere il suo ritmo e i lavoratori occupare le proprie postazioni di lavoro, conservando viva nella memoria la gloriosa storia del 1 maggio ricordandola, unendo simbolicamente il pensiero di tutti i lavoratori, come una ricorrenza ravvivante il sentimento di fiducia per il prossimo appuntamento storico di un 1 maggio di festa.
*Dall’archivio storico della CGIL di Roma e Lazio
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